expand_lessAPRI WIDGET

Il cervelletto può giocare un ruolo importante nella schizofrenia

Secondo un recente studio il cervelletto è implicato nella schizofrenia: pazienti con questo disturbo hanno volumi cerebrali minori rispetto a soggetti sani

Di Francesca Fiori

Pubblicato il 17 Lug. 2017

Aggiornato il 18 Dic. 2017 12:54

Secondo un nuovo studio di brain imaging svolto presso l’Università di Oslo in Norvegia, il cervelletto è una delle regioni cerebrali più implicate nella schizofrenia. I risultati mostrano che il volume cerebellare di pazienti affetti da schizofrenia è più piccolo rispetto a soggetti sani.

 

La schizofrenia è un disordine mentale cronico debilitante caratterizzato da sintomi psicotici (positivi) quali deliri, allucinazioni, paranoia e pensieri disordinati, nonché sintomi più sottili (negativi) quali perdita di motivazione o di giudizio, problemi di memoria, movimento rallentato, disinteresse nell’igiene e ritiro sociale.

La funzione del cervelletto nella schizofrenia

Lo studio di brain imaging è stato usato per indagare la funzione del cervelletto nel disturbo schizofrenico e ha importanti implicazioni per la comprensione di questo disordine.

Anche se il cervelletto occupa solo il 20% del cervello umano, detiene circa il 70% di tutti i suoi neuroni. Il cervelletto è da tempo associato al movimento corporeo e al coordinamento e quindi è stato raramente incluso negli studi incentrati sulle basi biologiche dei disturbi mentali.

Per lo studio, i ricercatori hanno valutato le scansioni cerebrali di 2.300 partecipanti provenienti da 14 siti internazionali utilizzando strumenti sofisticati che hanno permesso di analizzare sia il volume che la forma del cervello.

I ricercatori sono stati sorpresi nello  scoprire che il cervelletto è tra le regioni cerebrali implicate e più consistenti nella schizofrenia: i pazienti affetti dal disturbo schizofrenico hanno volumi cerebrali minori rispetto agli individui sani.

I grandi gruppi di dati hanno permesso ai ricercatori di concentrarsi sulle differenze più sottili nel volume del cervello nei pazienti con schizofrenia rispetto ai controlli sani.

È importante sottolineare che le differenze cerebrali che vediamo nella schizofrenia sono generalmente molto sottili. Questo è un motivo per cui i grandi studi collaborativi sono così importanti  – dice Moberget. – Quando abbiamo visto lo stesso schema ripetuto in molti gruppi di pazienti e controlli da diversi paesi, i risultati sono diventati molto più convincenti.Questi risultati mostrano chiaramente che il cervelletto svolge un ruolo importante nella schizofrenia – ha affermato l’autore principale Dr. Torgeir Moberget.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Schizofrenia e terapia cognitivo-comportamentale: introduzione all’argomento ed elementi di efficacia - Immagine: 57200890
Schizofrenia e terapia cognitivo-comportamentale: introduzione all’argomento ed elementi di efficacia

L'articolo espone una breve review in cui emerge il grande contributo mostrato dall’approccio cognitivo-comportamentale nel trattamento della schizofrenia

ARTICOLI CORRELATI
La WISC-V arriva in Italia

24 novembre 2023, Firenze: l'evento alla scoperta della 5ª edizione italiana della Wechsler Intelligence Scale for Children

Un cervello interconnesso (2023) di Luiz Pessoa – Recensione

"Un cervello interconnesso" risulta essere un cammino che conduce verso la comprensione della mente come qualità emergente del cervello

WordPress Ads
cancel