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Si cambia davvero nelle diverse relazioni sentimentali?

Con la nascita di nuove relazioni sentimentali si cerca di non ripetere più gli errori fatti col partner precendente. Ma siamo davvero in grado di cambiare?

Di Stefania Partipilo

Pubblicato il 18 Set. 2019

Quando si conclude una relazione sentimentale, e se ne intraprende una nuova, riusciamo a mettere in atto nuove e migliori dinamiche relazionali per avere più successo col nuovo partner? Cosa ci rivela un recente studio a tal proposito?

 

Quando si conclude una relazione sentimentale, e se ne intraprende una nuova, spesso ci si ripropone di mettere in atto delle nuove e migliori dinamiche relazionali al fine di avere maggior successo con il nuovo partner. Tuttavia, un recente studio tedesco ha rivelato che tale buon proposito è molto lontano dalla realtà dei fatti: generalmente, tendiamo a riproporre, nel corso tempo, gli stessi pattern relazionali originari, in quanto essi fanno parte di noi e del nostro modo di entrare in relazione con l’altro.

Lo studio ha esaminato la vita relazionale di 554 persone, prendendo in considerazione alcune informazioni inerenti l’inizio e la fine di una prima relazione sentimentale ed il primo e il secondo anno di una nuova relazione. In particolare, le dinamiche relazionali tipiche dei partecipanti sono state controllate attraverso il monitoraggio di sette fattori relazionali: soddisfazione della vita sessuale; soddisfazione della relazione generale; frequenza dei rapporti sessuali; livello di apertura della comunicazione fra i partner; frequenza degli apprezzamenti rivolti al partner; frequenza dei conflitti e fiducia nella solidità della relazione.

Dallo studio si evince come, in linea generale, per ogni partecipante, questi fattori siano rimasti invariati nella prima e nella seconda relazione, ad accezione della frequenza sessuale e degli apprezzamenti verso il partner che pare tendano ad aumentare nella seconda relazione.

Dunque, questo studio sembrerebbe mettere in evidenza la tendenza a riproporre gli stessi pattern relazionali nelle storie d’amore, in quanto schemi mentali impliciti e poco flessibili.

Tuttavia, gli unici due fattori mutevoli (frequenza sessuale e degli apprezzamenti) fra le due relazioni, potrebbero essere spiegati nell’ottica del classico decorso di una relazione sentimentale, scandito da determinate fasi. Difatti, la prima fase di una relazione, nota come fase della “luna di miele”, sarebbe caratterizzata da un’estrema eccitazione ed un inteso coinvolgimento, fisico ed emotivo, per l’inizio di una nuova esperienza. Questo non permetterebbe di avere una visione globale e reale del nuovo partner che verrebbe in tal modo idealizzato. D’altra parte, non appena questa fase giungerebbe al termine, il partner verrebbe guardato realisticamente, con i suoi pregi e difetti, e la relazione inizierebbe a concretizzarsi nelle responsabilità della vita quotidiana.

Sarebbe proprio questo il momento in cui i vecchi schemi relazionali si ripresenterebbero. Questo, se da una parte dà continuità al nostro modo di essere con l’altro, d’altra parte potrebbe risultare disfunzionale nel momento in cui ci accorgiamo della disfunzionalità di tali schemi e non facessimo nulla per modificarli.

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