expand_lessAPRI WIDGET

Le nuove droghe: i catinoni sintetici, dal mefedrone alla flakka – Introduzione alla psicologia

I catinoni sintetici, tra cui troviamo mefedrone e flakka, agiscono a livello del sistema nervoso centrale, determinando una forte sensazione di eccitazione. Da qualche tempo i catinoni sono diventati un vero e proprio fenomeno sociale, anche in Italia.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 03 Mag. 2018

Tra le nuove droghe, sempre più di frequente, si sente parlare dei catinoni sintetici, tra cui troviamo anche mefedrone e flakka, ovvero delle molecole ottenute in laboratorio note anche come sali da bagno, appartenenti al gruppo delle designer drugs.

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

 

Si tratta di sostanze che determinano una forte sensazione di eccitazione, comunemente chiamata “sballo”. La particolarità di queste droghe, però, è quella di avere un’azione analoga a quella del catinone naturale, molecola ottenuta dalla pianta del Khat.

I catinoni sintetici agiscono a livello del sistema nervoso centrale, determinando una forte sensazione di eccitazione. Da qualche tempo i catinoni sono diventati un vero e proprio fenomeno sociale, anche in Italia.

Tra i catinoni sintetici, il più importante e maggiormente utilizzato, è il mefedrone, nome in gergo Mafalda, che emula il meccanismo d’azione del catinone naturale. Oltre a questo esistono tanti altri catinoni sintetici, come: il pentedrone cloridrato, il metilone cloridrato e altre varietà di scarsa qualità che non causano effetti particolarmente duraturi ed eccitanti.

Meccanismo d’azione

I catinoni agiscono al livello sinaptico della noradrenalina, della dopamina e della serotonina, stimolando il rilascio di questi neurotrasmettitori.

Il mefedrone, inoltre, è due volte più potente del metilone come transporter di substrato, poiché aumenta maggiormente i livelli extracellulari di dopamina e serotonina, similmente a quanto causato dall’MDMA. Il potenziamento della trasmissione dopaminergica fa presupporre un elevato potenziale di abuso. Al pari di quanto avviene con l’MDMA, inoltre, la ripetuta somministrazione di dosi elevate causa deplezione del patrimonio cerebrale di serotonina, dipendenza e assuefazione.

Storia

Il primo catinone ad essere sintetizzato è stato il mefedrone, nel 1929 in Francia. La sostanza è apparsa sul mercato illegale nel 2003, ad opera di uno sperimentatore noto con il nickname di Dr. Zee che l’ha pubblicizzato sul sito internet The Hive. La prima significativa diffusione del mefedrone è avvenuta in Inghilterra e in Olanda, in concomitanza con la riduzione della disponibilità di MDMA sul mercato illegale. Il mefedrone è circolato legalmente in molti stati europei prima di essere inserito nella tabella delle legislazioni nazionali sugli stupefacenti. Inoltre, era usato anche come sostanza per esperimenti o come fertilizzante per piante, prima di essere dichiarato illegale.

Sintesi e produzione

La sintesi del mefedrone e degli altri catinoni sintetici è relativamente semplice ed è simile a quella dell’MDMA. Esso è sintetizzato soprattutto in estremo Oriente, Cina, Birmania ed India, ma sono stati scoperti laboratori clandestini anche in Italia.

Il mefedrone, generalmente, si presenta in forma di polvere bianca o chiara, eccezionalmente in forma di compresse.

Modalità di assunzione

Il mefedrone e gli altri catinoni sintetici possono essere assunti per via orale, per via intranasale o sniffati, per insufflazione, e possono essere iniettati per via intramuscolare o endovenosa. Il dosaggio del mefedrone varia a seconda da come è assunto.

Effetti e dosaggio del mefedrone e dei catinoni sintetici

Gli effetti del mefedrone e degli altri catinoni sintetici sono spesso indicati come simili a quelli dell’MDMA e della cocaina. In verità si tratta di un’interpretazione non del tutto veritiera, malgrado vi siano catinoni in grado di rimandare agli effetti dell’MDMA, come il metilone. In ogni caso, sono sostanze dotate più di un effetto stimolante che enctatogeno.

Il mefedrone presenta una composizione chimica diversa da quella dell’MDMA e manifesta i suoi effetti prima di quelli dell’ecstasy, ovvero dopo solo 15 minuti e li esaurisce più rapidamente. Per questo, l’assunzione di mefedrone per via intranasale presenta un rischio di abuso maggiore e ancor più l’assunzione per via endovenosa. Generalmente, si sente bisogno di assumere una nuova dose già dopo 45-120 minuti, in relazione alla rapidità di insorgenza dell’effetto.

