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Il guanto di mio fratello: un libro per affrontare il tema della disabilità di un fratello

Il libro per bambini dai 6 anni in su è teso ad aiutare i bambini che hanno un fratello con disabilità ad accettare le difficoltà che ne derivano. 

Di Annalisa Bertuzzi

Pubblicato il 08 Set. 2016

Le difficoltà quotidiane che le persone affette da disabilità devono affrontare sono notevoli; nondimeno, forse, non si parla abbastanza delle difficoltà dei familiari, dei genitori e dei fratelli. Questo libro illustrato, destinato ai bambini dai 6 anni in su, si rivolge a coloro i quali hanno un fratello disabile. Senz’altro una sfida ardua, specie per un bambino.

Trama

Hina e Tabi sono fratelli; giocano insieme, vanno d’accordo. Fin qui andrebbe tutto bene, se non fosse per un piccolo particolare: Tabi indossa sempre un guanto, un grande guanto rosso che lo rende diverso da tutti gli altri.
Hina comincia ad accorgersi che, quando sono in mezzo alla gente, il guanto attira l’attenzione: le persone lo notano, ne parlano e non in modo positivo: suo fratello non è come gli altri.

Questo non le piace affatto. Si potrà pur fare qualcosa. Hina non si perde d’animo e, insieme con Tabi, decide di partire per un viaggio: devono raggiungere la dimora di un mago, un mago che, si dice, sia dotato di grandi poteri. Hina è sicura che, grazie ai suoi poteri, il mago saprà liberare Tabi dal suo guanto, rendendolo come tutti gli altri.

Ma il viaggio si rivela difficile, pieno di imprevisti e di ostacoli. Hina è stanca, comincia ad abbattersi, se non fosse che, nonostante il fatto che il guanto di Tabi attira l’attenzione (e gli sguardi e le parole possono pesare), tutte le volte che i due fratelli si trovano in difficoltà è proprio il guanto che si rivela un’inaspettata risorsa, grazie alla quale i due piccoli viaggiatori fanno fronte al problema di turno. Come andrà a finire questo viaggio?

Le difficoltà e i vissuti dei bambini con fratelli disabili

Le difficoltà quotidiane che le persone affette da disabilità devono affrontare sono notevoli; nondimeno, forse, non si parla abbastanza delle difficoltà dei familiari, dei genitori e dei fratelli. Questo libro illustrato, destinato ai bambini dai 6 anni in su, si rivolge a coloro i quali hanno un fratello disabile. Senz’altro una sfida ardua, specie per un bambino.
A questo riguardo, mi sembrano molto significative le parole pronunciate da Luca, di quattordici anni -che un ha fratello, Giulio, di due anni più piccolo, affetto da autismo- in risposta ad un insegnante che gli domandava come mai avesse voluto dedicare la tesina di approfondimento per l’esame di terza media al tema dell’autismo:
[blockquote style=”1″]Perché ci sono dentro fino al collo! Sfruttiamo questa opportunità per parlarne.[/blockquote]

Ecco, in casi del genere ci si è dentro fino al collo. Sarebbe troppo facile (e inutile) nascondersi dietro affermazioni retoriche, che non rendono giustizia alle difficoltà, al dolore che si prova, ai momenti in cui ti domandi perché, tra tanti, sia capitato a te.

E’ solo quando si riesce a fare i conti con tutto questo che si trova il modo di trasformare la difficoltà in una risorsa. E’ quello che succede ad Hina, la protagonista del libro. Ed è anche quello che è successo a Giulia Franco, che il libro l’ha scritto prendendo spunto dalla propria personale esperienza di sorella di un ragazzo disabile, con l’obiettivo di aiutare a comprendere meglio questa condizione.

Considerazioni

Giulia, psicologa psicoterapeuta di professione, ha scelto di condividere il suo vissuto e di utilizzare le proprie competenze per aiutare coloro che vivono un’esperienza analoga alla sua. Grazie al suo libro impariamo -un po’ come in un altro bel libro che ho recensito, “Il tesoro di Risolina” di Alberto Pellai- che la diversità, declinata anche in forma di disabilità, può essere letta come una risorsa; il guanto diventa metafora di una condizione ingombrante e ineliminabile, che necessita di un delicato e paziente viaggio di accettazione.

Un viaggio che può essere compiuto fin da bambini. Perché anche ai bambini si può e si deve parlare di esperienze difficili, in modo particolare se queste esperienze li riguardano direttamente- cosa che scrivevo di recente nella recensione di un altro libro ancora, “Mamma uovo. La malattia spiegata a mio figlio”-, in modo da non lasciarli soli e senza supporto rispetto ad un vissuto che è già difficile da fronteggiare per un adulto.
Di certo bisogna trovare il modo giusto per affrontare determinati argomenti e questo libro, complice anche le belle illustrazioni, il modo lo trova, riuscendo ad essere d’aiuto non solo a chi vive la condizione di fratello di una persona disabile, ma di arricchimento per tutti. Perché la diversità è sempre una risorsa.

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SCRITTO DA
Annalisa Bertuzzi
Annalisa Bertuzzi

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA AD INDIRIZZO UMANISTICO - INTEGRATO

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Franco, G. (2015). Il guanto di mio fratello. Saonara: Il Prato Edizioni.
  • Scafetta, V. (2016). L’autismo (di mio fratello) secondo me. La tesina dalla vita reale di Luca e Giulio. Dal sito Pernoiautistici.com, 1 luglio 2016
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