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Le paure nei bambini: quali sono le più frequenti e come gestirle

Esistono diverse paure nei bambini, alcune esistenti dalla nascita, altre legate alla crescita e allo sviluppo e altre che insorgono dopo eventi traumatici.

Di Simona Di Paolo

Pubblicato il 09 Mag. 2016

Aggiornato il 18 Gen. 2017 11:21

Le paure nei bambini possono essere divise in tre categorie: le paure innate, presenti dalla nascita; le paure legate alla crescita, che appaiono a diverse età; le paure apprese in seguito ad eventi traumatici o indotte dall’ambiente di vita.

Che cos’ è la paura?

La paura, come altre emozioni primarie è iscritta nel nostro patrimonio genetico. La paura è un campanello d’allarme interno che ci segnala la presenza di un pericolo o di una minaccia nel mondo esterno. Ha il pregio di segnalare i pericoli e di attivare l’organismo dicendoci <<Attenzione qualcosa o qualcuno sta per farti del male>> pertanto il suo scopo è quello di attivare comportamenti di protezione come la fuga o l’attacco. La paura fornisce la motivazione necessaria alla mobilitazione delle energie, soltanto quando è eccessiva porta a compiere azioni avventate e controproducenti. Una persona senza paura non potrebbe sopravvivere a lungo ad esempio attraversando la strada con il rosso.

Sotto l’effetto della paura i battiti del cuore aumentano, la pressione del sangue accelera, gli occhi sono sbarrati oppure serrati, le pupille dilatate, le orecchie tese a cogliere ogni rumore sospetto oppure tappate con le mani, la pelle d’oca, intensa sudorazione, sensazione di caldo alla testa, pulsazioni accelerate. In questo stato di allerta, anche gli organi interni, come intestino e reni, lavorano ad un ritmo vorticoso, tanto da produrre diarrea e disturbi di digestione, gli zuccheri si riversano nel sangue, aumentano le secrezioni da parte dell’ipofisi e della midollare del surrene. Aumentano l’attenzione e la velocità delle reazioni. Più estesa è la situazione che provoca paura, più sembrerà minacciosa al soggetto e più violente saranno le emozioni provate.

Questo sistema psico-fisico migliora la capacità di lottare, oppure di fuggire e di immobilizzarsi, il cosiddetto freezing (in cui si attiva il sistema nervoso simpatico, e i muscoli sono tonici), oppure immobilizzazione/morte apparente (in cui si attiva il sistema nervoso parasimpatico dorsale e vi è afflosciamento muscolare) tipico atteggiamento protettivo assunto dagli animali.

 

Le paure nei bambini

Sono stati individuati tre principali stili educativi favorenti l’acquisizione delle più comuni paure nei bambini. I bambini, infatti, manifestano comportamenti disturbati solo nel contesto di situazioni disturbate. Si tratta di situazioni che, oltre ad offrire contingenze di rinforzo inadeguate, favoriscono l’apprendimento nel bambino di convinzioni, inferenze e valutazioni elicitanti manifestazioni emotive disturbate.

– Stile ipercritico: è caratterizzato da un’elevata frequenza di critiche rivolte al bambino sotto forma di rimproveri oppure manifestando biasimo nei suoi confronti, svalutandolo e mettendolo in ridicolo. Gli adulti che adottano questo stile educativo, difficilmente notano i comportamenti adeguati del bambino, mentre sono sempre pronti ad evidenziare i suoi errori. Ciò determina nel bambino paura di sbagliare, di essere disapprovato, bassa stima di sé.
– Stile perfezionistico: è uno stile educativo sostenuto dalla convinzione che il bambino deve riuscire bene in tutto ciò che fa e che il suo valore (e quello dei suoi genitori) è determinato dal successo che ottiene in varie attività. Nel bambino viene cosi modellato un atteggiamento perfezionistico, che lo porta a temere in modo eccessivo la disapprovazione e la critica qualora non riesca bene in ciò che fa. I bambini educati con questo stile, diventano molto ansiosi quando si cimentano in qualcosa di impegnativo (compiti in classe, esami, gare ecc.) e ritengono di valere qualcosa, solo se riescono bene ed ottengono l’approvazione altrui. Le manifestazioni più frequenti di paura sono, in questo caso, l’ansia scolastica e l’ansia sociale.
– Stile iperansioso-iperprotettivo: tale stile educativo è contraddistinto da un’eccessiva preoccupazione dell’incolumità fisica del bambino e tendono a proteggere in continuazione il figlio da ogni minima frustrazione. Nel bambino vengono quindi modellate timidezza e paura trasmettendogli soprattutto queste idee sul fatto che i pericoli sono dappertutto e bisogna stare continuamente attenti; se qualcosa è spiacevole o frustrante bisogna evitarlo ad ogni costo; se accadesse qualcosa di brutto sarebbe terribile; per sopravvivere bisogna assolutamente avere la certezza che le cose vadano bene.

