Patrizia Mattioli
Venerdì 30 Ottobre si è tenuto a Roma presso il Centro Congressi di Via Salaria, 113, il seminario dal titolo “Attaccamento: L’eredità dei costrutti di Bowlby – Una conversazione tra Karin Grossmann e Klaus Grossmann (Regensburg University) e Grazia Attili (Sapienza Università di Roma)”.
Alla conversazione ha partecipato anche Lieselotte Ahnert (Università di Vienna).
Il lavoro di Karin e Klaus Grossmann, ricercatori di fama mondiale, conferma e sviluppa i temi dell’attaccamento a partire dai costrutti di Bowlby: il bambino deve poter contare su una figura di attaccamento affettuosa e affidabile per un adeguato sviluppo psicoaffettivo e per la costruzione di adeguati Modelli Operativi Interni; la separazione dalle figure di attaccamento ha effetti negativi e può innescare veri e propri black out emotivi che possono distogliere il bambino dal mondo esterno.
Karin e Klaus Grossmann hanno parlato di indicatori dello stato di sicurezza dall’infanzia in poi – ricavati per esempio da come i bambini parlano delle relazioni e quanto riferimento fanno alle relazioni in caso di difficoltà – e quali modalità relazionali concorrono a favorirlo: il supporto da parte delle figure di attaccamento, la loro capacità di riconoscere l’individualità del piccolo, il loro adeguato funzionamento sia come base che come porto sicuro.
Hanno parlato di quanto è importante il ruolo del padre nello sviluppo sociale e nello status sociale del bambino, quanto egli possa essere la figura di attaccamento principale o una figura secondaria con un’importante ruolo di compensazione e soprattutto quanto egli possa essere determinante nell’influenzare lo stato d’animo della partner e indirettamente influire sul rapporto madre/bambino. E’ già riconosciuto che il padre ha il compito di promuovere l’esplorazione sociale e secondo Grossmann ha un’altra funzione a cui forse non è stata data finora la giusta importanza ed è quella di supporto durante l’esplorazione.
Tutti i relatori concordano nell’affermare che è più difficile fare il padre che fare la madre.
Ahnert ha illustrato il suo studio di metanalisi dell’attaccamento dall’infanzia all’età adulta, ricavato dall’analisi di più di 20.000 studi sull’attaccamento. Ha riscontrato che uno stato di sicurezza non si mantiene per più di 15 anni, mentre l’insicurezza tende ad essere più stabile. Secondo L. Ahnert i modelli di attaccamento non sono stabili ma dinamici, molto influenzati anche in età adulta dalle esperienze e dagli ambienti affettivi.