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Unicef Italia, un impegno concreto per i migranti

Unicef Italia si batte per garantire cure adeguate a bambini rifugiati e migranti e rispondere agli impellenti bisogni psicosociali e di salute mentale

Di Angela Ganci

Pubblicato il 08 Mag. 2017

Unicef Italia da sempre si batte in prima linea affinché sia data la giusta priorità a cure adeguate per bambini rifugiati e migranti, così da rispondere agli impellenti bisogni psicosociali e di salute mentale.

 

Il fenomeno migratorio che interessa l’Italia, a dispetto di un carattere proprio di emergenza, sempre più assume oggi i connotati di amara quotidianità, stimolando organismi nazionali e internazionali a riunire le forze per rispondere alle esigenze basilari di migranti e rifugiati (protezione fisica, sostegno, cittadinanza).

Donne, bambini, fasce fragili che richiedono un’assistenza doviziosa, costretti per svariati motivi (dalla lotta armata alla miseria, fino alle persecuzioni individuali) a cercare una nuova patria dove la spietatezza della propria realtà possa essere sostituita da un’esistenza più dignitosa, rispettosa dei diritti umani della vita, della salute, del lavoro, dell’istruzione.

Accogliendo in pieno tale sfida, Unicef Italia da sempre si batte in prima linea affinché sia data la giusta priorità a cure adeguate per bambini rifugiati e migranti, così da rispondere agli impellenti bisogni psicosociali e di salute mentale.

Bisogni di assistenza che interessano sempre più minori, in numero superiore a quello fornito dalle stime ufficiali.

Il numero di stranieri minorenni residenti non dà un quadro esaustivo della popolazione minorenne di origine straniera presente in Italia. A questo va infatti aggiunto il numero dei bambini e degli adolescenti di origine straniera che soggiornano irregolarmente, un fenomeno che per sua natura sfugge alle definizioni statistiche e per cui si corre maggiormente il rischio di non garantire i diritti fondamentali – sottolinea Matteo Ferrara, presidente del comitato provinciale Unicef di Palermo.

Unicef Italia in prima linea per il rispetto dei diritti di bambini rifugiati e migranti - Matteo Ferrara presidente del comitato provinciale Unicef di Palermo

Matteo Ferrara presidente del comitato provinciale Unicef di Palermo

 

Da tale “quotidiana emergenza” derivano i principi forti di Unicef Italia, incentrati sul rispetto dell’inviolabilità del principio di non discriminazione a beneficio di bambini e adolescenti di origine straniera e della garanzia dei diritti umani basilari quali sanità, istruzione, sicurezza economica e opportunità lavorative. In particolare:

Il nostro pensiero va al concreto rischio del mancato accesso ai diritti fondamentali per i minorenni che vivono in nuclei familiari non regolarmente soggiornanti, aumentato a seguito dell’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nello Stato italiano.

Principi saldi che si accompagnano a modifiche legislative, dove Unicef Italia diventa protagonista, attraverso ripetuti appelli alle forze politiche.

Tra le conquiste legislative sostenute da Unicef Italia la più recente è stata l’approvazione della proposta di legge nota come Legge Zampa, dal nome della Senatrice Sandra Zampa, prima firmataria del provvedimento, che introduce una serie di modifiche alla normativa vigente in materia di minori stranieri non accompagnati (MSNA) con l’intento di definire un sistema nazionale organico di protezione e accoglienza che rafforzi gli strumenti di tutela già garantiti dall’ordinamento e al contempo assicuri omogeneità nell’applicazione delle disposizioni in tutto il territorio nazionale. Il Comitato Italiano per l’UNICEF ha seguito fin dall’inizio l’iter parlamentare del provvedimento, contribuendo al suo miglioramento, insieme alle altre associazioni che in Italia si occupano della condizione particolarmente vulnerabile dei minorenni.

Azioni di tutela che hanno trovato un ancoraggio forte alle istituzioni il 19 Dicembre 2016 con la firma di un protocollo d’intesa tra l’amministrazione del Comune di Palermo e Unicef ‘’Refugee and Migrant Response Italy’’ nello spirito di rafforzare la collaborazione già attiva attraverso attività educative, formative e di supporto alle strutture di accoglienza per MSNA a Palermo.

Gli obiettivi generali del protocollo sono molteplici, in particolare il rafforzamento di una rete locale per facilitare l’accesso ai servizi dei/delle MSNA (istruzione, sanità, cultura, sport, ecc), supportando il percorso di avvio della sperimentazione sui tutori volontari, l’affinamento delle capacità degli operatori di prima linea in diretto contatto con i/le MSNA, la disseminazione di buone pratiche per soluzioni alternative all’istituzionalizzazione – spiega Ferrara – Il Comitato Provinciale di Palermo fornisce tutto il supporto e la collaborazione affinché l’impegno già attivo sia sempre rafforzato rimanendo in stretto contatto con l’Unità organizzativa Nomadi e Immigrati del Comune di Palermo e con il Garante Cittadino per l’Infanzia e l’adolescenza.

