Non capita tutti i giorni di ritrovarsi tra le mani un libro scritto da un premio Nobel per le scienze fisiche e chimiche: Ilya Prigogine, noto per le sue teorie sulle strutture dissipative e sull’irreversibilità.
Sebbene una mente eccelsa come quella di Prigogine abbia conquistato l’ambitissimo premio Nobel, egli scrive questo breve libro anni dopo il suo riconoscimento, per illustrarci le ulteriori sue osservazioni e ricerche svolte.
Il futuro è già determinato? La controversia di Parmenide ed Eraclito
Il titolo di questo libro è un bell’interrogativo: “Il futuro è già determinato?”. Una bella domanda; incuriosisce soprattutto la risposta.
La copertina del libro illustra i volti di Parmenide ed Eraclito, due famosi filosofi che hanno portato avanti una ormai nota controversia: Parmenide sosteneva che non vi è nulla di nuovo e che tutto è immutabile; Eraclito insisteva in merito al fatto che esiste un continuo cambiamento e che “tutto scorre”.
Proprio così, Eraclito aveva messo in discussione la visione statica di Parmenide e in questo testo Prigogine si ricollega a ciò, ricordando che dal diciannovesimo secolo in poi il punto di vista di Parmenide era stato occultato da un altro punto di vista più affine alla visione del “Panta Rei”: secondo i nuovi filosofi il tempo non è altro che la nostra visione esistenziale e sicuramente non è immutabile.
Nel suo testo Prigogine non fa altro che inserire il dilemma tra Eraclito e Parmenide in un’ottica più moderna e matematica.
Egli associa la visione di Eraclito alla visione del mondo della termodinamica, secondo la quale tutto va verso una morte termica non prevedibile; al contrario il punto di vista di Parmenide è associabile alla visione del mondo della scienza meccanica, secondo cui tutto ha luogo grazie a delle modalità predeterminate.
Si tratta di due visioni alquanto pessimistiche, e Prigogine ci illustra come tali visioni si basano su una forma troppo ristretta di dinamica.
Il futuro è già determinato? Un dibattito tutt’ora in corso
Il celebre fisico ci dimostra che, mediante una serie di studi e formule matematiche, è possibile giungere a nuove descrizioni della realtà.
Se un tempo la visione statica e meccanica di Parmenide era stata messa da parte per far spazio a una visione più fluida e dinamica, in realtà è possibile asserire che il dibattito è tutt’ora aperto: sono sempre esistiti due punti di vista antitetici della scienza e del mondo e con ottime probabilità esisteranno ancora. Nel descrivere l’universo evoluzionistico la fisica ha fatto solo i primi passi.
La fisica del non equilibrio ha fornito una migliore comprensione del meccanismo della comparsa degli eventi, e tali eventi vengono associati alle biforcazioni.
Naturalmente il libro non è del tutto discorsivo e l’autore giunge alle sue conclusioni mediante una serie di principi e formule matematiche ben dimostrabili.
Dalle osservazioni di Prigogine si giunge ad un’affermazione ben precisa: il futuro non è determinato.
Il futuro è già determinato? O lo costruiamo noi?
E a seguito delle formule matematiche oggettive, Prigogine non tralascia le sue osservazioni soggettive: sarebbe per lui assurdo affermare che tutto è già prestabilito in un’epoca di globalizzazione e di rivoluzione basata sulle reti. Il comportamento individuale è il fattore chiave nel plasmare l’evoluzione dell’intera specie umana. Proprio perché il ruolo degli individui resterà notevolmente importante e non farà altro che contribuire a modificare la realtà in cui viviamo, in maniera a dir poco imprevedibile.
Ed è proprio questa imprevedibilità del mondo che ci circonda che mi ha dato da riflettere: appena mi sono ritrovata il libro tra le mani mi sono immediatamente incuriosita su quale risposta l’autore avrebbe dato al suo interrogativo iniziale.
E ammetto di essere stata piuttosto sollevata dal fatto che una mente brillante con quella di Prigogine afferma che nulla è già determinato; ciò non fa altro che attribuire una maggiore importanza alla persona e all’intenzionalità.
Il futuro ce lo costruiamo noi, una bellissima visione del mondo.
Le ultime pagine del testo sono dedicate a una serie di interviste all’autore. Ciò permette al lettore di conoscere appieno le ideologie di Prigogine e le spiegazioni ad esse che dà.
Un libro brillante e che merita di essere letto, soprattutto da chi è intenzionato ad aprire la propria mente sulle nuove visioni del mondo.