Marta
In quali circostanze si parla di promiscuità sessuale e quando una visione della sessualità come non necessariamente vincolata a una relazione affettiva diventa patologica? Spesso viene diffusa l’idea che gli omosessuali siano più promiscui rispetto agli eterosessuali e che tendano a scindere più facilmente sesso e amore. In che modo è possibile rispondere a ciò?
Il concetto di promiscuità sessuale si riferisce comunemente alla diversità dei partner e alla frequenza dei rapporti sessuali con essi, eppure non esiste un confine preciso oltre il quale ci si trova nel terreno della promiscuità.
Psicologicamente può diventare importante riflettere sul significato che tali rapporti assumono nella mente della persona in questione. Ciò che potrebbe rendere patologico un certo tipo di rapporti sessuali è come essi vengono dunque vissuti dal soggetto.
Ad esempio, qualcuno può vivere una sessualità che non ritiene essere coerente con l’immagine di sé e vivere in primis un disagio rispetto a ciò, altri possono investire molto tempo ed energie pensando e ripensando al proprio modo di vivere i propri rapporti. Ed un altro aspetto potrebbe riguardare l’impulsività e l’incontrollabilità del proprio desiderio sessuale.
Per quanto riguarda l’ultima domanda, non ci sono studi scientifici a dimostrazione del fatto che l’orientamento sessuale determini una maggiore promiscuità sessuale. La diffusione di questa idea all’interno della popolazione potrebbe essere legata più a ragioni socio-culturali: come l’assente o difficile riconoscimento dell’esistenza della coppia omosessuale.
Greta Riboli
HAI UNA DOMANDA? 9998 Clicca sul pulsante per scrivere al team di psicologi fluIDsex. Le domande saranno anonime, le risposte pubblicate sulle pagine di State of Mind.
La rubrica fluIDsex è un progetto della Sigmund Freud University Milano.