Unicef Italia in prima linea per il rispetto dei diritti di bambini rifugiati e migranti - protocollo amministrazione del Comune di Palermo e Unicef

Protocollo d’intesa tra l’amministrazione del Comune di Palermo e Unicef

 

Dalla teoria alla pratica il passo è stato breve: dopo la cerimonia del 19 dicembre 2016 che ha visto, tra gli altri, esponenti quali il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Umberto Palma, Rappresentante di Unicef per la Sicilia, e il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del comune di Palermo, Pasquale D’Andrea, ecco in partenza il primo Corso di Formazione per Front-Line workers, di cui si è recentemente conclusa la seconda edizione.

Il Corso, presentato da Sabrina Avakian, esperta della protezione dell’Infanzia Unicef ed Elisabetta Di Giovanni, ricercatore di scienze psicologiche, pedagogiche e della formazione dell’Università di Palermo, e coadiuvato dal coordinamento tecnico amministrativo del sottoscritto e di Antonella Palazzo, si è posto l’obiettivo di fornire competenze e strumenti per l’assistenza psico-sociale ed educativa  a tutti coloro che lavorano a stretto contatto con MSNA, a partire dall’individuazione dei motivi della fuga dai propri Paesi per arrivare alla definizione delle problematiche relative all’affido dei bambini – dichiara ancora Ferrara.

Svariati gli argomenti affrontati tra cui spiccano il tema dell’accoglienza agli sbarchi e la figura del tutore per i MSNA.

Unicef Italia in prima linea per il rispetto dei diritti di bambini rifugiati e migranti - Corso di Formazione per Front-Line workers

Corso di Formazione Unicef per Front-Line workers

 

Riguardo al primo tema, la tutela dei MSNA inizia fin dallo sbarco, momento caratterizzato da confusione e ricerca di sostegno umanitario.

In questo momento delicato tra le organizzazioni preposte al sostegno troviamo Save the children che fornisce regolarmente una brochure contenente informazioni utili sul diritto d’asilo; è poi possibile effettuare visite mediche con la presenza di infettivologi. Riguardo ai minori è prassi comune utilizzare la fotosegnalazione e analizzare le impronte per i minori ultraquattordicenni. Un primo pericolo reale è invece costituito dalla possibilità di fuga nel trasferimento dal porto ai luoghi preposti all’accoglienza come le Comunità.

Superato il primo step dell’ingresso in sicurezza in Italia, si pone il problema della tutela di carattere sociale e giuridico: ecco, figura centrale per un MSNA, il tutore nominato dal giudice tutelare, un volontario che assolve a funzione di cura e protezione, conosce la cultura di appartenenza del minore e le strategie di aiuto, l’unico preposto a fare richiesta di permesso di soggiorno, autorizzazione amministrativa rilasciata da un’apposita commissione.

Chiari i riferimenti normativi:

L’art. 343 codice civile impone che la tutela sia aperta allorché i genitori siano nell’impossibilità di esercitare la potestà – riferisce Fulvio Vassallo Paleologo, dell’associazione Diritti e Frontiere (ADIF) – Il tutore è poi fondamentale per il conseguimento del permesso di soggiorno alla maggiore età, in base a quanto stabilito dall’articolo 32 del Testo unico 286/1998 che legittima a tale conseguimento, fra gli altri, coloro che durante la minore età erano sottoposti a tutela. Una criticità riscontrata in questi casi è rappresentata dai tempi necessari alla nomina dei tutori, di regola otto mesi con una media di un anno e otto mesi per le audizioni.

E se tali attività non rendessero pienamente giustizia dell’impegno di Unicef Italia ulteriori azioni in corso testimoniano la continuità e l’intensità del progetto di tutela.

Il Comitato Unicef di Palermo segue il fenomeno migratorio dei MSNA anche con il progetto del servizio civile nazionale Insieme con i bambini e i giovani migranti, stipulando accordi di collaborazione con Scuole, Centri di Accoglienza e strutture culturali e sportive della città – riprende Ferrara.

Un impegno che si traduce in motivazione a fare sempre di più, dove i sogni di un futuro migliore dei minori non possono essere disattesi.

In questo momento, alla luce dei provvedimenti che l’Italia leader tra i Paesi dell’UE sta attuando, non posso che essere orgoglioso e soddisfatto di poter lavorare con gli strumenti legislativi necessari per migliorare tutte le condizioni dei MSNA e condivido quanto dichiarato dal nostro presidente Giacomo Guerrera in occasione dell’approvazione della legge Zampa: È un importante passo avanti per i bambini migranti e rifugiati che sono fuggiti da situazioni invivibili e sono arrivati in Italia pieni di speranza per il loro futuro.

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Angela Ganci

Psicologia & Psicoterapeuta, Ricercatrice, Giornalista Pubblicista.

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