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Romantic love e love addiction: dall’amore alla dipendenza

Le relazioni di coppia possono diventare problematiche quando si innesca una love addiction, che impedisce il distacco dal partner e gli si vieta la libertà

Di Angelica Gandolfi

Pubblicato il 07 Set. 2017

È normale che l’amore preveda, soprattutto nella fase dell’innamoramento, coincidente con l’amore romantico (o Romantic Love), un certo grado di dipendenza dall’altra persona, che consente a due individui di formare un insieme che va oltre la somma delle due singole parti. Possiamo però distinguere un attaccamento sano da una dipendenza problematica, in quanto solo la seconda impedirebbe all’individuo il distacco dal partner, negandogli la libertà e l’individualità, incatenandolo al vincolo di coppia, provocandogli solo sofferenza e sfociando, secondo Guerreschi (2011), nella cosiddetta Love Addiction, la dipendenza affettiva.

Angelica Gandolfi, OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI MODENA

 

A proposito dell’amore

A chi non è mai capitato di parlare dell’amore? Che sia come desiderio, come passione, come affetto, come dolore, di amore si è trattato fin dall’antichità. È stato scritto, cantato e recitato, alcuni sono vissuti e altri sono morti per amore.
La vasta numerosità delle sfaccettature di questo stato sentimentale, se così possiamo definirlo, nonché il suo carattere di vissuto soggettivo, rende molto difficile la formulazione di una definizione che possa racchiuderne tutto il significato.

Maslow (1954), nella sua teoria, inserisce l’amore nel sistema motivazionale che sta alla base dell’azione umana, collocandolo all’interno della categoria dei bisogni d’appartenenza sociale. In questo senso, la necessità dell’individuo, di carattere secondario, di sentirsi parte di un contesto e di avere una vita affettiva e relazionale soddisfacente, si concretizzerebbe anche nella volontà di amare e di sentirsi amato.
Dobbiamo però a Sternberg (1986) il merito di aver elaborato un modello che individua diverse tipologie di amore di coppia, risultanti dalle intersecazioni di tre variabili che costituiscono l’essenza dello stesso. Se nessuna di queste fosse presente, infatti, si parlerebbe di Non Amore. La sua Teoria triangolare dell’amore prevede, quindi, sette modalità di espressione amorosa, risultanti dagli incroci tra Intimità, riferita a sentimenti di confidenza, condivisione e affinità, Passione, che riguarda aspetti più impulsivi come l’attrazione fisica, e Decisione-Impegno, che implica la responsabilità e la volontà di perpetuare la relazione.

L’autore distingue tra:
– Simpatia (solo intimità): connotata da confidenza, calore, tipica dei rapporti di amicizia;
– Infatuazione (solo passione): caratteristica dell’amore a prima vista, con l’idealizzazione dell’altro;
Amore vuoto (solo decisione-impegno): amore stagnante, routinario, senza dialogo. Può essere l’evoluzione di matrimoni che durano da molto tempo dove si resta insieme solo per il vincolo coniugale;
Amore romantico (intimità + passione): rimanda alle grandi storie d’amore letterarie o alle avventure estive, con la presenza di vicinanza e attrazione, ma senza progettualità;
Amore fatuo (passione + impegno): si è travolti dalla passione ma alla base non c’è la conoscenza emotiva profonda. E’ proprio delle relazioni in cui ci si sposa poco dopo essersi conosciuti, sull’onda della sola attrazione;
Amore amicizia (intimità + decisione-impegno): si ritrova nei rapporti di lunga durata, dove la passione si è spenta ma resta la condivisione;
Amore vissuto (intimità + passione + decisione-impegno): è l’amore completo, è difficile farne esperienza e, soprattutto, mantenerlo.

È normale che l’amore preveda, soprattutto nella fase dell’innamoramento, coincidente con l’amore romantico (o Romantic Love), un certo grado di dipendenza dall’altra persona, che consente a due individui di formare un insieme che va oltre la somma delle due singole parti. Possiamo però distinguere un attaccamento sano da una dipendenza problematica, in quanto solo la seconda impedirebbe all’individuo il distacco dal partner, negandogli la libertà e l’individualità, incatenandolo al vincolo di coppia, provocandogli solo sofferenza e sfociando, secondo Guerreschi (2011), nella cosiddetta Love Addiction, la dipendenza affettiva.

Si noti che, in lingua inglese, il termine addiction si riferisce a una condizione generale in cui la dipendenza psicologica spinge alla ricerca dell’oggetto di interesse, senza il quale la vita perderebbe di valore. Reynaud e collaboratori (Reynaud, Karila, Blecha e Benyamina, 2010), definiscono chiaramente le differenze tra amore e dipendenza, intendendo con il termine Love Passion uno stato universale e necessario per gli esseri umani, che implica un attaccamento funzionale agli altri, e con Love Addiction una condizione disadattiva caratterizzata da una necessità e da un desiderio imperiosi dell’altro che si traducono in pattern relazionali problematici, caratterizzati dalla persistente e assidua ricerca di vicinanza, nonostante la consapevolezza delle conseguenze negative di tale comportamento.

