Su Journal of Psychopharmacology (2017) è stata pubblicata una ricerca che integra le evidenze già presenti sul ruolo della serotonina con quelle più recenti, per creare un nuovo modello bipartito, ovvero analizzando le due vie principali della trasmissione serotoninergica.
Il ruolo della serotonina nella regolazione dell’umore e dello stress
Da anni i ricercatori in ambito psicofarmacologico hanno cercato di identificare, senza successo, una teoria unitaria sul ruolo di un neurotrasmettitore fondamentale per regolare l’umore e lo stress: la serotonina. Nonostante la sua rilevanza nella comunicazione neurale, non esistono ancora modelli totalmente esplicativi della sua funzione.
Alla luce di ciò, su Journal of Psychopharmacology (2017) è stata pubblicata una ricerca che integra le evidenze già presenti a riguardo con quelle più recenti, per creare un nuovo modello bipartito, ovvero analizzando le due vie principali della trasmissione serotoninergica.
La serotonina, infatti, agisce su 14 tipi di recettori ma le sostanze antidepressive, antipsicotiche e psichedeliche si legano in particolare ai recettori 1A e 2A.
Come trattamento per pazienti depressi di solito vengono somministrati i cosiddetti farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRIs), i quali aumentano i livelli di serotonina a livello dei recettori 1A riducendo i sintomi depressivi. Questi sono considerati parte di un circuito di “coping passivo”, con la funzione di intervenire sulla tolleranza dello stress. Le sostanze psichedeliche come LSD, invece, agiscono sui recettori 2A partecipando a un “coping attivo” che consente di affrontare direttamente una fonte stressogena. Inoltre, la letteratura suggerisce prove a favore di un trattamento per i disturbi mentali la cui efficacia deriva dall’integrazione tra l’azione del farmaco sui recettori 2A e la psicoterapia.
Le nuove scoperte nell’ambito della psicofarmacologia
A differenza di quanto avvenuto in precedenza, gli autori dello studio ritengono che sia necessario spostare il focus del trattamento farmacologico sui recettori 2A, sopratutto per casi particolarmente gravi. In questo modo i pazienti diventerebbero più sensibili al proprio ambiente attraverso il miglioramento della loro adattabilità a situazioni stressanti.
Dunque, il circuito che coinvolge i recettori 1A consente di ottenere maggiore resilienza, mentre il circuito con i recettori 2A è utile nel determinare un cambiamento rapido a livello comportamentale. Quest’ultimo è richiesto soprattutto per pazienti depressi resistenti al trattamento, ossessivi-compulsivi o dipendenti da droghe, poiché l’attivazione dei recettori 2A interromperebbe il circolo che determina la pervasività e disfunzionalità dei sintomi, offrendo anche maggiore compliance a livello psicoterapeutico.
In conclusione, nuovi modelli serotoninergici potrebbero determinare un cambiamento della cura psichiatrica modificando il modo di pensare e di comportarsi dei pazienti. D’altra parte, come afferma il Dr. Carhart- Harris, in psichiatria non esistono cose o bianche o nere, quindi è necessario promuovere un modello di salute mentale che non sia costituito solo da farmaci o solo dalla psicoterapia ma da entrambi.