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Promuovere abitudini più sane, aumentando la consapevolezza delle conseguenze dei propri atti

Secondo lo studio sarebbe possibile limitare i comportamenti poco salutari rendendo più evidenti alle persone le conseguenze delle proprie azioni

Di Gaspare Vezio

Pubblicato il 13 Dic. 2018

Aggiornato il 19 Dic. 2018 11:32

Per ridurre i comportamenti non salutari, solitamente la ricerca si è focalizzata sulla ridefinizione delle associazioni mentali che si hanno circa un determinato obiettivo. Queste associazioni sono dettate da una formazione “approccio-evitamento” in cui si può imparare ad avvicinarsi ad alcune cose ed evitarne altre.

 

Alla base di ciò si suppone che l’esposizione ripetuta a questi obiettivi, possa rafforzare le associazioni mentali facendo si che da una parte aumentino i comportamenti positivi e dall’altra si scoraggino quelli negativi.

Gli studiosi hanno ipotizzato che questo tipo di funzionamento possa essere alterato dalle convinzioni che le persone hanno circa le conseguenze che seguono un avvicinamento o un allontanamento da un obiettivo. Per verificare questa ipotesi sono stati realizzati tre studi online e uno in laboratorio, in cui hanno partecipato 1.547 soggetti. Ognuno doveva completare una prova digitale in cui bisognava spostare o meno un avatar verso il cibo in un frigo, il cibo poteva essere salutare o, al contrario, cibo spazzatura.

Alcuni soggetti avevano anche la possibilità di visualizzare una barra di salute (non specificamente relativa all’avatar) che migliorava o meno in relazione all’avvicinamento al cibo sano o non sano; altri invece erano spronati a migliorare in modo specifico lo stato di salute dell’avatar attraverso le scelte alimentari.

Dai risultati emerge che i soggetti nella condizione in cui erano invitati a portar avanti un obiettivo di miglioramento della salute dell’avatar, vedendo le conseguenze concrete delle loro scelte, hanno mostrato una valutazione automatica più positiva al cibo sano, anche nella scelta di consumo reale, ed inoltre avevano interiorizzato la relazione tra gli alimenti e le loro conseguenze, rispetto agli altri gruppi di controllo sottoposti ad un metodo classico approccio-evitamento.

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Concludendo possiamo dire che i training riguardanti le scelte alimentari hanno un’efficacia migliore quando si ha un obiettivo che richiede di apprendere concretamente le conseguenze specifiche di determinati comportamenti poco salutari.

 

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