La SCID-5 -CV (Structured Clinical Interview for DSM-5- Clinical Version) è un’intervista semistrutturata per formulare diagnosi secondo i nuovi criteri del DSM-5. Si inserisce all’interno degli strumenti clinici creati in associazione del recente DSM-5 come il PID-5 e le Scale di Valutazione del DSM-5.
La SCID-5 -CV può essere somministrata sia a pazienti psichiatrici che a soggetti appartenenti ad una popolazione generale. Risulta più adatta a individui che abbiamo superato i 18 anni di età, ma può essere svolta anche con gli adolescenti applicando alcuni accorgimenti quando si pongono le domande.
La SCID-5 può essere utilizzata per la valutazione psicodiagnostica in molteplici contesti: clinico, forense, nelle procedure di ammissione e nella ricerca.
Dal lontano 1983, anno in cui venne proposta una procedura di valutazione attraverso i criteri dell’allora DSM-III, la SCID si è evoluta e nella sua nuova veste si suddivide in tre versioni: CV (Clinical Version-Versione per il clinico); RV (Research Version-Versione per la ricerca); CT (Clinical Trial- versione per gli studi clinici).
La SCID-5 -CV : la versione per il clinico
Quella che qui verrà presentata è la versione per il clinico: la SCID-5 -CV.
A differenza delle altre due, in questo formato l’intervista permette di formulare diagnosi per quei disturbi che hanno un impatto sui codici diagnostici. Vengono dunque presi in considerazione quegli specificatori che incidono sulla scelta del codice. Per i disturbi che non sono presi in esame si può tuttavia proseguire con un’intervista non strutturata.
La SCID-5 -CV si concentra principalmente sull’attualità del disturbo per una sua netta pregnanza a livello terapeutico e di gestione clinica. Ciò nonostante è presente un approfondimento anamnestico nei disturbi dove è ritenuto necessario. Alla diagnosi inoltre è applicato un arco temporale di riferimento (Attuale-Storia Pregressa).
L’intervista è composta da 10 moduli indipendenti tra loro che permettono di valutare i seguenti disturbi:
Come si può notare sono esclusi i Disturbi di Personalità che, pur essendo rimasti invariati dalla precedente versione del DSM, possono essere valutati con la specifica versione aggiornata della SCID (SCID-5-PD).
Domande e punteggi nella SCID-5
La SCID-5 inizia con una serie di domande aperte volte a raccogliere un numero sufficiente di informazioni per formulare una diagnosi provvisoria da confermare con l’utilizzo dei moduli diagnostici specifici. Le domande hanno una sequenza atta a favorire un processo diagnostico differenziale caratteristico di un clinico esperto. L’attribuzione dei punteggi comprende la presenza o assenza dei criteri diagnostici (indipendentemente dalle risposte del paziente alle domande della SCID).
Il clinico può attribuire i seguenti punteggi:
- “SI” qualora soddisfatto un criterio;
- “NO” qualora non sia soddisfatto;
- “-“ Assente/sottosoglia per un criterio sintomatologico valutato su un continuum);
- “+” Soglia (per un criterio sintomatologico valutato su un continuum)
Al termine dell’intervista viene compilato un “Foglio riassuntivo dei punteggi diagnostici” dove vengono indicate le diagnosi DSM-5 presenti e/o pregresse del paziente. Il foglio include anche i codici diagnostici dell’ICD-10-CM. Per la definizione dei punteggi il clinico può utilizzare tutte le informazioni disponibili sul paziente: relazioni cliniche, osservazioni dei famigliari e degli amici.
Nello specifico, i tempi di somministrazione variano dai 45 ai 90 minuti e solitamente avviene in una singola sessione. La SCID-5 è, tuttavia, flessibile e adattabile alle specifiche tempistiche e necessità di somministrazione. Ad esempio, può essere somministrata anche in videoconferenza senza incorrere in riduzioni della capacità di valutare adeguatamente il soggetto.
Infine, il manuale fornisce anche una sezione con materiali per il training. Sono proposti sia casi utili per svolgere role-playing che casi per esercitazioni individuali.
Nel complesso, la SCID-5-CV si propone come uno strumento clinico duttile, accurato e concettualmente indispensabile per favorire quel processo di comunicazione diagnostico unificato tra le differenti professionalità sanitarie (psichiatra, neuropsichiatra, psicologo, psicoterapeuta, infermieri, logopedisti, psicomotricisti, ecc.).
Nondimeno la sua proceduralizzazione fornisce un ottimo materiale formativo per i giovani clinici, uno standard di psico-valutazione condivisa e una terminologia comune per favorire la collaborazione e la comprensione tra coloro che operano in contesti clinici, giuridici e di ricerca.