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Il contesto nel quale cresciamo è fondamentale per determinare la nostra attitudine verso i rischi

Una recente ricerca suggerisce che la propensione al rischio è modellata dalla cultura e dal contesto di crescita e quindi può essere in parte modificata.

Di Giovanni Molinari

Pubblicato il 08 Apr. 2019

Aggiornato il 18 Apr. 2019 13:20

Messi di fronte a un rischio non tutte le persone finiscono con l’agire allo stesso modo: ci saranno sicuramente persone più pronte ad accettare dei rischi nella propria vita ed altre invece che ne staranno il più lontani possibile.

 

I fattori che influenzano il grado con il quale siamo pronti ad accettare o meno dei rischi sono numerosi e molto vari. I giovani ad esempio sono molto più pronti a prendersi dei rischi rispetto agli anziani. Un’altra variabile che influenza tale grado è senz’altro il sesso, sembra infatti che le donne tendano a tenersi più lontane dai rischi rispetto agli uomini: ad esempio preferiscono optare per una ricompensa piccola e sicura piuttosto che per una più grande che comporterebbe però una maggiore espozione a dei rischi.

Una recente ricerca dell’Università texana di Houston (Liu & Zuo, 2019) pare suggerire che queste differenze per quanto riguarda la propensione a prendere dei rischi siano modellate dalla cultura e dal contesto nel quale gli individui vengono cresciuti, pertanto potrebbe essere possibile modificare tali differenze, quantomeno nei bambini. Secondo gli autori di questa ricerca, se insegnassimo alle bambine ad essere più “amanti” del rischio fin dalla primissima infanzia, potremmo effettivamente modificare i loro processi decisionali e diminuire la differenza di genere menzionata poco sopra.

Lo studio

Per testare se effettivamente il contesto di crescita ha una qualche influenza sulla predisposizione al rischio, gli autori dello studio hanno osservato il comportamento di bambini frequentanti la medesima scuola elementare di due distinte culture (una matriarcale e una patriarcale) cinesi. Immediatamente i ricercatori hanno notato come le bambine provenienti dal gruppo culturale matriarcale fossero più pronte delle coetanee del gruppo patriarcale ad assumersi dei rischi.

Gli autori dello studio hanno notato inoltre che, dopo essere state esposte a coetanee del gruppo culturale opposto, la propensione al rischio delle bambine di entrambi i gruppi si modificava: le bambine del gruppo patriarcale diventavano più propense al rischio e quelle del gruppo matriarcale lo diventavano meno. Ovviamente i ricercatori non sono riusciti a stabilire se il cambiamento permanesse anche al di fuori del contesto di misurazione, ovvero quello scolastico. Servirebbe uno studio più complesso e completo per riuscire a determinare se questo cambiamento nella propensione al rischio sia permanente o al contrario contingente alla situazione.

In conclusione

Le implicazioni pratiche di questo studio sono enormi: attraverso l’eposizione a norme di genere differenti è possibile cambiare il comportamento degli individui. Questo potrebbe portare, nel caso in cui uno studio futuro confermi che il cambiamento è permanente e indipendente dalla situazione, a modificazioni socio-economiche sul lungo periodo. Una delle due autrici ipotizza perfino che questo studio potrebbe arrivare a diminuire le differenze nelle buste paga tra uomini e donne, dato che si potrebbero portare le donne, rendendole più propense al rischio, a scegliere delle carriere più rischiose, ma anche più remunerative.

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