Come per le altre droghe, gli effetti del mefedrone sugli esseri umani possono essere distinti in:

  • Positivi: euforia, elevazione del tono dell’umore, stimolazione fisica e mentale, sensazione di empatia e di apertura, maggiore tendenza alla socializzazione e desiderio di parlare con altri, rapida salita, vissuta come gradevole. Sono necessari tra i 15-40 minuti per il massimo effetto a stomaco vuoto;
  • Neutri: modificazioni generiche dello stato di coscienza, riduzione dell’appetito, midriasi, vampate di calore, tremori, pelle d’oca, sensazione di energia, alterazioni della temperatura corporea, sudorazione, tachicardia ed aumento della pressione arteriosa;
  • Negativi: forte desiderio di una nuova dose, per vivere nuovamente il piacere della salita veloce dell’euforia, cambiamenti sgradevoli nella temperatura corporea, sudorazione e brividi, palpitazioni, sensazione soggettiva di tachicardia, riduzione della memoria recente, insonnia, trisma (contrazione dolorosa dei muscoli della mascella), bruxismo (drighignamento dei denti), contrazioni muscolari improvvise, nistagmo (movimenti involontari laterali degli occhi), vertigini ed altri disturbi dell’equilibrio, in casi estremi vasocostrizione severa che richiede trattamento farmacologico. Ovviamente, gli effetti negativi sono amplificati dall’assunzione contemporanea di alcol o altre sostanze.

Le reazioni psicotiche associate all’uso di mefedrone insorgono più frequentemente nella pratica dello slamming, assunzione endovenosa in corso di chemsex. In qualche caso queste manifestazioni mentali possono essere severe e richiedere lunghe ospedalizzazioni e alcune ulteriori settimane per la totale remissione dei sintomi. Oltre al delirio di persecuzione, possono essere presenti aggressività, allucinazioni e grave stato di agitazione.

Nei casi di intossicazione più gravi, possono comparire convulsioni, iponatremia, ipertermia, rabdomiolisi (con possibile evoluzione in insufficienza renale acuta), coagulazione intravascolare disseminata ed insufficienza epatica acuta, che possono condurre al decesso.

La flakka: nuova moda nel mondo della droga

Una delle droghe correlate ai catinoni è sicuramente la flakka. Un nome che da qualche tempo finisce sempre più abitualmente sui giornali per via delle notizie che arrivano soprattutto dall’America. I cristalli di flakka sono utilizzati nei paesi americani da tantissimi giovani e gli effetti sono molto importanti. Si tratta di cristalli che possono essere utilizzati in vario modo: sia per via endovenosa sia sniffati, oltre che fumati o strofinati leggermente a livello dei bulbi oculari.

Gli effetti della flakka sono importanti e talvolta impressionanti per un essere umano. Notizie provenienti dall’America parlano sempre più frequentemente di tossicodipendenti che in seguito all’assunzione di flakka sviluppano una forza fisica notevole tanto da non riuscire ad essere bloccati da un paio di persone. Senza dimenticare l’enorme eccitazione che la flakka è capace di creare, così come numerose allucinazioni o anche stati confusionali.

Sono stati registrati anche diversi numeri di morti per via della flakka in quanto è stato visto come questa droga possa portare in pochissimo tempo ad un enorme sovraccarico cardiaco. Da un punto di vista fisiologico, l’assunzione di questa droga determina allucinazioni e deliri, oltre a stati di ipertensione marcati, paranoia, psicosi, aumenti della secrezione di adrenalina, aggressività, forza fisica e soprattutto un elevato rischio di morte.

La flakka nacque qualche anno fa in sostituzione delle amfetamine per studenti che cercavano sostanze energizzanti viste le limitazioni poste su quest’ultime dal Governo Nazionale.

Ciò che comunque gli esperti tendono a sottolineare in merito a questo nuovo tipo di droga è la capacità di venirne a contatto molto facilmente, e, soprattutto, il prezzo assai ridotto con cui si può acquistare tale droga. Per questo motivo, si sta iniziando un’opera di informazione in merito alla flakka, per farla conoscere e limitarne, di conseguenza, i danni.

 

Realizzato in collaborazione con la Sigmund Freud University, Università di Psicologia a Milano

Sigmund Freud University - Milano - LOGORUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Craving e sostanza cos'è il craving e i possibili approcci terapeutici
Craving e sostanza: cos’è il craving e i possibili approcci terapeutici

Il craving è il desiderio impulsivo di una sostanza e può essere stimolato da eventi trigger con cui si è stabilito un meccanismo di condizionamento.

ARTICOLI CORRELATI
Microdosing ipotesi sull'utilizzo di allucinogeni a fini terapeutici
Leccare rospi per stare meglio. Gli allucinogeni in psicoterapia o come autoterapia funzionano?

In passato gli allucinogeni avevano creato grandi aspettative in campo medico: oggi si sta valutando il microdosing cioè l'assunzione di piccolissime dosi

Medicina per la coscienza (2022) di Françoise Bourzat - Recensione
Medicina per la coscienza (2022) di Françoise Bourzat – Recensione

"Medicina per la coscienza" offre una visione differente dei disturbi mentali e apre alla possibilità di utilizzare sostanze stupefacenti nel trattamento

WordPress Ads
cancel