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Terapia cognitivo-comportamentale. Approccio ai problemi relazionali e sessuali – Report dal seminario dell’Istituto Beck

L'Istituto Beck ha organizzato un seminario della durata di 2 giorni sulla terapia cognitivo-comportamentale per problemi di coppia e sessuali -Psicoterapia

Di Annalisa Bertuzzi

Pubblicato il 07 Lug. 2015

Come mai, si chiede e ci chiede il prof. Mehmet Sungur provocatoriamente all’inizio del seminario, il matrimonio rimane, ancora oggi, un’istituzione popolare? In altre parole per quale motivo le persone decidono di sposarsi nonostante numerosi matrimoni finiscano in un divorzio e le predizioni di successo siano scarse, statisticamente parlando? Questo rende l’istituzione matrimoniale “la forma di istituzione volontaria più popolare nonostante gli esiti deludenti e catastrofici”.

Il matrimonio è uno status contraddistinto da vantaggi e da costi, da diritti come anche da responsabilità. Anche quando le cose non funzionano diventa difficile tirarsi fuori da un progetto in cui si è investito, specie se sono trascorsi degli anni; accade anche che alcune persone decidano, nonostante abbiano alle spalle un matrimonio fallito, di ripetere l’esperienza.

Guardando alla cosa da un altro punto di vista, vi sono anche statistiche che mostrano come le persone sposate, ovviamente nel caso di un matrimonio soddisfacente, siano più longeve, godano di miglior salute e benessere psicologico.

Per alcuni aspetti l’amore, nella sua fase iniziale, rappresenta una sorta di “disturbo visivo” che ci porta ad idealizzare l’altra persona, senza vederne i difetti; ma cosa accade quando l’incantesimo finisce? Come passare, citando Erich Fromm dall’amore romantico -ti amo perché ho bisogno di te- all’amore maturo -ho bisogno di te perché ti amo-?

Generalmente, noi impariamo a costruire la nostra relazione di coppia dai genitori, da modelli di coppie che conosciamo e dai codici culturali. Le coppie felici non coltivano l’aspettativa irrealistica che una relazione positiva sia priva di difficoltà, affrontano i problemi di coppia come una squadra, senza attribuirne la responsabilità unicamente all’altro partner, e hanno fiducia nella propria capacità di approdare ad un esito positivo. Una buona relazione di coppia necessita di momenti di separazione, in cui ogni partner ha il suo spazio distinto, di momenti di contatto e di momenti di fusione; i momenti di fusione sono particolarmente importanti quando la coppia deve fronteggiare una minaccia esterna alla relazione.

Cosa possiamo fare, in qualità di terapeuti, quando prendiamo in carico una coppia? In primo luogo, abbiamo il compito di infondere, basandoci su premesse realistiche, la speranza che la relazione di coppia possa essere migliorata. In altro modo, si tratta di veicolare l’idea che valga la pena di investire ancora nel rapporto, per quanto esso versi in una fase di crisi, piuttosto che mettere la parola fine. In linea di massima bisogna offrire una terapia che si focalizzi il più possibile sui fatti, sulle situazioni concrete, piuttosto che sul cercare delle spiegazioni al malfunzionamento della relazione; ci si concentra sul “cosa”, in modo pragmatico, non sul “perché”. Si incoraggiano i membri della coppia a smettere di cercare di analizzare e/o cercare di cambiare la personalità del partner, andando, invece, ad intervenire sulle azioni, sui modelli di comportamento ripetitivi e disfunzionali messi in atto da entrambi. È, inoltre, importante focalizzarsi sul presente e su obiettivi a breve termine nel futuro, piuttosto che sulle esperienze passate e imparare a definire con chiarezza ciò che si “vuole”, piuttosto che ciò che “non si vuole” rispetto all’altro e alla relazione di coppia.

Per quanto riguarda la formulazione degli obiettivi, è importante che essi siano concreti e verificabili, definiti in modo collaborativo da entrambi i partner, in modo che ci sia consenso reciproco. Si vuole condurre la coppia ad individuare modalità nuove, più gratificanti, di interagire.

La terapia può essere impostata:
– a livello comportamentale, cercando di migliorare la comunicazione di coppia, le abilità di problem solving e la capacità di negoziazione in modo da accrescere la flessibilità dell’interazione all’interno della relazione;
– a livello cognitivo, identificando e sottoponendo ad esame critico i pensieri automatici e le credenze disfunzionali;
– a livello sistemico, agendo sulla mancanza di cooperazione tra i partner e portando alla luce il significato latente dei pattern ripetitivi di comportamento all’interno del rapporto.

Il terapeuta si pone in una posizione esterna e decentrata rispetto alla coppia e cerca di potenziare le abilità di comunicazione di entrambi i partner, in modo da renderli migliori oratori ed ascoltatori; si chiede ai partner di comunicare tra loro in presenza del terapeuta senza coinvolgerlo nella discussione, in modo da osservare le dinamiche di coppia e da evitare di essere “triangolato”, cosa che spesso entrambi i membri della coppia cercano di fare, facendo richieste e cercando di esporre la propria personale versione del problema.

Il terapeuta, inoltre, dà dei feedback cercando di potenziare i comportamenti positivi, ad esempio : “Siete bravi a descrivere le rispettive abitudini irritanti. Siete in grado ora di descrivere cosa vi piace l’uno dell’altro?”.

Sul piano cognitivo ci si focalizza sull’assessment dei problemi della famiglia di origine e sui pensieri automatici, puntando alla modifica e ristrutturazione delle credenze disfunzionali; l’analisi dei modelli di interazione presenti nella famiglia di origine è utile per comprendere su che basi le persone hanno appreso il modo in cui entrano in relazione e le credenze implicite che determinano il loro comportamento. Le sedute sono strutturate in modo da tenere la terapia focalizzata sul raggiungimento degli obiettivi e ogni seduta comincia partendo dalla precedente e si conclude con l’assegnazione di compiti a casa.

L’assegnazione dei compiti a casa, in una cornice terapeutica di stampo comportamentale, è a fondamento anche della terapia dei problemi sessuali; il trattamento va calibrato sulle esigenze della coppia e orientato secondo il ritmo dei pazienti. Si fornisce un approccio strutturato che permetta alla coppia di identificare i fattori che mantengono in essere la disfunzione sessuale e di ricostruire la propria relazione sessuale gradualmente, tramite l’utilizzo di tecniche (stop-start, squeeze, penetrazione graduale) mirate ad affrontare problemi specifici.
Il ruolo del terapeuta è particolarmente importante quando sorgono difficoltà durante il trattamento; bisogna assicurarsi che le istruzioni siano chiare e ben comprese e chiedere feedback dettagliati all’inizio di ogni seduta.

 

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Annalisa Bertuzzi
Annalisa Bertuzzi

PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA AD INDIRIZZO UMANISTICO - INTEGRATO

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