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La visione 4D della risonanza magnetica di bambini e neonati

Un team di ricerca ha creato un metodo per consentire la visione quadrimensionale della risonanza magnetica di soggetti in movimento, come i bambini. 

Di Guest

Pubblicato il 15 Nov. 2016

Attraverso la creazione di un metodo per correggere il movimento, il team di ricerca è stato in grado di fare una ricostruzione quadrimensionale dell’attività cerebrale nei soggetti in movimento, come ad esempio i feti e i bambini piccoli.

Mariagrazia Zaccaria

 

La ricostruzione quadrimensionale dell’attività cerebrale dei bambini

I ricercatori dell’Università di Washington hanno sperimentato un approccio che permette di dare un sguardo migliore a come le reti funzionali all’interno dei cervello si sviluppino nei singoli feti. Il loro lavoro affronta quello che è un problema comune che si verifica con la risonanza magnetica; se il soggetto si muove durante la scansione, le immagini sono registrate in maniera distorta.

Attraverso la creazione di un metodo per correggere il movimento, il team di ricerca è stato in grado di fare una ricostruzione quadrimensionale dell’attività cerebrale nei soggetti in movimento, come ad esempio i feti e i bambini piccoli.

La nuova strategia consente di svolgere indagini per il normale sviluppo del cervello e gli effetti che la dieta e l’ambiente che circonda la madre hanno sul normale funzionamento del cervello del feto.

Questo lavoro si è concentrato sull’attività durante la fase di default che coinvolge un insieme di regioni attive quando il cervello è a riposo, quando qualcuno sta sognando ad occhi aperti o sta vagando con la mente non riuscendo a concentrarsi su un compito specifico, e i cervelli fetali sono in modalità default per la maggior parte del tempo.

Lo studio

I ricercatori hanno creato un film quadrimensionale sui feti durante la fase di default usando la risonanza magnetica funzionale (fMRI). La fMRI, però, potrebbe produrre immagini sfocate se i soggetti si muovono mentre sono nella macchina.

I ricercatori, dopo aver dimostrato che potevano quantificare con successo l’attività cerebrale nei soggetti in movimento, hanno poi scansionato otto feti tra la 32esima e 37esima settimana di gestazione. Alla fine, sono state ottenute, grazie a questa tecnica delle immagini chiare e dettagliate.

La tecnica può essere utilizzata anche per confrontare le differenze nello sviluppo del cervello dei bambini nati a termine e prematuri, o se vi sono differenze prenatali nei bambini che sviluppano disturbi dello sviluppo neurologico.

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