expand_lessAPRI WIDGET

Bisessualità – FluIDsex

Di fluIDsex, Greta Riboli

Pubblicato il 02 Nov. 2016

Aggiornato il 22 Nov. 2017 10:30

Bisessualità del partner e insicurezza

Sono Emanuele, e sono fidanzato con ragazzo bisessuale (Cristian), io sono omosessuale e non riesco proprio a capire. Lo amo immensamente e temo di non bastargli. Non mi sento completo, sicuramente in me non può trovare tutto ciò che vuole dalla vita. Come può trovare attraente e pensare di amare anche una ragazza? Io continuo a non capire. Sono dispiaciuto, ma vorrei cambiasse. Lo amo, ma così penso di non poter sopportare questi pensieri a lungo. Il pensiero che lui desideri anche fare sesso con una donna, toccarla e penetrarla come con me non potrà mai fare. Questa relazione mi fa essere così insicuro del mio corpo.

 

Buongiorno,

il fatto che una persona si identifichi come bisessuale non significa necessariamente che nello stesso momento essa voglia intraprendere relazioni sia con una donna che con un uomo.

Il genere è solo uno dei punti di vista attraverso i quali si è attratti e si sceglie di condividere qualcosa con un partner. Non credo che a lei, ad esempio, basti che una persona sia di genere maschile per esserne attratto. E la sua omosessualità non comporta di certo che, in questo momento, nel suo partner non trovi tutto ciò che desidera nella sua vita affettivo-sessuale, e che per completezza avrebbe bisogno anche di altri uomini, con caratteristiche differenti.

Ed anche per quanto riguarda il discorso legato ad una sessualità diversa che Cristian potrebbe desiderare con una donna, ritengo che possa tornare ad adattarsi al discorso fatto poco sopra: anche lei potrebbe trovarsi limitato, con un suo partner, nel fare cose che, con altri uomini, potrebbe fare; Tutto ciò per differenze anatomiche che ognuno di noi riporta, anche all’interno dello stesso genere, e soprattutto, per differenze di pensiero e fantasia. Entro una sessualità completa, fatta di fantasie e scoperta dell’altro, converrà con me che ognuno di noi potrebbe esprimere una sessualità differente, a prescindere, anche questa volta, dal sesso biologico.

In seguito a queste osservazioni, caro Emanuele, vorrei soffermarmi sulla conclusione della sua domanda: “questa relazione mi rende così insicuro del mio corpo”. E se provassimo a leggere questa sua frase senza attribuire questa insicurezza alla sua relazione con Cristian? “sono così insicuro”. Cambiando prospettiva potrebbe iniziare a riflettere su se stesso. Ad esempio, dice che vorrebbe che il suo ragazzo cambiasse, e lei? Non hai mai pensato di voler cambiare qualcosa di sé? Ha mai pensato di non sentirsi “sicuro del (suo) corpo”, a prescindere dalla sua relazione con qualcuno?

Greta Riboli

 


 

Bisessualità non fa sempre rima con ambiguità

Sono bisessuale, ho un ragazzo ed è molto geloso e sapendo della mia sessualità, da lui definita ambigua, è infastidito da qualsiasi rapporto, anche in amicizia, che instauro con ragazzi e ragazze. Mi ritrovo costantemente a subire le sue scenate di insicurezza, così per evitare discussioni ho iniziato a rinchiudermi un po’ e a parte le amicizie di infanzia, non conosco più persone nuove.

 

Avere e mantenere una relazione monogama stabile non è mai un compito facile, soprattutto quando la propria identità sessuale è circondata da una pesante doppia stigmatizzazione proveniente sia da ambienti eterosessuali, sia da ambienti che (almeno in teoria) dovrebbero essere fonte di supporto e integrazione, come quelli LGBTQ.

Capisco la sua frustrazione. Purtroppo, proprio perché la sua identità si situa al di fuori della concezione binaria della sessualità (etero/omo), molto spesso la monogamia non le verrà attribuita di default, come invece accade (più o meno) alle persone eterosessuali o omosessuali; capita, quindi, che le persone bisessuali vengano pregiudizievolmente identificate come “sessualmente ingorde”.

Certamente esistono persone bisessuali apertamente non-monogame (che non è sinonimo di promiscuo o “ambiguo”), è questo il suo caso? Probabilmente no, ma è sicur* che questo sia chiaro anche al suo partner? Avete mai parlato del vostro stile relazionale? Siete entramb* monogam* seriali (ovvero la tendenza ad avere una relazione monogama dopo l’altra)? Molto spesso è meglio non dare nulla per scontato e cercare di parlare con chiarezza e serenità anche di quegli aspetti che generalmente tendiamo a non esplicitare.

Provando ad eliminare le possibili ambiguità percepite dal suo partner, magari riuscirete anche a smussare le sue insicurezze.

(Infine, se nulla dovesse cambiare, provi a riflettere: quanto e cosa le costa “rinchiudersi” per quel “quieto vivere” che lei cerca di mantenere evitando di aprirsi a nuove conoscenze?)

Lorena Lo Bianco

 

 


 

HAI UNA DOMANDA? 9998 Clicca sul pulsante per scrivere al team di psicologi fluIDsex. Le domande saranno anonime, le risposte pubblicate sulle pagine di State of Mind.

La rubrica fluIDsex è un progetto della Sigmund Freud University Milano.

Sigmund Freud University Milano

Si parla di:
Categorie
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Disturbo dell'identità di genere: credenze metacognitive e ansia
Disturbo dell’identità di genere, credenze metacognitive e livello di ansia

E' stato dimostrato come le credenze metacognitive abbiano un impatto sui sintomi ansiosi nella popolazione con disturbo dell'identità di genere. 

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel