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Sincronizziamoci! Una prospettiva di coppia per il funzionamento cerebrale

E' stato dimostrato che, nella coppia, durante le interazioni, avviene una sincronizzazione fisiologica tra le menti dei partner.

Di Enrica Gaetano

Pubblicato il 08 Gen. 2018

Aggiornato il 15 Gen. 2018 12:23

Uno studio condotto da Kinreich e Feldman, recentemente pubblicato su Scientific Reports, ha investigato come tra le menti di due partner impegnati in una relazione sentimentale, avvenga una sincronizzazione tra le onde cerebrali durante un’interazione, in particolare quando la coppia si scambia reciprocamente sguardi ed esprime modalità affettive positive, a supporto di una continuità in termini di basi neurali tra l’attaccamento madre-bambino e quello romantico-affettivo.

 

L’importanza della sincronizzazione nelle interazioni sociali

La coordinazione dei comportamenti tra due o più persone impegnate in un’ interazione rappresenta un aspetto cruciale della vita sociale sia per gli esseri umani che per gli animali (Miles, Nind & Macrae, 2009) ed è un meccanismo evolutivo specifico di quella che si potrebbe definire “sincronizzazione sociale” osservabile fin dalle interazioni più precoci, per esempio tra madre-bambino e anche tra membri di un gruppo sociale in quanto essa consente l’aumento della connessione tra gli individui e la costruzione di legami.

Gli episodi di sincronizzazione in particolare dei comportamenti non verbali tra genitori e figli come ad esempio il rispecchiamento emotivo tra le espressioni facciali nella diade madre-bambino (Winnicott, 1965) o il comportamento di “licking” e “grooming” negli animali, consente la maturazione dei sistemi fisiologici che supportano la partecipazione della prole alle interazioni sociali future (Feldman, 2007).

Durante gli episodi di sincronizzazione, all’interno della relazione di attaccamento tra madre e bambino, quest’ultimo impara ad interagire e a coordinarsi con un’altra persona non solo perché ha imitato i comportamenti della madre ma anche grazie a processi fisiologici come ad esempio la sincronizzazione tra il suo battito cardiaco e quello della madre o il rilascio simultaneo di ossitocina che aumenta il legame affettivo.

Pertanto le ricerche sembrano suggerire che la sincronizzazione sociale costituisca un template biologico all’interno del quale si sviluppa la relazione di attaccamento e il legame tra individui (Feldman, Gordon & Zagoory‐Sharon, 2011).

La sincronizzazione fisiologica nella coppia

Partendo da queste ricerche che mostravano come l’attaccamento precoce e la costituzione di legami tra individui fosse possibile a seguito di tale sincronizzazione a livello comportamentale e fisiologico, tanto da parlare di sincronizzazione bio-comportamentale (Kinreich, Djalovski, Kraus, & Feldman, 2017), Kinreich e Feldman hanno cercato di indagare se tale meccanismo si possa rilevare anche a livello neurale e se caratterizza anche il legame tra partner affettivi e tra pari, durante interazioni naturalistiche e non artefatte in laboratorio.

L’intento dei ricercatori era quello di investigare quei meccanismi che rendono possibile a due partner romantici adulti di coordinare e sincronizzare le loro risposte cerebrali durante un’interazione reale, in quanto è stato osservato come individui impegnati in una relazione romantica-sentimentale mostrano un aumento dei livelli di ossitocina e di reciproca coordinazione tra di loro tramite gli sguardi, correlando con i livelli di sincronizzazione sociale (Feldman, Gordon & Zagoory‐Sharon, 2011).

I ricercatori hanno reclutato 104 soggetti adulti, tra cui 52 coppie impegnate in una relazione romantica da almeno un anno (gruppo “ coppia ”) e l’altra metà composta da coppie di maschi e femmine che non condividevano alcun rapporto (coppia “non familiare”).

Alle coppie è stato chiesto di sedersi l’uno di fronte all’altra e pianificare insieme una giornata piacevole, senza ulteriori istruzioni; ciascun partner della coppia di entrambi i gruppi indossava un casco con degli elettrodi per poter registrare l’attività elettroencefalografica online ed era consapevole del fatto che all’interno della stanza erano presenti delle videocamere che avrebbero ripreso i loro comportamenti.

Lo studio di Kinreich e Feldman (2017) è il primo ad utilizzare un’iper scansione dei tracciati elettroencefalografici per esplorare la sincronizzazione neurale tra individui durante interazioni naturalistiche, trovando un temporaneo pattern di attivazione simile nelle onde cerebrali tra due partner adulti; in particolare hanno osservato che quest’attivazione cerebrale simile nella frequenza è ancora più forte e persistente nel tempo per le coppie rispetto ad adulti sconosciuti tra di loro; ciò indica che l’attaccamento affettivo gioca un ruolo importante nella sincronizzazione cerebrale e nel livello di connessione sociale tra i partner.

I ricercatori inoltre hanno trovato che questa sincronizzazione è relativa alle onde gamma localizzate e provenienti dalle regioni temporo-parietali, particolarmente importanti per le funzioni di mentalizzazione e l’embodiment, come la giunzione temporo-parietale (TPJ) e il solco parietale temporale superiore nella sua porzione posteriore (pSTS).

Queste aree parzialmente si sovrappongono con altre strutture cerebrali che sono coinvolte nei processi di interazione sociale come la comprensione sociale, la differenziazione tra sé e l’altro e lo sguardo sociale (Bilek et al., 2015).

I ricercatori hanno in aggiunta trovato che questo legame di sincronizzazione tra le onde cerebrali di due partner si verifica a seguito di un comportamento sociale non verbale; infatti la frequenza delle onde cerebrali tra le due menti è particolarmente alta nei momenti in cui i partner si guardano maggiormente negli occhi senza avversione e leggermente minore quando essi interagiscono con l’altro tramite un comportamento affettivo positivo (espressioni facciali che esprimono un arousal positivo, sorrisi, parlare concitato, risatine scherzose) (Kinreich, Djalovski, Kraus, & Feldman, 2017).

Tali atteggiamenti non verbali esibiti dalle coppie sono stati proposti dai ricercatori dello studio in continuità con i comportamenti messi in atto dalla madre con il bambino per rafforzare il legame che prepara la mente di quest’ultimo alla connessione sociale (Neumann, 2008).

Inoltre, lo studio ha osservato come la sincronizzazione delle onde gamme tra i partner sia indipendente dalla durata e dal contenuto della conversazione suggerendo che la coordinazione tra le due menti sia supportata e correli in porzione maggiore con comportamenti non verbali e dalle modalità positive attraverso le quali i due partner comunicano, anziché con aspetti verbali e contenutistici (Kinreich, Djalovski, Kraus, & Feldman, 2017).

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