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Analisi comportamentale al servizio della selezione del personale

Selezione del personale: Nelle assunzioni l’analisi del comportamento emozionale diventa utile per analizzare la personalità del candidato.

Di Redazione

Pubblicato il 22 Apr. 2014

Aggiornato il 22 Mar. 2018 15:09

 Nicola Schirru

 

 

 

Analisi comportamentale al servizio della selezione del personale. -Immagine: © ryanking999 - Fotolia.com

Nelle assunzioni di livello top­manageriale e dirigenziale le interviste, ritenute più consone al livello gerarchico, vengono generalmente preferite ai test di personalità in forma di questionari o ai role playing.

In casi come questi l’analisi del comportamento emozionale potrà divenire molto utile, se non fondamentale, per analizzare la personalità del candidato.

Dai curricula ai test di abilità cognitive, dai test di personalità, alle interviste, i selezionatori del personale dispongono di diversi test psico­metrici per valutare i candidati. Gli ultimi due test presentano potenzialità fino ad oggi quasi inutilizzate, prime fra tutte le informazioni rilevabili attraverso la comunicazione (verbale e non verbale), manifestata parallelamente al momento delle risposte, verso stimoli specifici, e basata sul comportamento emozionale del soggetto, in cui è possibile rilevare scientificamente non solo la personalità ma anche la credibilità delle affermazioni dell’intervistato (es., DePaulo e colleghi, 2003; Vrij e colleghi, 2000); parafrasando, eventuali menzogne.

Un’indagine del Paul Ekman International (PEI) sostiene che ogni inganno non rilevato causi all’azienda un danno economico che oscilla dalle 4000 alle 7000 sterline. Potenziare le pratiche di recruiting attraverso l’introduzione di programmi di analisi comportamentale potrebbe condurre non solo a ridurre questi costi ma anche ad aumentare le predittività della futura performance lavorativa del singolo candidato.

Leader italiano in questo settore è il laboratorio di ricerca NeuroComScience, situato nel Parco scientifico AREA Science Park, sede Gorizia, in cui da anni vengono effettuati studi all’avanguardia sulla comunicazione verbale e non verbale, sul comportamento emozionale, sull’analisi della personalità e sulla valutazione della credibilità.

Chung e Pennebaker (2007) affermano che le parole scelte per esprimere pensiero e stati d’animo possono indicare la nostra personalità, tuttavia il linguaggio è notevolmente dipendente e strettamente legato alla comunicazione non verbale, che ha come funzioni quelle di esprimere emozioni, accompagnare, sostenere il discorso, o realizzare la rappresentazione del sé, attraverso gestualità facciali, movimenti corporali, postura, distanza interpersonale, ecc.

Il viso è il canale possedente la più alta validità per il riconoscimento delle emozioni, in cui sono stati trovati indicatori di universalità in espressioni facciali di gioia, tristezza, rabbia, sorpresa, paura, disgusto e disprezzo (Ekman, 1992; Matsumoto, 1992). Il Facial Action Coding System (FACS) sviluppato da Ekman e Friesen (1978) è lo strumento più utilizzato ed efficace per l’analisi delle contrazioni dei muscoli del viso che distinguono le espressioni facciali, evolutosi nella misurazione delle emozioni umane attraverso l’EMFACS (Emotion FACS) e l’ISFE (Interpretation System of Facial Expressions; Legiša, 2014b).

Secondo Hartland e Tosh (2001) il corpo umano è in grado di produrre circa 700.000 movimenti diversi. Diversi sono i sistemi di codifica e decodifica del motore gestuale presenti in letteratura. Ekman e Friesen (1969) descrivono diverse azioni che caratterizzano il comportamento non verbale gestuale: emblemi, (sostituti di parole e frasi, come il gesto del “ciao” quando salutiamo), illustratori (accompagnatori o rafforzanti dei messaggi verbali, come quando indichiamo l’oggetto di cui stiamo parlando), manipolatori (riflettenti nervosismo e allentanti la tensione fisica o emotiva, come quando ci mordiamo le labbra), regolatori (controllanti il flusso e il ritmo della comunicazione), “esibitori” affettivi (dimostrazioni di emozioni).

Jasna Legiša (2014a), direttrice di NeuroComScience, ha sviluppato il più completo sistema di codifica e decodifica del motore gestuale presente in letteratura chiamato Body Coding System (BCS), che scompone i movimenti corporei in unità d’azione classificandoli sulla base dell’osservazione dei cambiamenti momentanei d’aspetto che si presentano a seguito di un’attivazione muscolare.

Questo descrive diverse gestualità congruenti in culture molto diverse tra loro, come per esempio spalle innalzate in caso di rassegnazione o dubbio (SP 5), generale tendenza della gestualità verso il basso in caso di tristezza (es., SP 6), braccia e mani in contatto in caso di paura (AB/B 12), grattarsi una parte del corpo o mani in avanti in caso di disgusto o disprezzo (M 18).

La letteratura scientifica (es., Argyle, 1999; Christiansen e colleghi, 1994; Goffin & Boyd, 2009; Zickar & Drasgow, 1996) suggerisce che interviste e analisi della personalità possano risultare i test più efficaci nella combinazione analitica con il comportamento emozionale.

Ad esempio, la stabilità emotiva è associata al controllo delle emozioni e controllo degli impulsi, l’estroversione implica maggiori sguardi e sorrisi verso l’interlocutore, un tono più alto (soprattutto i maschi), con più intensità vocale, ritmo veloce e meno pause (maggiormente le femmine), sguardo fisso ed un’espressività spontanea (quindi meno asimmetrica), l’introversione può essere associata all’imbarazzo, manifestato principalmente nel volto attraverso rossore, da un’estremità rigidità di postura (pochissimi movimenti ma con variazioni di posizione continui), pochi sguardi generalmente verso il basso e tendenti a deviare gli sguardi dell’interlocutore verso punti non interessanti, frequenti manipolatori, voce stridula con tonalità irregolari, balbettii, insoliti errori di grammatica, esitazioni, false partenze e lunghe pausa tra una parola e l’altra.

Nelle assunzioni di livello top­manageriale e dirigenziale le interviste, ritenute più consone al livello gerarchico, vengono generalmente preferite ai test di personalità in forma di questionari o ai role playing. In casi come questi l’analisi del comportamento emozionale potrà divenire molto utile, se non fondamentale, per analizzare la personalità del candidato.

Codifica e decodifica dei canali verbali, para­verbali e non verbali vanno eseguite separatamente da due codificatori con un accordo minimo dell’80% (Legiša, 2014b). Reazioni e sensibilità dei candidati dovranno sempre essere prese in considerazione: cercando di far percepire l’intervista come equa e obiettiva, pertinente alle pratiche del lavoro e non invasiva della privacy (Anderson e colleghi, 2008). Lo sviluppo di tecnologie quali ad esempio Skype o Google Hangout, stanno venendo incontro a queste esigenze, abituando i candidati alla presenza di strumenti di videoregistrazione nelle interviste di recruiting, sempre più frequenti e sempre meno percepite come intrusive.

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