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Il favoloso mondo di Amélie: risorse e criticità psicologiche della protagonista – Recensione del film

Ne 'Il favoloso mondo di Amélie', la protagonista passa attraverso l'infanzia e l'adolescenza con qualche difficoltà e cercando in tutti i modi di mantenere il suo favoloso mondo. Poi scopre le sue risorse e lascia andare certi meccanismi

Di Nicole Tornato

Pubblicato il 21 Mag. 2018

Amélie, protagonista del film che porta il suo nome, Il favoloso mondo di Amélie, riesce a cavarsela nonostante una storia di vita un po’ complessa. Grazie alle sue preziosissime risorse.

 

Amélie Poulain, la premurosa e sognatrice cameriera del famoso caffè parigino di Montmartre, si presenta al pubblico appena vent’enne fuggita da un contesto famigliare glaciale e distanziante da cui trae, tuttavia, non solo la generosità verso gli altri ma anche l’umiltà e la brama di fantasia, qualità che la portano a concentrarsi sul benessere altrui e a tralasciare spesso i propri bisogni emotivi.

Il favoloso mondo di Amélie: un’infanzia con poco calore

Fin da bambina, la protagonista de Il favoloso mondo di Amélie impara a rifugiarsi in un mondo parallelo e surreale, ma alquanto significativo, nel quale la vicina di casa in coma non è in grave pericolo di vita, ma ha deliberato spontaneamente di esaurire le ore di sonno per dedicarsi ad altre attività e i suoi pupazzi inermi e sorridenti non sono altro che gli unici amici bisognosi del suo aiuto. Così la piccola apprende la non-disponibilità delle proprie figure genitoriali incapaci di trasmetterle una vicinanza emotiva ma una prontezza a fornire quelle cure necessarie per garantirle una buona salute e istruzione. All’improvviso accade un evento che stravolge la sua infanzia e in un battito di ciglia, Amélie si ritrova improvvisamente sola con un padre che aggrava la distanza dalla figlia fino ad isolarsi in contemplazione della moglie scomparsa. Il clima familiare, quindi precipita in una comunicazione pressoché assente e la solitudine effettiva e percepita aumenta notevolmente.

Amélie: adolescente che aiuta gli altri

In tarda adolescenza, però, la giovane protagonista de Il favoloso mondo di Amélie riesce ad allontanarsi facilmente dal contesto famigliare, trovando un lavoro e abitando da sola, elementi che dimostrano che la ragazza ha delle risorse che le impediscono di cadere nella trappola dell’accudimento compulsivo verso il padre, bensì di cogliere l’occasione per individuarsi e talvolta intrattenersi con le fantasie relative al mondo e alle persone. I rapporti di Amélie, però, non sembrano soddisfacenti: qualche uomo che se ne va, poche amicizie, e un’imperdibile occasione per soddisfare i propri bisogni aiutando i più deboli.

Infatti, la scatoletta dei desideri ritrovata per caso non è un oggetto qualsiasi, bensì lo specchio della propria infanzia perduta e sofferta che per un altro bambino è stata presumibilmente piacevole, forse il pezzo migliore della propria vita; pertanto ritrovare quella persona e restituirgli il testimone di quei tempi lieti è una missione, un bisogno impellente di procurare felicità ad uno sconosciuto e implicitamente a se stessa per averlo realizzato. In tutti gli atti di bontà commessi, Amélie non vuole ricevere un ringraziamento o un apprezzamento, il giudizio degli altri non appare centrale, ma lo è il prendersi cura e il tentare di colmare il dolore. E così regala videocassette all’anziano vicino che non può spostarsi per una malattia congenita, accompagna un non-vedente descrivendo meticolosamente ciò che accade intorno a loro, illude la signora Wallace dell’amore corrisposto del marito che, nella realtà, è fuggito con l’amante insensibile nei suoi riguardi, ecc. In sostanza la protagonista de Il favoloso mondo di Amélie vorrebbe aggiustare “i pasticci” degli altri, rifiutando di confrontarsi con i suoi.

Amélie: giovane che scopre le sue risorse

Innamorata di quello sconosciuto che racimola fototessere scartate, Amélie si trova in mezzo ad una battaglia: seguire i sentimenti, correre il rischio o continuare a sognare e allontanarlo? In questo senso la sensibilità al rifiuto dell’altro le consente di tenersi a distanza per non esporsi: il gioco, però, dura poco, e Amélie è costretta ad affrontare la reazione di Nino e l’eventualità di soffrire scoprendosi con le sue fragilità. La vicinanza emotiva appare temuta e al tempo stesso ricercata ed infine la giovane colpisce lo spettatore, supera le paure e si lancia nella storia sentimentale come le aveva consigliato Dufayel.

Nonostante i trascorsi famigliari di distanza e freddezza, Amélie si lascia andare ad una relazione sentimentale potenzialmente soddisfacente: oltre alle risorse personali, la giovane è stata aiutata dalle altre figure significative alternative alla famiglia, primo tra tutti “l’uomo di vetro”. Lui la perturba, portandola a riflettere sui limiti della propria vita e sull’eccessivo investimento nella dimensione altruistica che da un lato le procura il piacere di aggiustare le vite degli altri, dall’altro la allontana dai problemi personali che non risolverà nessuno al suo posto, nonché sul senso di solitudine maturato fin da bambina. Malgrado la modalità infantile e bizzarra con la quale prova a gestire le emozioni perturbanti, la protagonista de Il favoloso mondo di Amélie presenta una personalità abbastanza flessibile che la porta a rivisitare le sue credenze e ad integrare nuove esperienze in un senso di sé più ampio, senza quindi ricorrere rigidamente all’autosufficienza compulsiva e al desiderio impellente e persistente di soccorrere i deboli, rinunciando all’esplorazione di sé.

IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE – IL TRAILER IN ITALIANO:

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Il favoloso mondo di Amélie (Le fabuleux destin d'Amélie Poulain) (2001)
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Il favoloso Mondo di Ameliè. Jean-Pierre Jeunett (2002). Locandina
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