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Chiedere un aiuto psicologico? Solo una piccola parte di chi ne ha bisogno decide di farlo!

Tra le persone che potrebbero trarre beneficio da un aiuto psicologico solo una piccola parte si rivolge agli specialisti - Psicoterapia

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 22 Ott. 2015

Tra le persone che trarrebbero beneficio da un intervento psicologico – plausibilmente in presenza di difficoltà e/o disturbi di tipo mentale – soltanto una piccola parte effettivamente chiede aiuto e si rivolge a specialisti del settore. Al di là delle ragioni pratiche, molto ha a che fare con le idee e le rappresentazioni soggettive che riguardano la persona che ha difficoltà psicologiche e gli interventi per trattarle.

Un nuovo studio pubblicato su Clinical Psychology & Psychotherapy ha approfondito i processi psicologici di coloro che decidono di rivolgersi a uno psicoterapeuta e di iniziare una psicoterapia. Un campione di circa 150 persone che hanno avuto un primo contatto con servizi psicologici (una clinica universitaria) sono state valutate al momento del primo contatto, in terza seduta e al termine del trattamento.

I risultati sono interessanti: il tempo medio trascorso dall’insorgenza della sintomatologia al momento in cui si chiede aiuto è di 10,5 anni! Le problematiche maggiormente riscontrate in questo campione e in questo contesto gravitano attorno ai disturbi d’ansia e dell’umore, difficoltà di gestione della rabbia e difficoltà sessuali.

Da un punto di vista del processo decisionale il punto più critico sembra essere, oltre alla consapevolezza di avere un problema, anche la credenza che la psicoterapia possa essere un valido strumento di aiuto: mediamente trascorrono dai 4 mesi a un anno prima di decidere che la psicoterapia possa essere un’alternativa da percorrere.

Una volta che la persona ha consapevolezza dei possibili benefici della psicoterapia, i passi successivi sembrano essere più semplici e lineari: decidere di andare avanti e di cercare aiuto è relativamente più veloce, richiedendo in media un mese di tempo ulteriore per consolidare la decisione. Infine ancora qualche settimana prima di telefonare per fissare il primo appuntamento.

Tra i soggetti che, dopo un primo contatto, hanno poi iniziato la terapia, coloro che hanno riferito maggiori difficoltà nel decidere di entrare in contatto con un terapista parimenti si aspettano che il percorso psicoterapico sia più difficile e accidentato, anche se queste aspettative di difficoltà non sono correlate a una scarsa compliance con la terapia. Purtroppo, e questo è un grosso limite dello studio, non sono stati rilevati i dati di outcome delle terapie in questo campione di soggetti.

La tematica in oggetto dunque rimane complicata da indagare, poichè abbiamo questi dati solo su una parte di soggetti con difficoltà psicologiche che decide di chiedere aiuto, mentre nulla si sa di coloro che non lo fanno. Allo stesso tempo questi dati aiutano a ricordarci quanto possa essere faticoso e struggente fissare un primo appuntamento con lo specialista della mente.

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Linda Confalonieri
Linda Confalonieri

Redattrice di State of Mind

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