Cos’hanno quindi in comune l’attaccamento sano e la dipendenza disfunzionale? A tal proposito, alcuni autori (Fisher, Xu , Aron e Brown, 2016), descrivono la presenza, in individui in fase di amore romantico, di sintomi caratteristici dei disturbi di dipendenza, tra cui euforia, desiderio, tolleranza, dipendenze emotiva e fisica, ritiro e ricaduta.

Prima di discutere circa le relazioni tra romantic love e love addiction, al fine di una maggiore comprensione delle dinamiche presenti, è tuttavia utile dedicare un po’ di spazio al chiarimento di questi due concetti.

Romantic Love

Xu e collaboratori (Xu, Aron, Brown, Cao, Feng e Weng, 2011) considerano l’amore romantico come parte naturale dell’imperativo biologico della riproduzione umana. Alcuni autori (Gonzaga, Keltner, Londahl e Smith, 2001) ne hanno identificato uno specifico pattern di caratteristiche fisiologiche, psicologiche e comportamentali, che include l’attenzione focalizzata sull’oggetto d’amore, la riorganizzazione delle priorità, un aumento di energia e sensazioni di euforia, sbalzi d’umore, risposte del sistema nervoso simpatico come sudorazione e batticuore, elevato desiderio sessuale e possessività sessuale, pensieri ossessivi sull’altro, desiderio per l’unione emotiva, gesti affiliativi, comportamenti orientati allo scopo e intensa motivazione per ottenere e mantenere il legame. Quando le caratteristiche più dipendenti diventano rigide e pervasive e assumono la connotazione di necessità assolute, il rischio è di cadere nel versante più disfunzionale del legame amoroso, quello relativo alla dipendenza patologica.

Love addiction

Sebbene la dipendenza affettiva, per insufficienza di dati sperimentali, non rientri tra i disturbi mentali diagnosticati nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (American Psychiatric Association, 2013), essa viene classificata tra le “New Addiction”, nuove dipendenze di tipo comportamentale, tra cui si ritrovano la dipendenza da Internet, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da sesso, la dipendenza da sport, lo shopping compulsivo, la dipendenza da lavoro.

Il gruppo di Reynaud (Reynaud, Karila, Blecha e Benyamina, 2010), partendo dalle analogie riscontrate con la dipendenza da sostanze, propone una definizione diagnostica della love addiction, basata sulla durata e sulla frequenza della sofferenza percepita:

“Un modello disadattivo o problematico della relazione d’amore che porta a deterioramento o angoscia clinicamente significativa, come manifestato da tre (o più) dei seguenti criteri (che si verificano in ogni momento, nello stesso periodo di 12 mesi, per i primi cinque criteri):
1. Esistenza di una sindrome da astinenza per l’assenza dell’amato, caratterizzata da significativa sofferenza e un bisogno compulsivo dell’altro;
2. Considerevole quantità di tempo speso per questa relazione (in realtà o nel pensiero);
3. Riduzione di importanti attività sociali, professionali o di svago;
4. Persistente desiderio o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare la propria relazione;
5. Ricerca della relazione, nonostante l’esistenza di problemi creati dalla stessa;
6. Esistenza di difficoltà di attaccamento, come manifestato da uno dei seguenti:
(a) ripetute relazioni amorose esaltate, senza alcun periodo di attaccamento durevole;
(b) ripetute relazioni amorose dolorose, caratterizzate da attaccamento insicuro”.

Stavola e collaboratori (Stavola, Mazzocato, Brambilla, Fiore, 2015), hanno svolto una ricerca sui fattori predisponenti la dipendenza affettiva, partendo dall’ipotesi che essa sia collegata alla presenza di fenomeni di dissociazione e di disregolazione emotiva conseguenti ad un trauma infantile e allo stile di attaccamento insicuro. Gli autori, per indagare le correlazioni tra il disturbo e i costrutti presi in esame, hanno sottoposto una serie di questionari self-report a un gruppo sperimentale di 99 individui, reclutati attraverso G.A.D.A. (Gruppi di AutoAiuto Dipendenza Affettiva), e a un gruppo di controllo di 75 persone: il Childhood Trauma Questionnaire – Short Form (Bernstein e Fink, 1998) per il trauma, il Relationship Questionnaire (Bartholomew e Horowitz, 1991) per l’attaccamento, la Dissociative Experience Scale (Carlson e Putnam, 1993) per la dissociazione e la Difficulties Emotion Regulation Scale (Gratz e Roemer, 2004) per la disregolazione emotiva. I risultati hanno permesso di confermare un modello eziopatogenetico della love addiction che individua, quali fattori predisponenti, la presenza di traumi di abuso emotivo e di negligenza emotiva, gli stili di attaccamento preoccupato e timoroso, la presenza di sintomi dissociativi a livello patologico, la difficoltà, clinicamente significativa, nella regolazione delle emozioni.
Resta ora da indagare quali collegamenti possano esserci tra l’amore romantico e la dipendenza affettiva. Gli studi cerebrali di neuroimmagine, in questo senso, hanno fornito un grosso contributo alla formulazione di preliminari ipotesi.

