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Pizza, cioccolato e patatine fritte: i cibi altamente trattati che creano dipendenza

Secondo i ricercatori i cibi altamente trattati a livello industriale sono anche quelli che causano maggiore dipendenza tra i consumatori - Psicologia

Di Laura Pancrazi

Pubblicato il 10 Mar. 2015

Aggiornato il 03 Giu. 2015 14:18

FLASH NEWS

Un recente studio condotto presso l’Università del Michigan conferma ciò che abbiamo sempre sospettato: i cibi altamente trattati a livello industriale sono anche quelli che causano maggiore dipendenza tra i consumatori.

Perchè cibi come la pizza, il cioccolato e le patatine fritte ci piacciono tanto? C’è un trucco e se c’è, qual è? Per quale ragione questi alimenti, ritenuti peraltro dannosi per il nostro organismo, fanno tanto impazzire il nostro palato? Quante volte abbiamo sentito le signore affermare sospiranti: “Perché i cibi più buoni sono anche quelli che fanno più ingrassare?”.

ALIMENTAZIONE

Un recente studio condotto presso l’Università del Michigan conferma ciò che abbiamo sempre sospettato: i cibi altamente trattati a livello industriale sono anche quelli che causano maggiore dipendenza tra i consumatori. Si tratta della prima ricerca che indaga a livello specifico quali cibi causano dipendenza, tematica che assume una certa rilevanza sia tra gli studiosi che tra i consumatori, soprattutto alla luce di una crescente diffusione dei problemi di obesità.

Studi precedenti effettuati sugli animali hanno dimostrato che cibi altamente trattati, sarebbe a dire cibi con grassi aggiunti, così come cibi contenenti carboidrati raffinati (farina bianca o zucchero, per esempio), possono indurre comportamenti di vera e propria dipendenza. Studi clinici hanno dimostrato che alcuni individui soddisfano i criteri per dipendenza da sostanze quando la sostanza in questione è il cibo.

DIPENDENZE

[blockquote style=”1″]Nonostante fosse ben noto che i cibi eccessivamente grassi siano i preferiti e i più apprezzati da gran parte delle persone, non si sapeva che questi potessero provocare reazioni di dipendenza negli esseri umani, né quali cibi specifici possano provocare tali risposte[/blockquote]

dice Ashley Gearhardt, assistente docente della facoltà di Psicologia presso l’Università del Michigan. I cibi non lavorati, senza grassi aggiunti o carboidrati raffinati, quali ad esempio il riso integrale o il salmone, non sembrano provocare reazioni di dipendenza nei soggetti.

Individui con sintomi di dipendenza da cibo o con indici di massa corporea molto elevati riportano seri problemi ad evitare cibi industriali e molto grassi, suggerendo che alcune persone possano essere particolarmente sensibili alle funzioni di ricompensa di tali alimenti.

[blockquote style=”1″]Se le proprietà di alcuni cibi sono associate a comportamenti di dipendenza, questo potrebbe avere un serio impatto negativo su quanto apprendono bambini e ragazzi nel campo dell’alimentazione, come dimostrato dalla politiche di marketing e pubblicitarie adottate dalle grandi aziende, che fanno leva proprio sulla funzione di ricompensa di questi alimenti che, di fatto, sono quasi tossici[/blockquote]

afferma Schulte, autrice dello studio e dottoranda presso l’Università del Michigan.

Nicole Avena, assistente docente presso la School Medicine di Mount Sinai, a New York, e coautrice dello studio presentato, spiega l’importanza di tali scoperte:

Questo è il primo passo verso la comprensione di quali cibi causino dipendenza e dei fattori precisi coinvolti in questo meccanismo. Tutto ciò potrebbe essere di grande aiuto nel trattamento dell’obesità. Non si tratta infatti semplicemente di diminuire o sospendere il consumo di certi cibi, quanto piuttosto di valutare l’opportunità di adottare metodi simili a quelli utilizzati per smettere di fumare, bere, o assumere sostanze”.

Studi futuri dovrebbero anche indagare se i cibi che causano dipendenza possano modificare certi meccanismi cerebrali o certi comportamenti, come avviene nel caso dell’assunzione di sostanze stupefacenti.

 

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Laura Pancrazi
Laura Pancrazi

Psicologa clinica. Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.

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