I moduli di abilità insegnate sono quelli conosciuti dall’impianto classico DBT: Abilità di mindfulness, Abilità di efficacia interpersonale, Abilità di regolazione emotiva, Abilità di tolleranza della sofferenza; se però già nell’impianto generale dello skills training ci sono novità sostanziali, anche nei contenuti insegnati si possono trovare delle modifiche rilevanti: sono stati rivisti al loro interno i singoli moduli e introdotte nuove abilità, compresa una sezione interamente nuova dedicata ai disturbi del sonno (protocollo sugli incubi e sull’igiene del sonno).
di Iacopo Camozzo Caneve
Dalla sua introduzione negli anni ’90 la Terapia Dialettico Comportamentale, all’inizio con un focus specifico per il disturbo Borderline e impulsività suicidaria, è andata sempre più differenziandosi al suo interno mostrando la sua utilità per un ampio numero di disturbi (disturbi alimentari, depressione resistente al trattamento e dipendenze in particolare), oltre che per popolazioni non cliniche, ma potendo giovarsi quasi sempre di consistenti prove di efficacia.
Parallelamente a questo spostamento, i gruppi di skills training (comportamenti da apprendere per poter gestire situazioni problematiche), che sembravano all’inizio essere di supporto alla terapia individuale, hanno mostrato sempre più essere l’aspetto centrale dell’intervento terapeutico e del cambiamento clinico, così come dimostrano le ricerche svolte in questi anni.
Per mettere a fuoco questi cambiamenti, e fare il punto sullo stato attuale dell’intervento DBT, M.Linehan ha pubblicato nel 2014 (arrivato da poco in Italia) un nuovo manuale; nuovo proprio perché riflette direttamente gli sviluppi appena ricordati: un intero manuale (più di 900 pagine tra teoria schede esercizi) dedicato unicamente allo skills training, e uno skills training modulare che si può declinare liberamente non solo a seconda del disturbo, ma anche delle esigenze del singolo paziente.
I moduli di abilità insegnate sono quelli conosciuti dall’impianto classico DBT: Abilità di mindfulness, Abilità di efficacia interpersonale, Abilità di regolazione emotiva, Abilità di tolleranza della sofferenza; se però già nell’impianto generale dello skills training ci sono novità sostanziali, anche nei contenuti insegnati si possono trovare delle modifiche rilevanti: sono stati rivisti al loro interno i singoli moduli e introdotte nuove abilità, compresa una sezione interamente nuova dedicata ai disturbi del sonno (protocollo sugli incubi e sull’igiene del sonno). La novità più rilevante è però rappresentata da un modulo mindfulness rinnovato e notevolmente ampliato, maggiormente in linea con il peso che la mindfulness ha all’interno del trattamento e con le necessità di approfondimento che ne derivano (lasciate in parte disattese nell’edizione precedente del manuale).
In sintesi, un’opera fondamentale nel panorama DBT, è un ‘opera importante per ogni clinico che voglia introdurre nei propri interventi l’insegnamento di abilità specifiche.
In un momento storico in cui sempre più al mondo della psicoterapia è richiesto un ancoraggio forte nella ricerca, e in cui le teorie hard abbondano mentre le prassi terapeutiche rimangono troppo spesso soft, il modo di procedere della Linehan rappresenta davvero un modello interessante: fa infatti del proprio aver “rubato” le proprie skills a terapie e modelli evidence-based più disparati (terapia cognitivo-comportamentale, psicologia sociale, psicologia cognitiva….) il punto di forza del proprio lavoro, fino ad andare a “pescare” direttamente dalla prassi clinica dei colleghi (al di là di quel che dice la teoria di riferimento) per costruire, dal basso, il corpus, peraltro davvero imponente, delle proprie skills.