Le nuove tecnologie e in particolare i moderni sistemi di realtà virtuale sono spesso un prezioso aiuto alla medicina e alla riabilitazione: questo succede anche nel caso del trattamento del morbo di Parkinson, che causa deficit di movimento e coordinazione.
Adriano Mauro Ellena
Le persone affette dal morbo di Parkinson soffrono di deficit del movimento e della coordinazione, per questo il rischio di cadute ed incidenti è maggiore che nel resto della popolazione.
Alcuni tipi di riabilitazione, come il tapis roulant o il potenziamento della forza muscolare, si sono dimostrati molto utili per il miglioramento dell’equilibrio e della mobilità in generale. Questo tipo di allenamento, però, presenta un limite: viene spesso eseguito in clinica e per questo non rispecchia le difficoltà che i pazienti affetti da Parkinson hanno nel fronteggiare gli ostacoli normalmente incontrati nella vita di tutti i giorni.
Per cercare di risolvere questo problema un gruppo di ricercatori dell’Università dello Utah ha ricreato un ambiente di realtà virtuale (VR) che include ostacoli e diversi tipi di terreni, la cui difficoltà può essere modificata in risposta alle prestazioni dell’utente. È previsto inoltre un protocollo di training, utilizzato per implementare la possibilità di migliorare le capacità funzionali di tali pazienti.
Lo studio
Lo studio è stato realizzato selezionando un campione di partecipanti con età superiore ai 40 anni affetti dal morbo di Parkinson. I soggetti sono stati testati previamente utilizzando il Functional Gait Assessment (FGA, utilizzato per misurare la stabilità posturale a seguito di una serie di prove) e il 6-minutes walk test (6MWT, che permette una misura delle capacità funzionali). Inoltre, sono state raccolte misure di capacità spaziotemporali in un laboratorio di Motion Capture, nel quale si richiedeva ai pazienti di provare a superare ostacoli via via sempre più complessi.
A seguito di questi test iniziali, i partecipanti hanno completato un protocollo di Realtà Virtuale della durata di 6 settimane e con una frequenza di 3 sessioni a settimana. Ogni sessione di training consisteva in 30 minuti di camminata su un tapis roulant, la cui velocità veniva adattata al paziente, mentre si “navigava” attraverso i sistemi di Realtà Virtuale cercando di superare una serie di ostacoli a circa 5 metri l’uno dall’altro.
Dopo il training, i pazienti hanno eseguito un post-test per valutare nuovamente le variabili prese in considerazione durante il pre-test.
I risultati conclusivi hanno mostrato un significativo incremento, da parte di ciascun partecipante, delle capacità funzionali, supportando la Realtà Virtuale come strumento ottimo per il loro potenziamento e sviluppo delle capacità motorie in pazienti con morbo di Parkinson.