Il protagonista del video è un bambino di dieci anni che esegue quotidianamente un programma serrato di attività extra-scolastiche: lezione di tennis, nuoto, pittura, pianoforte. Le attività sono tutte individuali, il bambino è ritratto sempre da solo e non ha la possibilità di coltivare relazioni amicali, poiché non sono contemplati momenti di gioco libero non strutturato.
Il bambino si reca ai vari appuntamenti in modo ripetitivo e automatico, spinto dalle aspettative genitoriali che lo ritraggono in un futuro di successi e premiazioni.
I giorni scorrono velocemente e a un ritmo sempre più incalzante, tanto da portare il bambino in una sorta di stato confusionale: si presenta sul trampolino della piscina con la racchetta da tennis e a scuola con un casco sulla testa.
Nel video non sono presenti dialoghi tra i personaggi, ma le immagini sono così esplicite da far risaltare la condizione di esaurimento fisico e mentale in cui si ritrova il bambino.
Il titolo del video, “Overdose”, è significativo e fa riferimento alla condizione estrema che rischiano di raggiungere i bambini quando vengono stimolati in modo esasperato.
Per la realizzazione del cortometraggio, l’autore francese Cloude Cloutier si è ispirato agli articoli 12 e 31 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, tra i quali sono considerati imprescindibili il diritto al riposo e ai piaceri del divertimento.
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