È stata una bella celebrazione quella del 9 maggio in onore di Ezio Sanavio che chiudeva la sua carriera accademica. La festa è avvenuta nell’aula magna “Cesare Musatti” dell’Università di Padova dove il prof. Sanavio ha insegnato fino a quest’anno.
Di fronte alla platea sono sfilati amici e colleghi del professore, ora professori illustri e ora clinici dediti all’artigianato del lavoro sul campo. Tutti hanno raccontato sia ricordi personali, ora commossi e ora divertenti, che i risultati scientifici e clinici di un lavoro pluridecennale. Dagli inizi della psicoterapia cognitiva e comportamentale italiana ai giorni nostri, tutto è stato narrato senza risparmiare nulla.
Abbiamo così appreso che malgrado il grande successo internazionale del Padua Inventory- uno dei pochi questionari non provenienti da un paese anglo-sassone diventati un golden standard dell’accertamento cognitivo comportamentale- il prof. Ezio Sanavio detesta i test e non tiene in gran conto questo che è il suo prodotto scientifico più famoso. Un po’ come Petrarca, se ci perdonate la sorridente ironia di paragonare il prof. Sanavio al grande poeta, che sottovalutava il suo capolavoro, il Canzoniere, a favore di altre opere meno note. E però è bene anche dare ascolto al professore e porre attenzione a questi suoi figli meno noti, prima di tutti il CBA (cognitive behavioural assessment), il pacchetto di valutazione e accertamento cognitivo di cui è così orgoglioso (Sanavio, 2002). Oppure il manuale del 1991, una delle opere più esaustive sulla psicoterapia cognitiva e comportamentale.
Lo raccontano Davide Dettore, Paolo Moderato e Sandra Sassaroli, tra i colleghi più noti a festeggiarlo. Lo raccontano anche le colleghe del suo staff clinico Susanna Pizzo e Silvana Cilia, e infine i suoi allievi più giovani, Davide Coradeschi, o i colleghi clinici come Emilio Franceschina. E anche quelli anziani che hanno condiviso con lui perfino gli anni di università, come Cesare Cornoldi, suo coinquilino negli anni di studio.
Una carriera compiuta insomma, fondamentale nell’introdurre in Italia i concetti prima del funzionalismo comportamentale e poi della terapia cognitiva e comportamentale, attenta a custodire i principi più rigorosi di questo approccio ma anche ad aprirsi alle integrazioni nel senso migliore del termine o ai nuovi sviluppi di scuola processuale.
Sandra Sassaroli intervista il Prof. Ezio Sanavio per State of Mind: