
Trattamento della dislessia: Nel presente articolo viene riportata una recente scoperta italiana – da parte dei ricercatori di neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con il Laboratorio di stimolazione cerebrale della Fondazione Santa Lucia – riguardante una nuova tecnica per aiutare i dislessici nella lettura, attraverso la stimolazione cerebrale non invasiva.
Caratteri generali della dislessia
La dislessia «è un disturbo di natura multifattoriale (genetica, biologica, ambientale)» (A. Tittozzi, 2016) che impedisce, a chi ne soffre, di leggere e comprendere un intero scritto, nonostante possieda la capacità sia di leggere che comprendere le singole parole scritte.
Oltre la difficoltà di leggere fluentemente i dislessici trovano difficoltà anche a comprendere la fonetica, hanno problemi nella velocità e nell’ortografia.
Si divide in due grandi gruppi: dislessia evolutiva che si manifesta durante la fase di apprendimento della lingua scritta e la dislessia acquisita che colpisce le persone adulte, le quali avevano acquisito in maniera normale la capacità di leggere, ma che a seguito di una lesione celebrale – spesso nel giro angolare e sopramarginale dell’emisfero sinistro – ne hanno perso la capacità (definizione tratta dall’Enciclopedia Treccani online).
In Italia la dislessia colpisce circa il 3% dei bambini in età scolare e ciò ha forti ripercussioni sulla sfera dell’apprendimento, ma anche su quella sociale e psicologica.
I dislessici, incontrano dunque difficoltà nella decodificazione dei testi scritti, come se le lettere saltassero da una parte all’altra. A tal proposito, per comprendere quanto sia difficile per un dislessico leggere, lo sviluppatore Victor Widell ha creato uno script
animato in Java che simula l’esperienza di lettura dei dislessici
Può leggere, ma ci vuole molta concentrazione, ed è come se le lettere continuassero a saltare dappertutto
Tale script ha avuto una tale diffusione virale sui media anglosassoni, che il magazine Quartz, utilizzando il medesimo codice di Widell, ha creato un plug-in per browser che
permette di navigare su ogni pagina web come se si fosse dislessici.
L’attenzione alla dislessia nei paesi inglesi è molta alta, in quanto l’organizzazione Dyslexia International stima che almeno il 10% della popolazione sia colpita da questa patologia.
Lo studio: un nuovo trattamento della dislessia
La ricerca presentata in questo articolo, è stata pubblicata su Restorative Neurology and Neuroscience (F. Costanzo, C. Varuzza, S. Rossi, S. Sdoia, P. Varvara, M. Oliveri, K. Giacomo, S. Vicari, D. Menghini, 2016) e mostra che:
There is evidence that non-invasive brain stimulation transitorily modulates reading by facilitating the neural pathways underactive in individuals with dyslexia.
Lo studio sul trattamento della dislessia è stato finanziato dal Ministero della Salute Italiano ed è stato portato avanti secondo le norme della World Medical Association’s Declaration of Helsinki e autorizzato dal Comitato Etico Indipendente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (D. Natali, 2016).
Le ricerche nello specifico sono state condotte dai ricercatori del Bambino Gesù sotto la supervisione della dottoressa Deny Menghini, con bambini e adolescenti dislessici e indagando se più sessioni di stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS) aumentino la capacità di lettura dei bambini e adolescenti dislessici e se l’effetto positivo sia di lunga durata.
Metodo
La tecnica utilizzata per il trattamento della dislessia è denominata stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS), non è invasiva e inoltre è già utilizzata nei trattamenti di disturbi quali la depressione e l’epilessia focale.
Nelle persone dislessiche vengono stimolati i circuiti celebrali alterati grazie al passaggio di corrente a basso voltaggio (intensità di un milliampere), che ne modifica l’attività neurale permettendo l’aumento di velocità e l’accuratezza della lettura.
In dettaglio: la stimolazione viene fornita da un dispositivo portatile che, alimentato da pile, è in grado di erogare una corrente continua e bassa.
Alla ricerca – della durata di 18 incontri – hanno partecipato 19 bambini e adolescenti dislessici di età tra i 10 e i 17 anni, i quali, casualmente, sono stati assegnati a due gruppi: uno a cui si sottoponeva il trattamento attivo e l’altro placebo (a dispositivo spento, senza che il gruppo in questione ne fosse a conoscenza).
Durante la terapia di stimolazione i partecipanti dei due gruppi hanno eseguito contemporaneamente delle attività che favoriscono la correttezza e la velocità della lettura (simili a quelle utilizzate per la logopedia).
Risultati
In sei settimane il gruppo sottoposto a procedura attiva ha migliorato la propria capacità del 60% passando da 0,5 a 0,8 sillabe lette al secondo:
The active group showed reduced low frequency word reading errors and non-word reading times. These positive effects were stable even one month after the end of treatment. None reported adverse effects
Per i ragazzi invece sottoposti al trattamento placebo i miglioramenti non sono degni di nota (0.04 sillabe al secondo).
Gli studi recenti hanno dimostrato che la tDCS
variando l’attività neurale di circuiti cerebrali alterati nelle persone dislessiche, consente un miglioramento delle attività di lettura
Conclusioni
La tDCS non vuole sostituirsi alla logopedia tradizionale nel trattamento della dislessia, ma
integrare la terapia logopedica tradizionale, tanto che i nostri risultati dimostrano la sua particolare efficacia in combinazione con la terapia tradizionale
Il fondatore dell’Associazione Italiana Dislessia (AID), Giacomo Stella, ha commentato come questi risultati siano importanti anche per la conferma delle loro ricerche sul fatto che alcuni dislessici presentino una bassa connettività neuronale in alcune aree della corteccia
come se fosse un motore mal carburato che gira male al minimo e che non risponde quindi con la dovuta prontezza alle sollecitazioni quando c’è bisogno di accelerare. La tDCS interviene proprio su questo meccanismo inefficiente e può essere molto utile al recupero
come ogni terapia, non va applicata a tutti e che vanno ancora studiati bene gli effetti a distanza
Si tratta di uno studio preliminare i cui dati attendono di essere supportati da indagini su casistiche più ampie, ma i risultati ottenuti sono di grande importanza dal punto di vista clinico
Consigliato dalla redazione
Gli aspetti emotivi della dislessia evolutiva in infanzia, adolescenza e età adulta
Bibliografia
- AA.VV. Enciclopedia online, Treccani
- Costanzo F., Varuzza C., Rossi S., Sdoia S., Varvara P., Oliveri M., Giacomo K., Vicari S., Menghini D., (21 marzo 2016), Evidence for reading improvement following tDCS treatment in children and adolescents with Dyslexia, Restorative Neurology and Neuroscienze, vol. 34, pp, 215-226. Consultato il 30 maggio 2016.
- Natali D., (marzo 2016), [versione online], Una «scossa» per migliorare le capacità di lettura dei bambini, Corriere della sera.
- Tittozzi A., (marzo 2016), Nuova tecnica per aiutare i dislessici: la scoperta dai ricercatori del Bambino Gesù insieme con la Fondazione Santa Lucia, Salute, Il Messaggero.it. Consultato il 30 maggio 2016.
- https://oggiscienza.it/2016/03/25/dislessia-disturbo-apprendimento-lettere/
- http://data.qz.com/2016/dyslexia/
- www.ospedalebambinogesu.it