expand_lessAPRI WIDGET

Sulla soppressione del Tribunale per i Minori, perchè così non va proprio bene

Il rischio è che le pratiche che coinvolgono un minore vengano decise da una magistratura priva di puntuale competenza in materia minorile...

Di Selene Pascasi

Pubblicato il 04 Lug. 2016

La questione inerente la postulata soppressione del Tribunale per i Minorenni si correla, necessariamente, ad una valutazione, dal respiro nettamente più ampio, inerente le modalità attuative di un tale intervento, nonché la riorganizzazione dell’apparato concepito dal legislatore a tutela del minore.

Così, un favore nei confronti di detta soppressione potrebbe incontrare l’adesione da parte degli operatori del diritto, esclusivamente ove tale organo risultasse effettivamente inglobato in un vero e proprio Tribunale per la Famiglia.

Diversamente, ove venisse a configurarsi una sorta di abolizione sic et simpliciter del Tribunale per i Minorenni, non si potrebbe non provare perplessità verso una soluzione che farebbe “invecchiare la società giuridica” di qualche decennio, provocando un effetto tabula rasa dei principi base della cultura normativa, ormai da tempo orientata, scritta e pensata alla luce dell’esclusivo interesse dei minori, siano essi vittime di reati, bimbi in stato di abbandono o prole di coppie in crisi.

Il rischio, in altre parole, è che le pratiche processuali che vedono coinvolto un minorenne, a dir poco delicate, vengano analizzate e poi decise da una magistratura solo prima facie specializzata, ma, invero, priva di puntuale competenza in materia minorile, tanto da concretarsi una violazione, più o meno esplicita, della disciplina costituzionale e delle raccomandazioni europee.

Rischio fugato, invece, ove – come inizialmente prospettato – fosse stata prevista la creazione di un Tribunale e di un Ufficio autonomo di Procura, demandati in via esclusiva della trattazione di ogni procedimento riguardante un soggetto non maggiorenne. In similari ipotesi, del resto, la specializzazione della magistratura, in uno con l’esclusività della sua funzione, nel civile come nel penale, divengono fattori vitali a garanzia dei diritti del minore, ove si pensi, tra le altre considerazioni, al fatto che, con il noto giusto processo, il Pubblico Ministero minorile non possiede la facoltà, facente capo alla Procura minorile (della quale, però, non sono ancor chiari ruolo e previsione in seno alla discussa riforma), di aprire d’ufficio un processo a tutela del minore.

E allora, come si può pensare di creare sezioni specialistiche senza dotarle di autonomia funzionale? Ancora, occorrerebbe che i magistrati assegnati alle sezioni specializzate venissero esonerati dai turni cosiddetti ordinari, nell’ottica di garantir loro un’azione immediata in caso di appurato o ipotetico pericolo per il minore. Di qui, l’opportunità e l’auspicio che, alla linea finora tracciata in vista della possibile soppressione dei Tribunali per i Minorenni, siano apportate sensibili modifiche volte, dati alla mano, ad una tangibile – e non solo apparente – razionalizzazione del sistema giustizia.

PER FIRMARE LA PETIZIONE none

 

 

Hanno preso posizione riguardo all’abolizione dei Tribunali per i minorenni:

 

Fermiamo l’abolizione dei Tribunali per i Minorenni!

Vi chiedo pochi minuti di attenzione per una questione di grande importanza di cui la stampa si sta occupando pochissimo: la Riforma della Giustizia “Orlando”, che ha appena concluso il suo Iter alla Camera e sta passando al Senato, contiene una parte che riguarda la riforma del Tribunale per i Minorenni.

Fino a gennaio la Riforma sembrava andare nella direzione di una sorta di passaggio dal TM al nuovo Tribunale per la Famiglia, che avrebbe riunito tutte le competenze sui Minori.

Ma a gennaio la inaspettata approvazione di un emendamento in Commissione Giustizia della Camera (il n.25 proposto dalla deputata PD Ferranti) ha fatto tracollare la situazione, portando ad una abolizione tout court del Tribunale per i Minorenni, a favore di non meglio specificate sezioni specializzate.

La riforma, così come è al momento, è destinata a riportarci indietro di 50 anni, proprio nel momento in cui la nostra Giustizia Minorile sta ricevendo i maggiori tributi nel resto d’Europa.

La riforma ridurrà drasticamente la specializzazione dei Magistrati (sia Giudicanti che Inquirenti) che si occupano di Minori, portando nella maggior parte d’Italia ad una situazione nella quale si occuperanno di questioni delicatissime (penale minorile, abuso sessuale in infanzia, separazioni ad alta conflittualità, maltrattamenti ai bambini,…) Magistrati che non hanno specializzazione sui temi dei Minorenni, e che si devono occupare di questa materia al pari di incidenti stradali, marchi, fallimenti,…

Quando il Ministro Castelli, nel 2003, propose la chiusura del Tribunale per i Minorenni, ci fu un sollevamento di scudi sia in Parlamento che negli organi di Stampa. Oggi, invece, la riforma sta conducendo il suo iter senza che gli organi di stampa stiano dando alla questione la giusta rilevanza.

Tutte le rappresentanze degli “operatori del settore” (Magistrati, Magistrati Minorili, Avvocati minorili, ordine degli assistenti sociali, ordine degli psicologi, tutte le organizzazioni che compongono il Gruppo CRC, incaricato di verificare il rispetto in Italia della Convenzione ONU sui diritti dei minori,…) hanno preso una posizione durissima contro la soppressione dei Tribunali per i Minorenni.

Ma c’è bisogno che a prendere posizione siano tutti i Cittadini, perché l’abolizione dei TM è una ferita al nostro Paese, che lo riporta indietro di decenni sulla cultura della Tutela dei bambini e degli adolescenti!

Vi chiedo di firmare questa petizione per chiedere ai senatori che compongono la commissione giustizia di stralciare dalla riforma gli articoli riguardanti la disciplina minorile, per portarla a una discussione piu’ accurata e meno frettolosa.

(Il testo della petizione è a cura di Paolo Tartaglione, NdR).

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Selene Pascasi
Selene Pascasi

Avvocato, Giornalista Pubblicista e Scrittrice

Tutti gli articoli
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Il caso del “Bambino di Padova”, etica giornalistica e risvolti legali #2
Il caso del “Bambino di Padova”, tra etica giornalistica e risvolti legali

PSICHE & LEGGE #2 - Il bambino di Padova - Rubrica di State of Mind a cura di Selene Pascasi, Avvocato e Giornalista Pubblicista

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel