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Abilità e forme di conoscenza: in che modo si differenziano?

Le abilità e le diverse forme di conoscenza rappresentano entità indipendenti l'una dall'altre, ma nella quotidianità spesso si influenzano a vicenda

Di Francesca Soresi

Pubblicato il 22 Gen. 2015

Il termine abilità si riferisce alla conoscenza di “come” fare una determinata azione e si differenzia dalla conoscenza di fatti o eventi (Schmidt e Bjork, 1992).

Queste sono spesso due forme di conoscenza indipendenti l’una dall’altra: ad esempio si può sapere come guidare un’auto senza avere una conoscenza effettiva di come l’auto funzioni (“come”); oppure si può apprendere, studiando, il funzionamento di un’auto e delle sue singole componenti senza che però questo sia utile nel guidare, se non ci si è mai esercitati nell’abilità stessa della guida (“fatti”).

Spesso le abilità quotidiane non vengono considerate conoscenza, ma non è così. Ad esempio da giovane, un individuo acquisisce la conoscenza di come crearsi un programma ed assicurarsi di rispettarlo. In età più avanzata tale abilità potrebbe essere mantenuta per pianificare e organizzare gli appuntamenti anche se in quantità minore rispetto a prima.

A volte, però, l’ambiente e le situazioni potrebbero modificarsi e quindi potrebbe essere necessario o modificare leggermente l’abilità già posseduta o trasferirla in condizioni nuove e diverse da quelle in cui è stata appresa (Salomon e Perkins, 1989): con l’avanzare dell’età si possono ad esempio aumentare o cambiare le medicine da prendere e le modalità con cui assumerle, e potrebbe anche non essere più sufficiente basarsi su cue interni per compiere tale abilità, come ricordarsi semplicemente di prendere la pillola, e potrebbe rendersi necessario l’utilizzo di ulteriori cue esterni, come la sveglia per ricordarsi di prendere la pillola (Park et al., 1994).

L’aggiornamento di un’abilità richiede anche l’adattamento del soggetto alla situazione nuova che viene a crearsi e può anche accadere che abilità apprese in passato debbano essere riapprese, come può avvenire in seguito a grandi cambiamenti nella propria vita: ad esempio la perdita del coniuge, situazione in cui una vedova deve prendersi carico delle responsabilità di cui prima si occupava prevalentemente il marito (come la gestione delle finanze).

In alcune circostanze il mantenimento e il trasferimento delle abilità non è sufficiente ed è indispensabile imparare nuove abilità, come succede quando si utilizzano computer o internet; la capacità di acquisire nuove abilità è spesso correlata al grado di soddisfazione (ad esempio la capacità di dedicarsi ad un hobby) ed allo stile di vita dell’individuo.

In generale quindi un’abilità ha diverse caratteristiche, tra cui:

1) mantenimento delle abilità acquisite nel corso della vita;

2) trasferimento di tali attitudini in situazioni nuove;

3) acquisizione di nuove abilità per occuparsi di difficoltà, che con abilità già possedute non si riescono a gestire.

Per comprendere al meglio il concetto di abilità è importante capire la distinzione tra conoscenza dichiarativa e procedurale. La conoscenza dichiarativa è la “conoscenza di”: si riferisce a fatti ed eventi. Si può misurare con domande come “Qual è il capoluogo della Lombardia?”. È associata alla memoria esplicita che si basa sul tentativo consapevole di richiamo o riconoscimento.

La conoscenza procedurale è, invece, il “come”: è la memoria delle procedure necessarie per compiere azioni che solitamente vengono svolte in modo automatico e in assenza di un alto grado di consapevolezza. Infatti è associata alla memoria implicita, che, al contrario di quella esplicita, non richiede un tentativo consapevole per svolgere un compito. Dal momento che tale conoscenza include attività pratiche, come ad esempio andare in bicicletta o nuotare, l’unico modo per esaminarla è far svolgere un compito al soggetto.

Tale suddivisione non è sempre così netta come appare, infatti, nel caso delle abilità cognitive, che sono soprattutto conoscenza procedurale e richiedono quindi l’impiego della memoria implicita, per metterle in atto è in realtà indispensabile un’interazione tra i due tipi di conoscenza e, quindi, di memoria.

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Francesca Soresi
Francesca Soresi

Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale a San Donato Milanese (MI)

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