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Favorire l’attaccamento sicuro nei bambini: il “Circle of Security”

Si tratta di un programma di intervento di parenting comportamentale e orientato all'insight basato sulle evidenze empiriche della teoria dell'attaccamento.

Di Walter Sapuppo

Pubblicato il 16 Giu. 2015

Aggiornato il 25 Gen. 2016 10:33

Dal 18 al 21 Giugno si terrà a Roma il II Training ufficiale del “Circle of Security” (COS, “Cerchio della sicurezza”; Marvin et al., 2002), frutto della collaborazione tra l’Associazione Terapia e Ricerca Età Evolutiva e Adulti – ASTREA e il Circle of Security International.

Il COS è un particolare programma di intervento di parenting basato sulle evidenze scientifiche fornite dalla Teoria dell’Attaccamento. Questo programma di intervento, rivolto a gruppi di genitori, risulta particolarmente indicato per la fascia d’età che copre la prima infanzia – da 0 a 5 anni – ed è stato ideato in modo tale da disporre di due diverse tipologie di intervento: una versione “psicoeducazionale”, in cui sono previsti 10 incontri, e una versione “psicoterapeutica” in cui sono previsti 20 incontri.

Ognuna delle versioni ha un programma strutturato secondo due distinti momenti: l’assessment e l’intervento vero e proprio (Manaresi, 2012; Zeanah et al., 2013). Nella parte iniziale del protocollo è presente una valutazione dei genitori, del bambino e della loro relazione; tale valutazione mira a classificare la tipologia di attaccamento del bambino (Cooper et al., 2005) oltre che a raccogliere informazioni anamnestiche e di tipo diagnostico. Nel programma di valutazione è inserita anche un’intervista semi-strutturata in cui sono stati inseriti elementi tratti dalla Adult Attachment Interview (AAI) (George, Kaplan e Main, 1996) con l’obiettivo di indagare il rapporto che i genitori hanno instaurato con il proprio bambino e l’emotività esperita quando gli stessi si ritrovano in situazioni che attivano il legame di attaccamento. Un aspetto importante di questo approccio, infatti, è l’idea secondo cui i principi basilari della teoria dell’attaccamento, attraverso tecniche di video-feedback, possono essere appresi con facilità e, dunque, “fare da guida” ai genitori nelle interazioni con i propri bambini.

Il protocollo del Circle of Security

Visto il ruolo significativo che i modelli specifici di attaccamento hanno nello sviluppo dei bambini, i ricercatori che si sono occupati di sviluppare il programma di intervento del COS hanno ritenuto necessario l’utilizzo di protocolli basati sulla tipologia di attaccamento rilevata nel bambino (Hoffman et al., 2006) al fine di creare un intervento specifico ed individuale per il soggetto destinatario. In altre parole, attraverso la classificazione dell’attaccamento del bambino (i.e., sicuro, insicuro e disorganizzato) è possibile comprendere ciò che quel bambino ha imparato sull’essere in relazione con il proprio caregiver e, dunque, discernere quali siano le eventuali problematiche su cui focalizzarsi nell’intervento.

Nello specifico, il programma di intervento del COS prevede all’interno del suo protocollo una suddivisione in 8 moduli, ciascuno con i propri obiettivi specifici. Lo svolgimento del protocollo, a seconda della varie fasi e dei vari moduli che devono essere affrontati, può variare in termini di tempo (l’esigenza è quella di trovare un equilibrio tra la necessità di fornire i contenuti del programma e il rispetto dei tempi di apprendimento dei partecipanti al fine di generare una risposta significativa e riflessiva ai contenuti stessi) (Zeanah et al., 2013; Manaresi, 2012).

Nel programma del COS, dunque, è previsto un lavoro prima teorico e poi “pratico” attraverso esercitazioni con supporti video sull’acquisizione di consapevolezza dei processi di regolazione e strutturazione delle dinamiche relazionali (Zeanah et al., 2013).