 

Le manifestazioni più frequenti delle paure nei bambini

Le paure nei bambini possono essere divise in tre categorie: le paure innate, presenti dalla nascita; le paure legate alla crescita, che appaiono a diverse età; le paure apprese in seguito ad eventi traumatici o indotte dall’ambiente di vita.

La forma primaria di paura nei bambini è la perdita del contatto fisico con la mamma. A 8/9 mesi si ha paura dell’estraneo. A 12/18 mesi paura della separazione, che raggiunge il suo apice intorno al 2°/3° anno di vita. A 3/5 anni arriva la paura del temporale, del buio, dei mostri, delle streghe, di Babbo Natale e della Befana, elementi che affascinano ed al tempo stesso spaventano; paura dei pericoli fisici, di ferirsi, ammalarsi. In età prescolare la paura maggiore è quella del distacco dal genitore e dell’abbandono legata all’inizio della vita scolastica in comunità. Altra paura tipica di questa età è quella dei personaggi di fiabe e racconti come l’uomo nero o il lupo cattivo.

Durante la fanciullezza e cioè tra i 6/12 anni alcune paure degli anni precedenti possono essere padroneggiate perché ora il bambino ha maggiori competenze, ma proprio perché ora capisce di più, può cogliere altre minacce come quella dei ladri e dei rapitori, dei danni fisici, delle malattie, del sangue, delle iniezioni, della morte e dell’abbandono. Fanno la loro comparsa i timori legati al proprio stato sociale, come scolaro per esempio, e alle interazioni con gli altri: esami, litigi, sopraffazioni, nonché la paura di essere rifiutato dai compagni. Può diminuire la paura degli animali domestici ma può comparire quella degli insetti. La paura degli insetti così come quella degli animali esotici, è spesso associata alla paura dell’ignoto, di ciò che non si conosce e non si padroneggia. Un modo per superare questa paura consiste nel familiarizzare con gli insetti apprezzandone caratteristiche e qualità.

Molte delle paure legate a periodi precedenti possono ripresentarsi come regressioni a stadi precedenti dello sviluppo, ciò si spiega con la condizione di instabilità che contraddistingue tutta l’età evolutiva. Dopo un forte spavento, infatti, o di fronte a situazioni angoscianti che si protraggono nel tempo è normale che i bambini regrediscano temporaneamente a comportamenti tipici di uno stadio precedente del loro sviluppo e se ciò avviene è perché in quello stadio si sentivano più protetti e sicuri.

Gli adolescenti superano generalmente le paure degli anni precedenti grazie ad una diversa e più complessa visione del mondo. Ciò però non significa che non abbiano delle paure. Tipiche di questo periodo sono le vertigini, varie paure legate al corpo come quella di arrossire, di avere qualche anomalia fisica e vari timori legati alla sfera sociale e sessuale come: brutte figure, critiche, insuccessi, esami, essere ignorati o rifiutati. Paure per il dolore, la morte, i danni fisici, le deformità e la bruttezza, sono presenti così come la paura di perdere il controllo delle proprie azioni e di parlare in pubblico.

Riprendendo gli stili educativi presentati prima, molte altre paure nei bambini sono dovute alle raccomandazioni insistenti dei genitori: “Non toccare le forbici”, “Attento ai cani grandi”, “Non arrampicarti sugli alberi”; esse derivano anche dalle continue lamentele circa lo stato di salute, che fanno temere al bambino la malattia del padre o della madre; oppure nascono dalla iperprotezione dei genitori e dalla conseguente perdita di fiducia in sè. I bambini, insomma, oltre a temere ogni cosa, a non rischiare mai, a non intraprendere un compito nuovo, si convincono di non essere in grado di fare, di azzardare, di tentare: le paure, a questo punto, si moltiplicano, vengono accuratamente nascoste o, magari, si manifesteranno più tardi attraverso sintomi disturbanti.

