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Movimenti oculari e ricordi: quale possibile legame?

Una ricerca ha dimostrato che per riattivare le immagini visive di ricordi passati il cervello utilizza i movimenti oculari.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 27 Feb. 2018

Gli scienziati hanno dimostrato che il cervello utilizza i movimenti oculari per riattivare i ricordi del passato, questo potrebbe aprire la strada allo sviluppo di test visivi utili per l’identificazione precoce delle malattie neurodegenerative.

 

La rappresentazione visiva di ricordi passati e i movimenti oculari

Nello studio pubblicato di recente sulla rivista Cerebral Cortex, i ricercatori del Centro di Baycrest hanno osservato che, nel momento in cui il soggetto ricrea mentalmente un’immagine dettagliata vista in precedenza, vengono prodotti gli stessi movimenti oculari e i pattern di attività cerebrali simili alla prima volta in cui è stata osservata l’immagine.

Quando si ricorda qualcosa è come se il cervello risolvesse un puzzle e ricostruisse l’esperienza vissuta in quel momento. Il cervello utilizza i movimenti oculari per unire tra loro parti diverse della memoria in modo da fornire un’esperienza complessiva” sostiene Bradley Buchsbaum, autore senior dello studio.

In particolare, nello studio è stato utilizzato un algoritmo matematico per analizzare le scansioni cerebrali e i movimenti oculari di 16 soggetti di età compresa tra i 20 e i 28 anni.
Gli individui avevano il compito di osservare 14 immagini distinte per alcuni secondi, ricordando quanti più dettagli possibili. In una seconda fase, ai partecipanti è stato chiesto di ricordare le immagini riproducendole mentalmente all’interno di un rettangolo proiettato su uno schermo. Tramite l’imaging cerebrale e la tecnica dell’eye tracking i ricercatori hanno potuto catturare, simultaneamente, l’attività cerebrale e i movimenti degli occhi nel momento in cui i partecipanti memorizzavano e successivamente ricordavano le immagini mostrate.

I risultati hanno mostrato un pattern oculare e cerebrale simile, anche se “ridotto”, quando l’immagine veniva richiamata mentalmente dopo averla memorizzata. Analizzando i movimenti degli occhi e l’attivazione cerebrale i ricercatori hanno potuto identificare l’immagine che i soggetti stavano ricordando.

La spiegazione più probabile dei risultati ottenuti è rappresentata dal fatto che quando ricordiamo, il ricordo prodotto è una versione condensata dell’esperienza vissuta. Se ad esempio, una proposta di matrimonio avviene in due minuti, quando riproduciamo nella nostra testa questo ricordo lo riviviamo in un tempo molto più breve” afferma il Dottor Buchsbaum che continua “Il ruolo dei movimenti oculari appare estremante importante, questi infatti sono come un codice stenografico che il cervello decodifica per attivare la memoria”.

Le prospettive di ricerca future prevedono ulteriori studi per comprendere se siano i movimenti oculari a riattivare la memoria o viceversa. Una maggior comprensione di questa relazione causale potrebbe portare alla creazione di strumenti diagnostici che utilizzino i movimenti oculari al fine di scovare eventuali problemi mnestici, campanelli d’allarme per le malattie neurodegenerative.

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