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La gestione di una psicoterapia: prospettive etiche, cliniche e di ricerca

Il terapeuta aiuta il paziente ad alleviare e gestire la sofferenza emotiva. Quali sono gli aspetti etici e deontologici legati alla pratica clinica?

Di Francesca Mazzocco, Mara Soliani

Pubblicato il 04 Ott. 2019

Gestire un caso clinico considerando aspetti deontologici e indicazioni di ricerca su concettualizzazione e monitoraggio della terapia. A Genova, il 17 ottobre 2019, un convegno sull’argomento.

 

C’è sempre qualcosa da integrare;
c’è sempre qualcosa da imparare e c’è sempre
la possibilità di una maturazione più ricca…
di assumersi la responsabilità
sempre maggiore  di sé e della propria vita…
(Perls, 1980)

 

La psicoterapia è un trattamento psicologico che utilizza il colloquio tra terapeuta e paziente e tecniche specifiche per apportare cambiamenti nella vita di quest’ultimo, alleviando in modo stabile alcune forme di sofferenza emotiva e aiutando la persona a vivere meglio.

Lo scopo della psicoterapia è il cambiamento, che passa attraverso una maggiore consapevolezza di sé, dei propri pensieri, delle proprie emozioni, dei propri comportamenti, dei propri bisogni, del proprio modo di vedere se stessi, gli altri e il mondo, e del proprio modo di relazionarsi con gli altri. Durante un percorso psicoterapico si apprendono modi nuovi di stare al mondo, scoprendo risorse personali e strategie che aiutino a fronteggiare il proprio disagio in modo più efficace, sperimentando un maggiore benessere e riducendo la sofferenza che ha spinto la persona a chiedere aiuto.

Il compito del terapeuta è quello di aiutare il paziente a comprendere, a partire dalla sua storia di vita (relazioni significative avute durante l’infanzia o l’adolescenza, il rapporto con i genitori, eventuali traumi subiti), come certe dinamiche di funzionamento si sono sviluppate e poi mantenute nel tempo, e come mai ad un certo punto non si sono più rilevate funzionali. Si apprende un nuovo modo di approcciarsi ai pensieri, e un nuovo repertorio di comportamenti più flessibili e funzionali.

Lo psicoterapeuta propone modelli alternativi di relazionarsi con se stessi, con gli altri e col mondo circostante, aiutando la persona a implementare la capacità di compiere scelte orientate al miglioramento del proprio benessere, e di affrontare con adeguate strategie e risorse le varie fatiche del vivere quotidiano che continueranno a presentarsi.

In tutto questo processo, è importante che il terapeuta informi il paziente su come funzioni una psicoterapia, sulle diverse fasi del trattamento, rendendolo partecipe e concordando assieme gli obiettivi che si desiderano raggiungere, in ogni fase del processo il paziente deve sapere dove si trova, cosa sta accadendo e dove si sta andando. Avvalersi di una prospettiva scientifica non significa solo saper formulare una diagnosi accurata ma stabilire anche delle procedure di monitoraggio dell’andamento del percorso e saper usare queste informazioni per modulare con flessibilità il percorso terapeutico. Inoltre è proprio sulla base della ricerca che si possono proporre interventi evidence-based, si delinea così il percorso tra clinica e ricerca, come un percorso intrecciato e integrato.

Ai due precedenti aspetti si aggiunge un comportamento etico conforme alla deontologia professionale. Tale comportamento è parte integrante dell’intervento psicoterapeutico stesso, in quanto nelle professioni d’aiuto, il problema dell’eticità è intrinseco allo stesso intervento di trasformazione che il professionista avvia e persegue. Studiare il rapporto tra etica e deontologia appare fondamentale per rintracciare se e in quali casi, nell’esperienza dello psicoterapeuta, viene a configurarsi una situazione di conflitto tra scelte di azione individuali e ottemperanza alle regole prescritte dalla deontologia e dal metodo clinico.

L’emergere di un tale conflitto viene considerato come indicatore della problematicità di alcuni aspetti della pratica psicoterapeutica che, più che mettere in discussione la validità di una normativa, indicano la necessità di individuare strumenti, ulteriori alla regolamentazione della condotta professionale, in grado di orientare e fondare il giudizio e le decisioni individuali.

Crediamo che il nostro compito di psicologi, basato sul codice deontologico, debba essere di occuparci, sia a livello privato, come singoli, sia a livello di comunità professionale, dei vari risvolti del rapporto tra la persona in quanto agente etico e l’insieme di regole e obblighi che delimitano i confini di un’azione corretta. In altri termini, si tratta di tendere verso un equilibrio che metta in contatto il sentire etico del soggetto con il sentire deontologico della comunità nel suo insieme.

Durante il convegno verranno trattati gli aspetti etici e deontologici legati alla pratica clinica e di ricerca.

Verrà messo in evidenza come la norma può essere una per tutti, ma le motivazioni, i presupposti, le finalità individuali in base a cui questa norma viene applicata determinano differenze sostanziali negli effetti.

 

Iscriviti al corso – Per scoprirne di più:

La gestione di una psicoterapia: prospettive etiche, cliniche e di ricerca – Genova, 17 Ottobre 2019

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Coin, R. (1992). La dimensione etica in psicoterapia. RP-Ricerca Psicoanalitica, 3(2), 165-176.
  • Di Nuovo, S. (2000). L'etica nelle professioni di "aiuto". Alcune riflessioni e proposte. Giornale italiano di psicologia, 27(1), 47-52.
  • Gius, E., & Coin, R. (1993). The Analyst’s Ethic Feeling. Pathways for Psychosocial Research. In III European Congress of Psychology (pp. 4-9).
  • Gius, E., & Zamperini, A. (1995). Etica e psicología: percorsi per una ricerca psicosociale. Raffaello Cortina.
  • Gius, E., Coin, R., & Galli, P. F. (1999). I dilemmi dello psicoterapeuta: il soggetto tra norme e valori. Raffaello Cortina.
  • Gius, E., & Coin, R. (2003). La questione etica in psicoterapia. sommario, 31.
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