L’atteggiamento dei genitori, può influire positivamente o negativamente sulle paure nei bambini:
– è bene insegnare al bambino alcune conseguenze dannose dei suoi atti, è però altrettanto opportuno non intimorirlo oltre misura, alle sue paure naturali non vanno aggiunte anche le nostre preoccupazioni, nè le nostre angosce;
– le punizioni vanno somministrate con coerenza, affinché egli non tema le conseguenze di ogni suo atto;
– la fiducia in sè va costantemente valorizzata, cosicché il bambino si senta ” capace”;
– non si devono pretendere prestazioni inadeguate alle sue reali capacità.

Infine, come regola generale, le paure nei bambini vanno rispettate e non certo adoperate come “arma” per farlo crescere o ridicolizzarlo. Spronarlo al coraggio o, a volte, tentare una spiegazione razionale può avere un effetto nullo; le sue paure passeranno certamente ma la medicina adatta alla cura è rappresentata dal nostro rispetto verso di lui, dalla pazienza e dall’opportunità che gli daremo di superare attivamente le sue paure.

 

Che cos’è la paura per un bambino?

Quella che per noi è una paura ridicola o incomprensibile può essere per un bambino fonte di grande turbamento. La maggior parte delle paure nei bambini sono irrazionali ma pur sempre legate a oggetti, persone e situazioni specifiche anche se non sempre riconoscibili.
Con il passare del tempo le paure tendono a scomparire da sole, l’aumento della consapevolezza di sé e del mondo da parte del bambino è sufficiente per superare la paura in maniera autonoma.
I problemi maggiori nascono quando la semplice paura diventa fobia.

La FOBIA è un tipo particolare di paura, sproporzionata rispetto alla situazione:
– non può essere contenuta con argomenti razionali;
– va al di là del controllo volontario;
– porta il soggetto all’evitamento della situazione temuta;
– è molto più duratura della paura;
– non va incontro ad adattamento ed abituazione;
– non è specifica di un’età o di uno stadio di sviluppo particolare;
– ostacola la vita quotidiana del bambino e gli impedisce una normale vita domestica e sociale.

L’evoluzione di una paura in fobia è fortemente segnato dalle risposte di genitori ed educatori (scuola, società sportiva etc.) e da eventuali eventi traumatici esterni.

 

Cosa fare per gestire le paure nei bambini?

Facciamo esprimere i bambini, chiediamo loro di raccontarci le emozioni e le fantasie che li inquietano, con dolcezza e senza forzarli. Riuscire a parlarne e sentirsi accolti riduce la tensione e aiuta ad affrontare il problema. Accogliamo le paure senza offrire soluzioni, offriamo tenerezza per dargli la fiducia necessaria per affrontare da solo le sue paure. Mostriamo soprattutto empatia, vicinanza emotiva: è tutto ciò di cui ha veramente bisogno il bambino. Dobbiamo soprattutto ascoltare con comprensione emotiva, così aiuteremo il bambino a scoprire qual è il suo modo unico e speciale di affrontare le paure.

