Esiste una relazione tra età soggettiva ed età biologica? Le persone anziane che si sentono più giovani sarebbero meno soggette all’ invecchiamento cerebrale.
Lo studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience è il primo a rivelare un legame tra l’età e l’invecchiamento cognitivo mostrando come le persone che si percepiscono più giovani di quanto in realtà siano, hanno un’età cerebrale stimata effettivamente minore rispetto alla loro età biologica.
Invecchiamento: non avviene per tutti nello stesso modo
Quando parliamo di invecchiamento tendiamo a pensare ad esso come un processo fisso in cui il corpo e la mente perdono la loro funzionalità, ma non è del tutto vero che si invecchia in modo uguale. La percezione del tempo che avanza varia tra le diverse persone andando a definire quella che viene chiamata “età soggettiva” ovvero sia la percezione personale del proprio stato che può non corrispondere all’effettiva età cronologica.
L’autore dello studio, Jeanyung Chey, ha posto il quesito
Perché alcune persone si sentono più giovani o più vecchie di quanto realmente siano? Una possibile spiegazione potrebbe essere ricercata nei processi di invecchiamento cerebrale
e ha aggiunto
Lo studio dimostra che le persone che si sentono più giovani presentano le caratteristiche strutturali di un cervello più giovane.
È normale che durante l’ invecchiamento si verifichino problemi cognitivi causati dal declino neurale legato alla varietà di cambiamenti che sopraggiungono con l’avanzare degli anni. Gli strumenti tecnologici di ultima generazione permettono di identificare le caratteristiche cerebrali associate all’ invecchiamento e forniscono una stima approssimativa dell’età del cervello.
Invecchiamento cerebrale: lo studio
Il team di ricerca ha eseguito scansioni cerebrali con risonanza magnetica (MRI) esaminando i volumi di materia grigia cerebrale in 68 soggetti sani con un’età compresa tra i 59 e gli 84 anni; in aggiunta i partecipanti hanno compilato un questionario in cui venivano poste domande circa la percezione della propria età, le loro capacità cognitive e il loro stato di salute generale.
I dati raccolti mostrano che le persone che si percepiscono più giovani ottengono punteggi migliori nei test di memoria, ritengono la loro salute fisica migliore e presentano una minor probabilità di riportare sintomi depressivi. Inoltre le immagini cerebrali mostrano che questi stessi soggetti presentano un aumento del volume della materia grigia in alcune regioni del cervello, in particolare nel sistema dopaminergico fronto-striatale che svolge un ruolo nel processo di invecchiamento cerebrale sano e nel declino cognitivo.
Le evidenze hanno mostrato una correlazione tra l’esperienza soggettiva dell’invecchiamento e il processo di invecchiamento cerebrale; tuttavia i ricercatori non conoscono con assoluta certezza il rapporto causale che intercorre tra i due fattori per cui sono necessari studi a lungo termine per comprendere ulteriormente questo legame.
E’ interessante notare che il sentirsi più giovani e il condurre una vita fisicamente e mentalmente più attiva sembrerebbero comportare benefici non solo sul cervello ma anche sullo stato di salute generale. Coloro i quali si percepiscono più anziani potrebbero invece modificare le loro abitudini quotidiane in favore di atteggiamenti che possano favorire un invecchiamento più sano sotto tutti i punti di vista.