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Effetto Flynn: stiamo diventando sempre più intelligenti?

J. R. Flynn ha rilevato che nel secolo scorso, il livello di QI è aumentato di generazione in generazione.Questo fenomeno è stato denominato Effetto Flynn.

Di Gianluca Minucci

Pubblicato il 17 Apr. 2015

Oltre 30 anni fa, il professore neozelandese James R. Flynn ha rilevato che nel corso del secolo scorso, il livello di QI, stabilito in base ai punteggi riportati nei test di intelligenza come il Wechsler (WISC) o il Raven, è aumentato di generazione in generazione. Questo aumento dei punteggi di QI è stato denominato appunto Effetto Flynn.

Prove dirette dell’esistenza di questo fenomeno vengono da numerosi studi svolti in diversi paesi (inizialmente 14, ma ora le ricerche sono arrivate a coprire oltre 20 paesi,), dove uno stesso test è stato usato sulla popolazione ma in tempi differenti, generalmente dopo molti anni l’uno dall’altro, ed è stato visto che le ultime generazioni riportavano punteggi migliori nei test rispetto alle generazioni precedenti.

Dai risultati dei test è emerso che l’aumento medio del QI è stato di 3-4 punti ogni 10 anni fino ad arrivare ad 8 punti nei paesi nordici.

 Malgrado esistano molte prove a favore di Flynn, ancora non risulta chiaro quali possano essere le cause, ovvero se il merito dell’aumento del QI sia da attribuire soprattutto ad un cambiamento del sistema educativo e sociale (ambiente sociale più stimolante anche grazie alle innovazioni tecnologiche e maggior livello di scolarizzazione), oppure da fattori biologici in particolare il miglioramento dell’alimentazione e di uno stile di vita in generale più sano.

Quindi secondo le teorie di Flynn noi siamo più intelligenti dei nostri nonni ed i nostri figli saranno più intelligenti di noi…ma sarà vero?

Un gruppo di ricercatori di Copenaghen, in uno studio del 2008, hanno osservato che dalla fine degli anni ’90, l’aumento si è interrotto ed in questi ultimi i punteggi nei test che valutano il livello di QI hanno iniziato addirittura a diminuire. Il loro studio era focalizzato sulla popolazione danese, ma i risultati concordano con quelli ottenuti in uno studio precedente (2004) svolto in Norvegia, Paese con il quale la Danimarca condivide molte caratteristiche storiche, linguistiche, culturali e sociali.

L’interpretazione data a questi risultati è che l’effetto Flynn potrebbe essere giunto alla fine nei paesi altamente sviluppati (come Danimarca e Norvegia) ma può essere ancora riscontrabile nei paesi ancora in via di sviluppo.

Tuttavia, gli autori di questo studio sostengono che in futuro le differenze generazionali nei punteggi dei test sono destinate a diminuire.

 

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Gianluca Minucci
Gianluca Minucci

Dottore in Psicologia Clinica e della Salute

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