Evitare di costringere i bambini a tenere le paure per se stessi. Spesso i bambini imparano a reprimere le proprie paure, imparano a viverle in silenzio per compiacere le figure di riferimento, per non preoccuparli o inquietarli.
– Mostriamo vicinanza e affetto nel momento in cui si manifestano le paure nei bambini. Una presenza calma e affettuosa ha un immediato effetto tranquillizzante.
– Rispettare sempre le emozioni dei bambini. Tutte le paure nei bambini sono legittime e piene di valore, è fondamentale che il mondo adulto attribuisca loro credito.
Questa è la condizione principale perché un bambino si fidi di noi, rispettarle sempre anche se la sua emozione ci pare assurda e irrazionale.
– Educhiamo i bambini a comportamenti positivi: meglio proporre sempre degli eroi positivi attraverso favole e fiabe che sconfiggono i cattivi grazie alle loro doti di bontà e gentilezza.
– Evitiamo i confronti: ogni bambino ha i suoi tempi, che devono essere rispettati.
– Non diciamo mai: “Affronta la paura, devi essere forte”: spingere un bambino a viso aperto contro una paura è sbagliato, perché può trasformare la paura in terrore e ingigantire il problema. Non costringiamo il bambino ad affrontare le sue paure in modo troppo diretto e brutale. Per superare una paura spesso ci vuole tempo e pazienza. Bisogna rispettare i tempi e le modalità del bambino. Ricordiamoci che potrà superare i suoi timori solo se sceglie personalmente di farlo: il quando e il come affrontare le paure lo sceglierà lui stesso. E’ fondamentale che non ci sia mai nessuna pressione ansiogena da parte nostra per il superamento delle paure, altrimenti si sentirà costretto più dal nostro desiderio che dal suo, e la costrizione genera molta paura.
– Comunicare ai propri bambini la consapevolezza che la paura fa parte della vita. E’ fondamentale trasmettere ai propri bambini la certezza che la paura fa parte della vita di tutti i giorni, “che anche noi quando eravamo bambini abbiamo provato paura e continuiamo ad averla anche da adulti”, ma che può essere affrontata e talvolta anche superata con serenità.
– Non facciamo sentire i bambini dei fifoni: proveranno un forte senso di colpa e si sentiranno inadeguati. Quindi l’umorismo va evitato.
– Evitare di rassicurarlo in maniera eccessiva, potreste convincerlo che c’è veramente qualcosa da temere. L’iperprotezione non favorisce la formazione del coraggio.
– Evitare di parlare spesso davanti a lui di paure o fobie potreste aggravarle. I bambini vivono la realtà attraverso i significati del mondo reale che noi adulti gli trasmettiamo.
I bambini leggono la realtà con i nostri occhi, con gli occhiali che i genitori, i nonni e gli adulti di riferimento gli forniscono. Quindi, alcune paure dei bambini sono apprese per imitazione: molte madri, infatti, pur senza rendersene conto, trasmettono le loro ansie e proiettano i propri allarmi ai figli. Essi, così, incominceranno a temere i temporali, l’aereo, il dentista, i ladri, le ferite, gli aghi allo stesso modo della madre e a imitazione del suo comportamento.
– Se è di un oggetto, di un animale o di uno spazio che il bambino ha paura, avvicinatelo insieme lentamente, in tappe e in tempi successivi. Ogni tappa deve essere abbastanza facile da poter essere superata, tale tappa deve suscitare solo una leggera ansietà.

La nocività delle paure nei bambini non è direttamente proporzionale all’intensità della situazione di pericolo temuta, quanto piuttosto all’intensità del vissuto di solitudine con cui queste paure nei bambini vengono affrontate. I bambini, quando sono assaliti dalla paura sono preoccupati più che delle minacce provenienti dall’oggetto fonte di paura, dalla possibile lontananza dei genitori. Spesso, infatti, si domandano: dov’è mia madre? cosa sta facendo mio padre? posso correre da loro? possono venirmi in aiuto? I bambini possono esprimere la paura attraverso varie modalità comportamentali: con scoppi d’ira, con l’irrigidimento del corpo, con l’aggrapparsi in modo esasperato alla figura di riferimento, con l’evitamento della situazione minacciosa.

Da non sottovalutare il passaggio dalla veglia al sonno è un momento molto delicato per il bambino perché per lui addormentarsi significa perdere il senso dell’orientamento e quindi entrare in confusione con se stesso, significa distaccarsi dalla rassicurante realtà esterna e soprattutto separarsi dai genitori e affrontare tutto solo il mistero della notte. E’ quindi di fondamentale importanza la vicinanza fisica, il sostegno della mamma, del genitore prima che il bambino si addormenti.

Raccontare ai bambini delle fiabe prima che si addormentino li aiuta molto a vincere le loro paure del buio e della notte, le loro ansie di separarsi dai genitori. Il bambino nelle fiabe trova svariati esempi di come le paure possono essere superate e di come le difficoltà, i pericoli possono essere risolti. D’altra parte le fiabe insegnano al bambino che i problemi e le paure fanno parte di qualsiasi cammino di crescita. Quando un padre o una madre raccontano una fiaba al proprio figlio, il bambino si sente capito nei suoi desideri più intimi e nelle sue peggiori paure, comprende che diventare grande significa dover affrontare compiti difficili ma anche vivere avventure meravigliose.

Le fiabe, le filastrocche, le favole, i disegni, affidati alla sensibilità, creatività, all’intelligenza emotiva del genitore o dell’insegnante possono rappresentare degli ottimi strumenti per aiutare il bambino a proiettare, rappresentare, elaborare tutte le sue paure, determinando delle vere e proprie iniezioni di fiducia.

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Simona Di Paolo
Simona Di Paolo

Psicologa Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bowlby John, Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell'attaccamento, Cortina Raffaello 1989.
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