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I bambini con lieve ritardo mentale potrebbero essere dei testimoni affidabili

Un nuovo studio dimostra che bambini con lieve ritardo mentale descrivono le loro esperienze in modo veritiero tanto quanto bambini con sviluppo tipico.

Di Redazione

Pubblicato il 08 Mag. 2015

Vanessa Smiedt

FLASH NEWS

Un nuovo studio ha dimostrato che i bambini con lieve ritardo mentale descrivono le loro esperienze in modo veritiero tanto quanto i bambini con sviluppo tipico, soprattutto quando vengono intervistati in prossimità all’evento.

I bambini con ritardo mentale hanno un rischio maggiore di subire maltrattamenti. Essi possono essere considerati testimoni validi?

Un nuovo studio ha dimostrato che i bambini con lieve ritardo mentale descrivono le loro esperienze in modo veritiero tanto quanto i bambini con sviluppo tipico, soprattutto quando vengono intervistati in prossimità all’evento. Anche i bambini con più gravi deficit cognitivi possono fornire informazioni valide ma in misura minore a quelli con sviluppo tipico.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’ Università di Lancaster in Gran Bretagna. Alla ricerca hanno preso parte 196 bambini di scuole inglesi dai 4 ai 12 anni (dai 7 anni per i bambini con capacità cognitive inferiori). La metà dei bambini sono stati intervistati per la prima volta 6 mesi dopo l’avvenimento di un episodio. I rimanenti sono stati intervistati sia una settimana dopo, sia dopo 6 mesi. I bambini sono stati valutati tramite 4 subtest e la WIPPSI-III e i bambini con ritardo mentale sono stati suddivisi, in base al QI, in ritardo mentale lieve o moderato.

Gli eventi si presentavano in classe e prevedevano attività legate alla salute e alla sicurezza. Le interviste iniziavano con domande molto ampie permettendo una libera rievocazione degli eventi per poi approfondire la rielaborazione attraverso domande specifiche.

Ricerche precedenti hanno suggerito che una precoce intervista, in particolare una che prevede una rielaborazione completa dell’evento, può attivare i ricordi dell’esperienza originale e rafforzare la memoria nel tempo (Pipe, Sutherland, Webster, Jones, La Rooy, 2004; Salmon, Pipe, 2000). Il presente studio dimostra che lo stesso vale per i bambini con ritardo mentale lieve, infatti il gruppo che è stato intervistato in prossimità all’evento e una seconda volta dopo 6 mesi ha riportato più informazioni ed erano più accurati e meno suggestionabili.

I risultati suggeriscono che per tutti i bambini, a prescindere dalle capacità cognitive, la testimonianza oculare richiede una serie di abilità specifiche (ad esempio, reperimento di informazioni durante l’intervista e non suggestionabilità rispetto alle domande). Come per i bambini con sviluppo tipico, si è rilevata una notevole variabilità all’interno dei gruppi di bambini con ritardo mentale indicando che la funzione cognitiva da sola non è sufficiente a spiegare le prestazioni di richiamo.

Possiamo concludere che questi bambini potrebbero essere considerati utili informatori e testimoni e quindi i tribunali dovrebbero prendere più seriamente le prove fornite da bambini con difficoltà cognitive.

È importante però sottolineare la necessità per gli intervistatori di dare la priorità a domande aperte poiché sia i bambini più piccoli con sviluppo tipico che quelli con ritardo mentale erano più sensibili a un interrogatorio con domande specifiche e fuorvianti.

 

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BIBLIOGRAFIA:

 

 

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