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Psicologia clinica, psichiatria, psicofarmacologia. Uno spazio di integrazione (2015) – Recensione

Il volume è un valido strumento per comprendere l' integrazione tra intervento psicologico e uso di farmaci e avere una una visione completa del paziente.

Di Chiara Manfredi

Pubblicato il 04 Dic. 2015

Il volume si configura come uno strumento molto utile per gli studenti in formazione così come per i professionisti che svolgono attività clinica e si trovano a interfacciarsi quotidianamente con la necessità di integrare l’intervento psicologico e l’utilizzo di farmaci, in un’imprescindibile visione integrata del paziente.

Nella prima metà di quest’anno è uscito per le Edizioni Franco Angeli il libro ‘Psicologia clinica, psichiatria, psicofarmacologia. Uno spazio di integrazione’ del Prof. Francesco Rovetto.

Il volume si configura come uno strumento molto utile per gli studenti in formazione così come per i professionisti che svolgono attività clinica e si trovano a interfacciarsi quotidianamente con la necessità di integrare l’intervento psicologico e l’utilizzo di farmaci, in un’imprescindibile visione integrata del paziente.

Il primo capitolo si occupa della diagnosi, con un particolare riguardo per le differenze che sono state introdotte con l’uscita della quinta edizione del DSM (DSM-5; APA, 2013). Con lo stile puntuale ma molto concreto che contraddistingue il Prof. Rovetto, si affronta il tema della diagnosi, della sua utilità e delle attenzioni che è opportuno prestare nell’utilizzo di un sistema nosografico descrittivo, in cui un’etichetta viene accoppiata a una costellazione di sintomi, ma che purtroppo poco ci dice rispetto al funzionamento della persona. A questo scopo, di fianco a questo sistema si presenta una modalità più esplicativa e interpretativa del quadro clinico, forse più utile nella fase di pianificazione del trattamento. Proseguendo, si affronta il tema della diagnosi, sottolineando con l’esempio dell’omosessualità come il senso del normale e del patologico sia cambiato e cambi continuamente, figlio delle scoperte scientifiche da una parte e del contesto culturale dall’altra. Questa prima parte si chiude quindi con un’interessante disamina del DSM-5, focalizzandosi particolarmente su quegli aspetti pratici che interessano il clinico nella sua attività professionale, più che sui cambiamenti di etichetta che si trovano su carta.

Nel secondo capitolo si affronta un tema molto caro agli psicologi, che spesso durante il loro percorso di studi si trovano a conoscere solo marginalmente la questione farmacologica, competenza invece richiesta nella pratica clinica. Infatti, se ovviamente uno psicologo non può prescrivere farmaci, è utile che ne conosca gli effetti diretti e quelli collaterali, che sappia cosa significa assumere una determinata pastiglia e che possa in questo modo aiutare al meglio il paziente e capire in che misura e in che modo una determinata sostanza si integra con il percorso di terapia o consulenza che gli compete. Come giustamente puntualizza l’Autore, anche per chi non può né vuole prescrivere farmaci è importante conoscere le potenzialità del trattamento, gli effetti collaterali, i tempi in cui possiamo attendere gli effetti, i modi in cui un farmaco può aiutare e il vissuto del paziente in merito all’annosa questione “prendere delle medicine per la mente”. Interessantissimo un particolare paragrafo che tratta dei non-psicofarmaci, cioè di tutte quelle medicine che vengono abitualmente utilizzate a scopo psicofarmacologico ma che non rientrano in questa categoria. Tra questi, i Beta bloccanti, che bloccando l’effetto dell’adrenalina sui recettori periferici del corpo mantengono basso il numero di battiti cardiaci anche in situazioni in cui questo tenderebbe ad aumentare (perché facciamo una corsa o perché siamo in ansia).

Il capitolo prosegue poi con un’accurata e attenta classificazione dei diversi psicofarmaci, con informazioni circa il loro funzionamento, la loro utilità nei diversi quadri clinici e l’utilizzo canonico nella pratica clinica. Il tutto è ben integrato da tabelle riassuntive, che ne consentono un veloce e facile utilizzo estemporaneo, e prosegue con un breve capitolo su tutti quei fattori psicologici che possono influenzare la prescrizione o il funzionamento dei farmaci, come la compliance (sottolineando l’importanza della condivisione e non della acritica aderenza del paziente alle prescrizioni del medico), gli effetti collaterali o le credenze esplicite e implicite che il paziente porta con sé e che in alcune situazioni possono paradossalmente impedirgli di stare meglio o allungare il tempo della sua sofferenza.

La seconda sezione del libro descrive e approfondisce le terapie integrate per diversi disturbi di competenza dello psicologo, dall’autismo ai disturbi d’ansia, ai disturbi sessuali e alla dipendenza da sostanze e comportamentale. Questa parte, sicuramente la più estesa del testo, dà un’ottima inquadratura dei diversi disturbi e delle pratiche di intervento, ancora una volta mostrando la praticità del testo e la sua fruibilità nei diversi contesti; inoltre, tutte le descrizioni sono aggiornate sia rispetto alle terminologie e alle definizioni dopo l’uscita del DSM-5, sia rispetto ai cambiamenti dei vecchi disturbi (per esempio, con l’arrivo delle dipendenze comportamentali, che hanno messo in crisi tante strutture deputate alla cura delle dipendenze da sostanze e allo stesso tempo hanno permesso di approfondire i meccanismi psicologici che mantengono questo tipo di difficoltà, se dissociati dalle conseguenze chimiche e fisiche dell’assunzione di una specifica molecola).

Infine, l’autore dedica le ultime 10 pagine del testo alla nascita delle terapie integrate precedentemente proposte, con un breve excursus sulla storia della psichiatria in Italia e sui luoghi deputati alla psichiatria oggi, concludendo con un’analisi chiara e pulita rispetto alle diverse professionalità che si interfacciano nel contesto della salute mentale, dall’assistente sociale all’educatore professionale, al tecnico della riabilitazione psichiatrica.

In sintesi, il volume del Prof. Rovetto si propone come utile strumento sia per chi si sta avvicinando allo studio della psicologia clinica, che per chi lavora in questo ambito. I primi troveranno in questo testo uno sguardo pratico e radicato in anni di professione concreta, attraverso cui imparare a conoscere il materiale di studio. I secondi avranno invece modo di aggiornarsi rispetto alle nuove classificazioni e ai nuovi contesti, sempre tenendo a mente l’importanza di integrare diverse professionalità affinché ne esca un intervento organico che possa aiutare il paziente in difficoltà prima come persona a tutto tondo che come caso clinico diagnosticato.

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SCRITTO DA
Chiara Manfredi
Chiara Manfredi

Teaching Instructor presso Sigmund Freud University Milano, Ricercatrice per Studi Cognitivi.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.
  • Rovetto, F. (2015). Psicologia clinica, psichiatria, psicofarmacologia. Uno spazio di integrazione. Milano: Franco Angeli.
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