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Non è affatto detto che riempire i pomeriggi dei bambini di attività extrascolastiche sia fonte di benessere!

Le attività extrascolastiche dei figli influenzano tutta la vita famigliare, con conseguenze sulla qualità del tempo trascorso insieme, sulle risorse economiche e sull'energia a disposizione.

Di Greta Riboli

Pubblicato il 07 Giu. 2018

Sempre più bambini e ragazzi sono coinvolti in attività extrascolastiche che si vanno necessariamente ad inserire nella routine della vita familiare. Lezioni di musica, di teatro, attività sportive, etc. scandiscono quasi tutti i giorni della settimana.

 

Gli autori del presente studio, i ricercatori Wheeler e Green della Chester University, vogliono indagare l’impatto che le attività extrascolastiche dei figli hanno sulla vita familiare.

I genitori, anche come conseguenza dell’emancipazione femminile, tendono a considerare i propri figli “progetti di sviluppo”, investendo considerevolmente nel loro sviluppo educativo con l’obiettivo di garantire loro un futuro migliore. In particolare, per quanto riguarda lo sport viene ritenuto che l’infanzia sia l’età migliore in cui poter gettare le basi per costruire future carriere agonistiche sportive.

Seguendo questa rotta il settore commerciale si è aperto al mondo dell’istruzione primaria, rispondendo ai bisogni dei genitori di sviluppo delle competenze e abilità dei loro figli.

Lo studio

I dati del progetto di ricerca sono stati ricavati attraverso 90 interviste semi-strutturate rivolte ai genitori e bambini di 62 famiglie inglesi, abitanti in aree urbane (25), semi-rurali (16) e rurali (7).

Il reclutamento è avvenuto attraverso 24 scuole situate entro 4 km dal centro cittadino. Le famiglie partecipanti erano per la maggior parte dei casi composte da due genitori biologici (41), 4 famiglie composte dai figli, madre biologica e padre non biologico e 3 famiglie composte dai figli e dalla madre single. Inoltre, la maggior parte delle famiglie era composta da due figli (30), alcune famiglie composte da un figlio (7) ed altre famiglie composte da tre o più figli (11).

Le interviste semi-strutturate, di durata di circa 2-3 ore per genitore e di 15 minuti per bambino, progettate ad hoc per indagare i processi sociali e le dinamiche interne alle famiglie si sono basate su tre punti centrali:

  • Modalità con cui i genitori sono stati coinvolti nell’istruzione dei propri figli e nelle attività extrascolastiche;
  • I fattori che hanno influenzato il coinvolgimento dei genitori nelle attività extrascolastiche;
  • I cambiamenti generazionali nel coinvolgimento dei genitori nelle attività extrascolastiche dei propri figli.

Durante l’intervista sono stati inoltre indagati il tipo di attività, la cadenza ed i luoghi in cui tale attività avvengono.

Le interviste sono state registrate e trascritte, per essere analizzate su base settimanale durante il corso dello studio, attraverso un software NVivo per l’analisi qualitativa computer assistita.

I risultati: attività extrascolastiche e conseguenze sulla vita familiare

Dai risultati emerge come la maggior parte dei bambini (88%) svolge attività extrascolastiche 4-5 pomeriggi alla settimana ed il 58% del campione svolge più di una singola attività extrascolastica a pomeriggio/sera.

Da questi dati risulta come il coinvolgimento extrascolastico domina la vita familiare, in modo particolare per le famiglie con più di un figlio. Questo determina un minor tempo di qualità vissuto in famiglia, una minore quantità di risorse in termini di denaro ed energia dei genitori.

Dunque, di fronte alla pressione di avere un programma settimanale extrascolastico completo, sembra che gli effetti di questa costante occupazione gravino in maniera significativa sul benessere familiare.

Conclusioni

La Dr.ssa Wheeler, principale ricercatrice dello studio, afferma:

[blockquote style=”1″]I genitori sono particolarmente desiderosi di assicurare che i loro figli entrino a pieno nella vita adulta: i genitori avviano e facilitano la partecipazione dei loro figli alle attività organizzate dimostrando di essere dei buoni genitori. Sperano che tali attività possano avvantaggiare i loro figli sia a breve termine (mantenendoli in forma e sani e aiutandoli a sviluppare gruppi di pari) sia a lungo termine (migliorando le loro prospettive di lavoro). Tuttavia, la nostra ricerca evidenzia che la realtà può essere in qualche modo diversa: mentre i bambini potrebbero sperimentare alcuni di questi benefici, un programma di attività organizzate può mettere a dura prova le relazioni dei genitori e delle famiglie, nonché potenzialmente danneggiare lo sviluppo e il benessere dei bambini.[/blockquote]

 

Le riserve di tempo, denaro ed energia dei genitori sono spesso notevolmente esaurite ed i matrimoni possono essere messi a rischio a causa delle esigenze di sostenere la partecipazione dei loro figli alle attività pomeridiane per garantirgli un futuro migliore.

Sulla base di quanto emerso, è dunque possibile affermare che il benessere personale dei componenti della famiglia ed il benessere della famiglia stesso sembra esser messo al secondo posto rispetto a speranze sociali, presenti e future, per i propri figli.

Aumentare la consapevolezza rispetto alle conseguenze sul benessere/malessere di questa pressione può aiutare i genitori a pianificare un programma meno frenetico per i propri figli. A supporto di questo difficile compito che attende i genitori e, più in generale l’intera famiglia, è importante che la ricerca futura continui ad indagare lo stato di salute fisica, mentale e sociale associato alla partecipazione costante ad attività extrascolastiche organizzate.

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