Quando i genitori hanno appreso e “familiarizzato” con i diversi aspetti teorici presentati vengono a loro proposti video che riproducono momenti di interazione tra genitori e figli e, utilizzando la tecnica dei video-feedback, i genitori sono invitati a descrivere gli avvenimenti del filmati utilizzando, però, gli strumenti di interpretazione forniti dal COS stesso. Vengono dunque invitati a riconoscere l’espressione del legame di attaccamento, il bisogno di esplorazione del bambino e, inoltre, invitati a descrivere e individuare i diversi comportamenti messi in atto dai genitori nel video in base alle nozioni fornite dal programma (ad esempio, le “mani” o la “base sicura”) e cercare di individuare le tecniche più “efficaci” di coping.

Nel programma vengono utilizzati anche video che riguardano la Strange Situation Procedure (SSP; Ainsworth et al., 1978) che sono stati precedentemente registrati durante la fase di valutazione dei partecipanti e che, quindi, li riguardano direttamente (Zeanah et al., 2013); così facendo, si presuppone che i genitori siano portati a operare una rivalutazione sullo stato emotivo e sui modelli operativi interni (MOI; Bowlby, 1969) che vengono rievocati dalle richieste del bambino, anche tramite una riflessione sulla propria storia di attaccamento infantile (Manaresi, 2012).

L’utilizzo dei supporti video prevede, inoltre, dei segmenti estratti dal materiale della valutazione selezionati per ogni diade madre/bambino (o caregiver), utilizzati in momenti diversi del programma con scopi diversi: in una prima parte del lavoro ci si pone l’obiettivo di individuare le risorse disponibili nella diade mentre, in un secondo momento, ci si concentra sui problemi riscontrati e sugli aspetti non funzionali dell’interazione. In una terza parte del lavoro, invece, si punta al rinforzo diretto delle capacità che sono emerse durante il lavoro stesso (Zeanah et al., 2013).

Esistono contesti in cui si avverte la necessità di fornire un forte sostegno alle madri nelle esigenze specifiche relative alla cura di se stesse e dei loro bambini. Il COS rappresenta un breve percorso, comportamentale e orientato all’insight, adatto a supportare la genitorialità utilizzando le conoscenza derivate dalla Teoria dell’Attaccamento.

Tale protocollo è radicato nella ricerca empirica sulla psicopatologia dello sviluppo e pone un focus continuo sulla stimolazione della sensibilità genitoriale, sul sostegno alla famiglia e sul cambiamento delle rappresentazioni mentali al fine di promuovere la sicurezza dell’attaccamento nel bambino.

La forza di tale metodo, probabilmente, risulta essere l’utilizzo di interventi e tecniche psicoeducative, cognitivo-comportamentali e psicodinamiche con la stessa finalità. Negli ultimi anni l’interesse verso questo protocollo è cresciuto e, attualmente, sono in corso alcuni studi clinici controllati randomizzati (uno su tutti, quello in corso al Department of Child and Adolescent Psychiatry, Psychotherapy, and Psychosomatics at the University Medical Center of Hamburg condotto da Ramsauer e collaboratori, 2014) che “testeranno” tale intervento anche in ambienti clinici con genitori affetti da differenti disturbi psichici (e.g., depressione post partum).

 

 

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La trasmissione intergenerazionale del legame di attaccamento

BIBLIOGRAFIA:

 

 

Dott. Walter Sapuppo

Psicologo, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, AAI Certified Coder. Docente presso le scuole di psicoterapia Cognitivo – Comportamentale “Studi Cognitivi” e “Psicoterapia Cognitiva e Ricerca”. Già Professore a Contratto presso il CDL in “Psicologia Clinica” e Docente al Master di II Livello in “Psicodiagnostica clinica dell’individuo e delle istituzioni” presso la Seconda Università degli Studi di Napoli. Socio Ordinario della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC) e della Society for Psychotherapy Research (SPR). È autore di pubblicazioni scientifiche su Disturbi Alimentari, Cicli Cognitivo-Interpersonali, “process” terapeutico e psicopatologia correlata ai traumi.

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