Lo scorso 1 Marzo presso il Policlinico Universitario Paolo Giaccone di Palermo si è tenuto un importante momento di confronto sul tema delle malattie sessualmente trasmissibili che ha coinvolto tutti i professionisti che ogni giorno hanno a che fare questo tipo di patologie.
Le malattie sessualmente trasmissibili (MST) rappresentano un problema notevole di salute pubblica: clamidia, sifilide, gonorrea, HPV, fino all’ancora attualissimo e mai scomparso AIDS, necessitano di diagnosi tempestive e terapie mirate, ma soprattutto di campagne di prevenzione, di sensibilizzazione all’utilizzo dei sistemi contraccettivi, primi tra tutti del condom nei rapporti occasionali, di strutturazione di programmi di informazione massiccia rivolti in particolar modo ai giovani.
Questo il messaggio forte lanciato in occasione dell’evento sui percorsi diagnostici e assistenziali delle malattie sessualmente trasmessibili, tenutosi a Palermo lo scorso 1 Marzo presso il Policlinico Universitario Paolo Giaccone.
Un dibattito animato da differenti specialità mediche: ginecologi, dermatologi, urologi, in un confronto dove la medicina, in cooperazione con la scienza psicologica, ha mostrato i passi in avanti fatti sul campo e le difficoltà rilevate, le criticità da affrontare per aumentare la consapevolezza dei rischi di esposizione a malattie che possono, se non trattate, condurre a esiti fatali.
Le MST rappresentano un problema temibile per la salute, l’integrità fisica e psichica e la vita stessa – commenta Anna Teresa Palamara, Dipartimento malattie infettive Università Sapienza di Roma – Basti pensare alla sterilità causata dalla clamidia o il cancro dell’utero provocato dal virus HPV. Alla luce del fatto che i sintomi di tali malattie spesso sono silenti, e la malattia asintomatica, è opportuno diffondere la cultura di una prevenzione precoce e disporre il territorio di Centri specifici in cui si garantisca l’anonimato e l’effettuazione di screening di rilevazione delle malattie sessualmente trasmissibili, prima ancora che la patologia si manifesti.
La risposta della città di Palermo alle malattie sessualmente trasmissibili
E mentre i relatori presentano i dati nazionali sull’epidemiologia delle MST, con il primato della sifilide nella realtà ospedaliera palermitana, sempre più stringente si fa il riferimento corale a un Centro funzionale per la gestione delle malattie sessualmente trasmissibili, con caratteristiche precise di innovazione e funzionalità.
Nell’Unità che pensiamo con accesso garantito ai più giovani, gratuita e anonima, immaginiamo la presenza dell’infermiere in accoglienza e di un medico prelevatore – spiega Anna Giammanco dell’Università degli studi di Palermo – La figura dello psicologo è importante, ma lo riteniamo più utile nelle fasi successive al primo contatto e per garantire la compliance della terapia.
Una struttura in cui accedere ancora prima della manifestazione dei sintomi, in cui garantire cure all’intera popolazione italiana, ma estese anche ai migranti, in cui le MST rappresentano un serio problema di sanità.
Povertà, prigionia, esperienze di sesso non protetto magari per effetto dell’assunzione di sostanze disinibenti, come nel recente fenomeno del Chemsex, risultano così alla base della proliferazione dei sintomi delle malattie sessualmente trasmissibili, a volte mortali, che possono trasmettersi alla prole, come per l’herpes simplex, e che richiedono campagne di informazione, centri dedicati, in un cambiamento radicale del modo di intendere sesso, godimento e tutela della salute.