San Salvador. Storia di un omicidio è un libro, scorrevole e avvincente, adatto a tutti gli appassionati del genere giallo e psicologico-introspettivo, ma capace anche di fornire un’analisi tecnica dettagliata di alcuni aspetti della psiche dei propri personaggi.
Antonino Leonardi
Florida, mese di Marzo. Chiusa in una pericolosa ispirazione, Martha sta preparando meticolosamente il piano che la libererà da Thomas e dal suo insopportabile tradimento.
Questo l’incipit dell’appassionante romanzo della psicologa, giornalista e scrittrice Angela Ganci.
Dal preambolo inziale sono chiare le intenzioni dell’Autrice, ovvero toccare importanti questioni di carattere sociale e psicologico, tematiche forti e attuali nella società odierna dove le cronaca spesso ci informa di fatti di vendetta privata legati al tradimento, che spesso degenerano in crimini di sangue, dall’esito fatale.
San Salvador. Storia di un omicidio
Questo libro, scorrevole e avvincente, risulta adatto a tutti gli appassionati del genere giallo e psicologico-introspettivo, sebbene sia tecnico soprattutto nell’analisi di alcuni aspetti della psiche dei personaggi (la protagonista, Martha, donna dalle intenzioni omicidarie travestite da giustizia personale, rabbiosamente rannicchiata nei propri pensieri; la zia, sapiente modello di ispirazione per il delitto; Thomas, vittima colpevole della sua distrazione; Anthony, strumento di revisione interna e di salvezza, speranza che viene dal passato).
Un libro, San Salvador. Storia di un omicidio, quindi tecnico, nella minuziosità con cui descrive le azioni umane, fornendo loro un tono emotivo tale da farci entrare dentro le azioni narrate, dove i personaggi entrano a contatto con tutte le emozioni, angoscia, rabbia, allegria, delusione, al punto che da spettatori veniamo immersi in una trama corposa e quasi catturati in essa, come avviene in un film 3D.
Queste emozioni si fanno più forti e si connotano magicamente del tono della tragedia nella scena più cruenta, dell’omicidio consumato a danno di Thomas, destinato a non trovare risposta al gesto omicidiario, che resterà sospeso in un flebile Perché?
Crudeltà, disagi della non accettazione, tutto questo avvicina San Salvador. Storia di un omicidio a un romanzo giallo dai toni classici di caccia al colpevole (in realtà in questo caso il colpevole lo conosciamo fin dall’inizio, e tutto il libro si snoda nella scoperta dell’assassino da parte della giustizia umana): eppure San Salvador ha altresì una luce diversa che lo rende singolare, differenziandolo dagli altri romanzi gialli, attraverso l’aspetto redentivo e la capacità di introspezione e di riflessione da parte dei personaggi, soprattutto di Martha.
Il tema della redenzione
La redenzione è un aspetto importante e interessante in un contesto così tragico, un elemento innovativo, che inserisce pienamente il romanzo all’interno dei romanzi introspettivi e psicologici-introspettivi.
La redenzione avviene a opera di un uomo che cercherà di capire, perdonare, il personaggio Martha e questo fa si che il giudizio del lettore non sia quello della condanna, come la prima parte del libro suggerisce quasi istintivamente.
Redenzione di fronte alle proprie colpe e di fronte al tribunale degli uomini, vergogna che scava nel tempo e restituisce al carnefice un senso di umanità che lo avvicina infine al lettore empaticamente.
Un percorso di redenzione da vivere personalmente, destinato a cambiare in meglio una vita segnata dalle colpe, l’umilazione e l’emarginazione sociale.
Un cammino sostenuto dalla ferrea volontà di cambiamento, confortato da un amore che non abbandona nemmeno nelle prove più difficili, e da clamorosi colpi di scena investigativi (che confermano come l’intenzione dell’autrice sia, in fondo, improntata al finale positivo, alla seconda chance, al di là della verità giudiziaria e della sicurezza della pena) che permetteranno di iniziare una marcia trionfale sotto i migliori auspici, memore degli errori di percorso e grata per una nuova opportunità.