expand_lessAPRI WIDGET

L’ipotensione ortostatica influisce sulle prestazioni cognitive nei soggetti con Morbo di Parkinson

E' stato dimostrato che i pazienti con morbo di Parkinson nella condizione di ipotensione ortostatica presentano deficit cognitivi.

Di Marianna Bottiglieri

Pubblicato il 28 Dic. 2016

Aggiornato il 23 Gen. 2017 10:16

In un nuovo studio pubblicato online nella rivista “Neurology”, un team di ricercatori del Beth Israel Deaconess Medical Center (BIDMC) e di neuropsicologi della Boston University, ha dimostrato che quando pazienti col morbo di Parkinson esperiscono un aumento della pressione sanguigna dopo essersi alzati in piedi – condizione conosciuta come “ipotensione ortostatica” (OH) – mostrano deficit cognitivi significativi. Questi deficit regrediscono quando i soggetti sono a riposo e la loro pressione sanguigna ritorna nella norma.

 

I deficit cognitivi dei pazienti con morbo di Parkinson

Alcuni deficit cognitivi potrebbero non essere notati dagli psicologi nella valutazione di pazienti Parkinsoniani che si trovano seduti o distesi, e potrebbero condurre a difficoltà nelle attività giornaliere svolte stando in piedi o camminando.

Il decadimento cognitivo è un sintomo comune della malattia di Parkinson [blockquote style=”1″]In questo studio, dimostriamo che la postura eretta nei pazienti con morbo di Parkinson, esacerba i deficit cognitivi e che questo effetto è transitivo e reversibile. Basandoci su questi risultati, incoraggiamo i clinici a includere test cognitivi in varie posture, nella loro valutazione dei pazienti [/blockquote]ha detto l’autore Roy Freeman, medico e direttore del “Center for Autonomic and Peripherale Nerve Disorders al BIDMC e professore di neurologia all’Harvard Medical School (HMS).

Caratterizzato dalla sintomatologia classica di tremori, rigidità e rallentamento dei movimenti, il morbo di Parkinson è una progressiva degenerazione di parti del sistema nervoso. Esso intacca molti aspetti del movimento e può essere causa, tra le altre cose, di inespressività facciale, rigidità degli arti e problemi di andatura e postura. Il Parkinson è anche associato a deficit cognitivi attribuibili al degrado della connettività tra diverse regioni cerebrali. Una percentuale superiore al 50% della popolazione affetta da morbo di Parkinson potrebbe anche essere affetta da ipotensione ortostatica (OH).

La relazione tra ipotensione ortostatica e deficit cognitivi

In uno studio precedente, Freeman e colleghi hanno dimostrato che l’ipotensione ortostatica sarebbe collegata a deficit cognitivi reversibili in pazienti con un disordine neurologico raro chiamato “gangliopatia autonomica autoimmune”.
In questo nuovo studio i ricercatori hanno cercato di collegare la condizione dell’ipotensione ortostatica alla più diffusa Malattia di Parkinson.

Freeman e colleghi, inclusi Justin Centi e Alice Cronin-Golomb, medico e direttore del “Vision and Cognition Laboratory and Center for Clinical Biopsychology” e professoressa di scienze psicologiche e cerebrali alla Boston University, hanno diviso 55 volontari in tre gruppi: 18 pazienti con Malattia di Parkinson e OH, 19 pazienti con Malattia di Parkinson, ma senza OH e 18 soggetti di controllo, senza Malattia di Parkinson, né OH. A tutti i partecipanti sono stati somministrati una serie di test cognitivi in due condizioni: da supini e inclinati di 60 gradi. I ricercatori hanno misurato e registrato la pressione sanguigna dei partecipanti prima e durante ogni somministrazione per assicurarsi che i partecipanti non fossero mai a rischio di perdere i sensi.

[blockquote style=”1″]Come sospettavamo, i soggetti con morbo di Parkinson e OH, hanno mostrato deficit correlati alla postura, quando si trovavano in posizione verticale, rispetto a quando erano supini, in quasi tutte le misure delle variabili cognitive[/blockquote] ha spiegato Centi, che ha notato che i partecipanti allo studio con Malattia di Parkinson, ma senza OH, hanno dimostrato deficit solo in due test cognitivi. Nel gruppo di controllo, invece, non vi era alcuna differenza nei punteggi tra la posizione verticale e quella supina.

Quando le performance dei tre gruppi erano comparate l’una con l’altra, i cambiamenti posturali non avevano impatto significativo sui partecipanti con malattia di Parkinson senza OH, confrontati con il gruppo di controllo. Tuttavia, i soggetti con Malattia di Parkinson e OH erano più facilmente caratterizzati da deficit correlati alla postura in numerosi test, inclusi quelli che misuravano le abilità matematiche, l’abilità di produrre parole in maniera fluente, il mantenimento delle informazioni in mente mentre si utilizzano, la capacità di prestare sufficiente attenzione alle informazioni da memorizzare successivamente e la ricerca veloce e accurata di item.

[blockquote style=”1″]Essenzialmente, nella clinica, tutti i test neuropsicologici sono somministrati ai pazienti da seduti, con l’eccezione degli studi di imaging, nei quali il paziente è disteso[/blockquote] sostiene Cronin-Golomb. [blockquote style=”1″]La performance cognitiva che possiamo osservare nei pazienti con Malattia di Parkinson che sono testati mentre sono seduti o distesi, allora, potrebbe sottostimare i loro problemi cognitivi nella vita reale, quando essi si trovano in piedi e svolgono i loro compiti e le loro attività giornaliere. Inoltre, i pattern di attività cerebrale negli studi di neuroimmagine, che possiamo osservare quando essi sono distesi, potrebbero non essere i pattern che il cervello produce durante le normali attività svolte in posizione eretta.[/blockquote]

I deficit cognitivi nel Parkinson sono dovuti, almeno in parte, alla degenerazione neuronale. Ma i cambiamenti transitori nella pressione sanguigna che avvengono in posizione eretta, potrebbero giocare un ruolo importante. I clinici, potrebbero perdere un importante target d’intervento, non considerando l’ipotensione ortostatica un fattore che contribuisce al declino cognitivo.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Individuato nuovo target terapeutico per curare il morbo di Parkinson
Individuato nuovo target terapeutico per curare il morbo di Parkinson

Lo studio identifica il meccanismo patogenico dell’α-Sinucleina rivelando nuove possibilità nella prevenzione del morbo di Parkinson

ARTICOLI CORRELATI
La WISC-V arriva in Italia

24 novembre 2023, Firenze: l'evento alla scoperta della 5ª edizione italiana della Wechsler Intelligence Scale for Children

Un cervello interconnesso (2023) di Luiz Pessoa – Recensione

"Un cervello interconnesso" risulta essere un cammino che conduce verso la comprensione della mente come qualità emergente del cervello

WordPress Ads
cancel