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La violenza familiare lascia delle impronte genetiche nei bambini

Alti livelli di stress familiare, come ad esempio assistere a forme di violenza domestica, creano un ambiente che influenza il DNA cellulare dei bambini

Di Roberta Mazzara

Pubblicato il 02 Lug. 2014

 

FLASH NEWS

I ricercatori hanno scoperto come i bambini che vivono in famiglie caratterizzate da violenza, suicidio o carcerazione di un loro membro, avrebbero dei telomeri significativamente più corti.

E’ quanto riscontrato da uno studio effettuato presso la Tulane University School of Medicine di New Orleans, Louisiana, e pubblicato nell’ultimo numero della rivista Pediatrics. I risultati ottenuti avrebbero permesso di individuare delle cicatrici, non soltanto nella psiche dei bambini esposti ad ambienti familiari violenti o traumatici, ma anche nel loro DNA.

I ricercatori hanno scoperto come i bambini che vivono in famiglie caratterizzate da violenza, suicidio o carcerazione di un loro membro, avrebbero dei telomeri significativamente più corti.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Il telomero è la regione terminale del cromosoma e possiede un ruolo determinante nell’evitare la perdita di informazioni durante la duplicazione.

Diversi studi hanno dimostrato come il progressivo accorciamento dei telomeri ad ogni ciclo replicativo sia associato all’invecchiamento cellulare, facendo di questi un importante marker cellulare della fase di senescenza.
 
Telomeri corti sono correlati ad un maggior rischio di sviluppare problemi cardiaci, obesità, declino cognitivo, diabete e disturbi mentali in età adulta.
 
Evidenti, quindi, le implicazioni dei risultati ottenuti dal gruppo di ricerca della Tulane University e le conseguenze per la salute dei bambini esposti ad ambienti stressanti.
 

Ma vediamo come sono state raggiunte tali conclusioni: i ricercatori hanno prelevato campioni di materiale genetico da 80 bambini di età compresa tra i 5 e i 15 anni e hanno intervistato i loro genitori circa l’ambiente familiare e l’eventuale esposizione ad eventi di vita avversi.
 
“Alti livelli di stress familiare, come ad esempio assistere a un incidente occorso ad un membro della propria famiglia, creano un ambiente che influenza il DNA cellulare dei bambini”, afferma la Dott.ssa Stacy Drury, direttrice del  Behavioral and Neurodevelopmental Genetics Laboratory della Tulane. “Maggiore è il numero di esposizioni che questi bambini hanno nel corso della vita, minore sarà la lunghezza dei loro telomeri”.
 
Il gruppo di ricerca ha tenuto sotto controllo altri fattori, quali lo status socioeconomico, il livello di istruzione materna e l’età dei genitori e dei bambini. Dall’analisi dei dati raccolti è emerso un ulteriore dato particolarmente interessante: il genere dei soggetti regolerebbe l’impatto dell’instabilità familiare su di essi.
 
Gli eventi traumatici familiari sarebbero, infatti, più deleteri per le femmine, le quali avrebbero così dei telomeri più corti. Per i maschi, invece, sarebbe stato individuato un importante fattore protettivo caratterizzato da un elevato livello di istruzione della figura materna, ma soltanto per i bambini sotto i 10 anni di età.
 
In conclusione, tale studio suggerisce come l’ambiente domestico sia un importante target di intervento per ridurre l’impatto biologico degli eventi di vita avversi sui bambini e poter così favorire un migliore stato di salute generale quando diventeranno adulti.

 

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Roberta Mazzara
Roberta Mazzara

Psicologa. Specializzanda iscritta alla Scuola di Neuropsicologia dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca.

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