Romantic Love e Love Addiction: quali relazioni?

Le moderne tecniche di screening cerebrale hanno permesso di individuare e comparare i meccanismi neuronali impegnati nelle esperienze di dipendenza da sostanze, di dipendenza comportamentale e di innamoramento. In generale, dai dati empirici emerge che le sostanze stupefacenti provocano una iperattivazione dell’area tegmentale ventrale (VTA), dello striato ventrale (nucleo accumbens), della corteccia cingolata anteriore (ACC), della corteccia orbitofrontale (OFC), della corteccia prefrontale e dell’insula (Fowler, Volkow, Kassed & Chang, 2007).

Numerosi studi mostrano come le forme di abuso di sostanze attivino i circuiti di ricompensa cerebrale similmente alle altre forme di dipendenza (Cuzen e Stein, 2014). La cosa interessante è che parte di questi percorsi risultano attivati anche in uomini e donne che si collocano in fase di amore romantico, definendosi in questa come felici o come rifiutati. Gli individui che si trovano in questo stato, inoltre, mostrano molte caratteristiche associate ai disturbi da dipendenza, in particolare la focalizzazione (salience) e il desiderio compulsivo (craving) per l’oggetto d’amore. L’implicazione dei sistemi di gratificazione e di piacere, collegata all’innamoramento, è stata indagata da molti studiosi tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI) durante l’esposizione dei soggetti a fotografie del loro amato. Xu e collaboratori (Xu, Aron, Brown, Cao, Feng e Weng, 2011), ad esempio, hanno riscontrato l’attivazione di regioni del mesencefalo ricche di dopamina, nelle vicinanze dell’area ventrale tegmentale, e dello striato. Altre ricerche (Ortigue, Bianchi-Demicheli, Hamilton e Grafton, 2007) hanno rilevato, in aggiunta, che il livello di risposta delle regioni deputate è correlato all’intensità della passione percepita, misurata attraverso la The Passionate Love Scale (Hatfield e Sprecher, 1986).

A fronte di questi risultati, Fisher e collaboratori (Fisher, Xu, Aron e Brown, 2016) propongono l’idea che l’amore romantico sia da considerare una forma di dipendenza, positiva se ricambiato, negativa se unilaterale, inappropriato, tossico. Il passaggio a un innamoramento disfunzionale, avverrebbe per la trasformazione del desiderio in bisogno necessario e del piacere in sofferenza. A ciò si accompagnerebbe l’estrema ostinazione nella ricerca e nel mantenimento della relazione, nonostante la consapevolezza delle conseguenze negative. Essendo il desiderio compulsivo (craving), l’impegno ossessivo, la perseveranza dei comportamenti problematici e la compromissione dei sistemi di controllo di questi, elementi caratteristici delle dipendenze comportamentali (Potenza, 2006), è possibile supporre che la love addiction sia dovuta ad un irrigidimento disfunzionale delle caratteristiche naturali dell’amore romantico.

È comunque necessario tenere presente che nessun evento è circoscritto a se stesso e che qualsiasi manifestazione si insinua in un quadro molto più ampio, composto da fattori biologici, vulnerabilità personale, esperienze evolutive. Lungi dal voler spiegare in modo esaustivo il fenomeno in questione, intendere la dipendenza affettiva come un’evoluzione maladattiva di un naturale legame amoroso offre la possibilità di procedere nella ricerca di strategie di coping adattive, utili agli individui che si trovino in una situazione di rischio, al bivio tra attaccamento sano o addiction.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Acevedo, B., Aron, A., Fisher, H., & Brown, L. (2011). Neural correlates of long-term intense romantic love. Soc. Cogn. Affect. Neurosci, 7(10), 145-159.
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  • Ortigue, S., Bianchi-Demicheli, F., Hamilton, A. F., & Grafton, S.T., (2007). The neural basis of love as a subliminal prime: an event-related functional magnetic resonance imaging study. J Cogn Neurosci., 19, 1218-1230.
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  • Sternberg, R. J. (1986). A triangular theory of love. Psychological Review, 93(2), 119-135.
  • Xu, X., Aron, A., Brown, L., Cao, G., Feng, T., & Weng, X., (2011). Reward and motivation systems: A brain mapping study of early-stage intense romantic love in Chinese participants. Human Brain Mapping, 32(2), 249-257.
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