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Le ombre dell’anima (2013): Pensare le emozioni negative – Recensione

Un testo che indaga le emozioni complesse attraverso una raccolta di saggi scritti da filosofi di area francofona, utile strumento per lo psicoterapeuta

Di Gaspare Palmieri

Pubblicato il 26 Giu. 2014

Aggiornato il 02 Feb. 2015 11:34

 

Non amiamo la tristezza, ma allora perché amiamo ascoltare la musica triste? Si chiede Roberto Casati nella prefazione del libro.

Le ombre dell'anima_pensare le emozioni negative _RecensioneLa risposta a questa e altre domande inerenti le emozioni complesse, ambivalenti, miste si può trovare in questa bella raccolta di saggi scritti da filosofi di area francofona (Francia, Canada, Svizzera), che vanno ad indagare quei territori emotivi solitamente non molto battuti dai manuali di psicologia e psicoterapia (in particolare cognitiva).

A lungo le emozioni sono state contrapposte alla ragione, con il primato di quest’ultima. Più recentemente, anche grazie alle neuroscienze e alla psicologia evoluzionistica, le emozioni stanno ricevendo la giusta attenzione da parte degli studiosi e sono considerate importanti per il buon funzionamento della ragione stessa.

Nel libro vengono presi in esame stati emotivi un po’ ai margini della nosografia come il senso di famigliarità o il disgusto, con una modalità di indagine chiaramente più vicina alla logica filosofica che alla fenomenologia.
 
Si parte con la valenza delle emozioni dove gli autori cercano di definire la positività o la negatività delle emozioni, non solo in relazioni agli aspetti percettivi, ma anche cognitivi. Viene successivamente affrontato il tema dell’ambivalenza e delle emozioni miste, analizzate anche in rapporto al tempo, che pare l’unico fattore in grado di risolvere i conflitti emotivi.
 
Un capitolo molto interessante dal punto di vista psichiatrico è quello sul sentimento perturbante di freudiana memoria, caratterizzato dal senso di estraneità, che si può riscontrare in gravi disturbi psichiatrici come la Sindrome di Cotard (delirio di negazione dell’esistenza) e la Sindrome di Capgras (delirio dei sosia).
 

Si parla anche di commozione, un sentimento poco generalmente poco trattato e che potremmo definire “a metà”, caratterizzato tipicamente dalla coesistenza in una situazione di aspetti positivi e negativi, con il trionfo della vita sull’avversità (si pensi ad esempio alla nascita di un bambino dopo un parto difficile).
 
Questo sentimento ha una grande importanza a livello sociale in quanto contribuisce al rafforzamento dei legami di una comunità, segnalando ai membri della comunità l’importanza che un soggetto attribuisce ai valori più fondamentali che la fondano, ma anche a livello individuale in quanto costituisce un potente motivo per andare avanti.
 
Il libro si chiude in bellezza, proprio con un saggio intitolato “Bello da vomitare”, in cui viene trattato il tema della difficoltà di tollerare la bellezza troppo perfetta e del bisogno di corromperla in qualche modo.
 
Un libro a tratti complesso, ma molto interessante per uno psicoterapeuta.

 

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BIBLIOGRAFIA:

  • Tappolet, C., Teroni, F., & Konzelmann Zlv, A. (2013). Le ombre dell’anima. Pensare le emozioni negative. Raffaello cortina Editore. ACQUISTA ONLINE
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