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Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane (2016): una guida pratica per superare una delusione d’amore – Recensione del libro

Il libro di Federica Bosco "Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane" propone da un punto di vista femminile alcuni spunti interessanti che possono essere un valido sostegno per chi si trova a superare la fine di una relazione sentimentale causa di un dolore che può essere paragonato a quello di un lutto

Di Francesca Soresi

Pubblicato il 01 Ott. 2018

Cosa succede quando in una relazione l’amore è a senso unico? E cosa fare quando il pensare a lui/lei diventa un’ossessione del tipo: “Cosa starà facendo? Con chi uscirà? Devo controllare il suo ultimo accesso su WhatsApp! Cosa scrive su Facebook?”?

 

Ce lo spiega Federica Bosco nel suo libro Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane, in cui descrive cosa accade quando ci si innamora di chi non ci ama e cosa si può fare.

Non siamo di fronte ad un manuale di psichiatria o psicopatologia, ma a mio avviso il libro è in grado di fornire alcuni spunti interessanti di riflessione: affronta in modo semplice temi dolorosi come rifiuto, abbandono e solitudine e pone i riflettori su accettazione di sé, prendersi cura di sé e autostima come “strumenti” per il benessere.

L’autrice sceglie un punto di vista femminile, tenendo però presente che ciò di cui scrive può accadere anche agli uomini. Il libro Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane si potrebbe divedere in tre parti.

Nella prima parte l’autrice spiega gli elementi teorici e le caratteristiche relazionali che potrebbero essere alla base di storie d’amore con uomini poco disponibili e poco propensi ad intraprendere relazioni durature e che crescano nel tempo. Questo può provocare nella donna innamorata sofferenza, che alimenta pensieri ossessivi, simili ad un dialogo interiore con se stessi, dai quali diventa molto difficile liberarsi: “… Perché non gli scrivi qualcosa? Dai rileggi la chat! … Chissà dov’è adesso? …”. Tali pensieri sono nocivi perché mantengono la sofferenza, innescando un circolo vizioso.

Trovo che il libro possa stimolare il processo di defusione cognitiva: leggere nero su bianco pensieri e situazioni simili, se non addirittura identici, a ciò che si è vissuto o si sta vivendo, può aiutare a prenderne più facilmente le distanze e ci si potrebbe anche sentire meno strani per le proprie ossessioni (in fin dei conti se ci hanno anche scritto un libro, non sarò l’unica/o a stare così!) assumendo quindi un punto di vista nuovo dal quale guardare ciò che sta accadendo dentro di noi.

La defusione è uno dei processi terapeutici fondamentali nell’ACT (Acceptance and commitment Therapy) e si riferisce alla capacità di osservare il proprio pensare separandosi dai propri pensieri, immagini e ricordi senza esserne catturati, ma lasciandoli andare e venire “come se fossero semplicemente automobili che passano davanti a casa nostra”.

Tutto ciò consente di raggiungere la consapevolezza che è “normale” quello che si sta provando-pensando-facendo, ma che è anche fondamentale ad un certo punto provare a fare qualcosa per andare oltre. Ed è proprio per questo che, nella seconda parte del libro, la Bosco propone il “bootcamp”: il campo di addestramento per disintossicarsi e caratterizzato da attività pratiche volte ad interrompere il circolo vizioso descritto prima. Il bootcamp riguarda comportamenti, mente, corpo e anima: vengono forniti suggerimenti pratici (dal “cancellare il suo numero” alla mindfulness) per affrontare e superare il periodo più difficile di distacco dall’amato/a.

Lo stile di scrittura semplice e a volte anche ironico riesce ad affrontare in modo diretto, ma anche gentile, argomenti delicati e dolorosi: il sentirsi abbandonati, il non sentirsi abbastanza.

Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane: affrontare il dolore della fine di una storia

L’essere lasciati causa un dolore simile a quello che si prova in seguito ad un lutto. Questo dolore non possiamo eliminarlo, ma è importante continuare a prendersi cura di se stessi. All’inizio non sarà così facile farlo e non sarà scontato sentirsi subito meglio, ma rappresenta “Lo Scopo” e quindi se è importante “perdersi cura di sé” devo iniziare a fare ciò che mi fa stare bene: “dopo che ho controllato le foto del mio ex sui social come sto?” Se la risposta è “sto male ogni volta”, allora quello che sto facendo non è una cosa che mi fa stare bene e perciò, per il mio benessere, sarebbe opportuno che io smetta!

Si arriva così all’ultima parte del libro Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane, in appendice, dove l’autrice immagina di intervistare un uomo del tipo descritto nella prima parte. Tale intervista diventa lo strumento per dissipare gli ultimi dubbi, se mai a quel punto del libro ancora ve ne fossero, di quanto sia più importate e utile occuparsi di sé piuttosto che di lui.

Il libro dà numerosi suggerimenti, ma è anche necessario tempo per mettere a punto delle nuove strategie ed è importante concederselo. La Bosco scrive che “in 15 giorni possiamo rimpiazzare le vecchie odiose, opprimenti e malsane abitudini con delle nuove e piacevoli”, in questo tempo, che potrebbe anche durare più di 15 giorni, rimane fondamentale non dimenticare l’obiettivo primario e vitale: prendersi cura di sé.

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Francesca Soresi
Francesca Soresi

Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale a San Donato Milanese (MI)

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bosco, F. (2016). Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane. Ed. Mondadori.
  • Russ, H. (2015). Fare ACT. Una guida pratica per professionisti all’Acceptance and Commitment Therapy. Ed. Franco Angeli.
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