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Esperienze sinestetiche in cucina: arriva la Kitchen Theory

Da quest’anno e fino al mese di giugno 2015 un team di neuroscienziati cognitivi e chef organizza una serie di esperienze sinestetiche con alla base il cibo

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 26 Feb. 2015

FLASH NEWS

Con l’aiuto di buste chiuse da aprire soltanto all’arrivo del piatto, le diverse portate consentono ai commensali di rendersi conto di credenze stereotipate e ancestralmente radicate nelle nostre menti riguardo i cibi nei loro sapori, consistenze e rumori mentre li assaporiamo.

Sono sicura che gli psicologi che vivono il cibo e la cucina come momenti di curiosa esperienza sensoriale avranno pensato spesso al fenomeno della sinestesia. Da quest’anno e fino al mese di giugno 2015 un gruppo di creativi culinari, un team composto da neuroscienziati cognitivi e chef, che ha deciso di chiamarsi Kitchen Theory organizza una serie di esperienze sinestetiche con alla base il cibo! Una sequenza di ben sette portate studiate a tavolino per amplificare i sensi!

La sinestesia è una sorta di fenomeno  di migrazione sensoriale e percettiva tale per cui un suono si trasforma in un colore (dall’udito alla vista) o le parole vengono percepite come sapori. Lo chef Josef Youssef insieme ad alcuni psicologi del Cross Modal Department Oxford University tenta di ricreare esperienze sinestesiche attraverso il cibo in un’ottica di alta cucina sperimentale.

Con l’aiuto di buste chiuse da aprire soltanto all’arrivo del piatto, le diverse portate consentono ai commensali di rendersi conto di credenze stereotipate e ancestralmente radicate nelle nostre menti riguardo i cibi nei loro sapori, consistenze e rumori mentre li assoporiamo.

Cubi sensoriali a tavola e suoni diversificati accompagnano l’esperienza della cena con la finalità di illustrare la relazione tra la percezione dei colori e il gusto, piuttosto che l’effetto del linguaggio e dei suoni sulla percezione visiva del cibo, e ovviamente la relazione tra le sensazioni tattili, gusto e consistenze degli alimenti.

Simpatici anche i nomi delle portate, tra cui per esempio “Believe Nothing of What you Hear”, che mettono in guardia dai nostri preconcetti da degustazione.  

Se vi trovate dalle parti di Londra, potete prenotare questa curiosa cena dal giovedi al sabato presso il Food Incubator, Maida Hill Place.

 

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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