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Memorie infantili resistenti e non verbalizzabili – Psicologia

Memorie infantili: tracce mnestiche particolarmente resistenti anche a lungo termine e cosi difficilmente trasferibili a una modalità verbalizzabile.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 02 Apr. 2014

 

 

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Tale studio pone l’attenzione e l’evidenza empirica – partendo dall’ambito della psicologia dello sviluppo- sulla costituzione di precoci tracce mnestiche particolarmente resistenti anche a lungo termine e cosi difficilmente trasferibili dalla modalità implicita a una modalità esplicita e verbalizzabile. 

Il destino delle primissime memorie infantili rimane un’area di ricerca estremamente florida e ancora misteriosa, nonché ricca di difficoltà legate all’indagine empirica. Un nuovo studio danese ha messo a punto una curiosa procedura per ricordarci quanto – a dispetto di un recupero mnestico esplicito- possano essere durevoli nel tempo e memorie anche della primissima infanzia dimostrando che bambini di tre anni di età sarebbero in grado di riconoscere una persona che hanno incontrato una sola volta quando avevano l’età di un anno.

La procedura sperimentale prevedeva che i ricercatori riprendessero contatto con genitori e bambini coinvolti in un precedente studio, quando i bambini avevano l’età di un anno: nel corso di questa prima ricerca i bambini avevano interagito per 45 minuti  con uno sperimentatore Scandivano-Caucasico (colore della pelle chiaro) o con un ricercatore Scandivano-Africano (colore della pelle scuro).

A due anni di distanza 50 di questi bimbi sono stati invitati esattamente nello stesso laboratorio. Ai piccoli soggetti sono stati mostrati due video della durata di 45 secondi: in un video rivedevano lo sperimentatore che avevano incontrato, mentre nell’altro era presente lo sperimentatore che non avevano mai incontrato.

La variabile chiave per gli sperimentatori è stata la preferenza dei soggetti per un video piuttosto che per l’altro in termini di tempo di fissazione oculare. Sorprendentemente i bambini fissavano per un tempo statisticamente maggiore il video in cui era presente il ricercatore che non avevano mai incontrato rispetto al video dello sperimentatore incontrato due anni prima. Tale effetto è noto come fenomeno della novelty preference, in ambito della psicologia dello sviluppo interpretato come tendenza a guardare in misura maggiore lo sconosciuto (tra i due ricercatori); e dunque in tale logica indizio di riconoscimento del primo ricercatore incontrato che è stato guardato per un tempo minore. 

Quando poi ai bimbi è stato chiesto se avessero precedentemente incontrato uno dei due uomini del filmato rispondevano semplicemente che non ne avevano nessuna idea: la traccia mnestica è implicita e non accessibile alla coscienza.

Tale studio quindi pone l’attenzione e l’evidenza empirica – partendo dall’ambito della psicologia dello sviluppo- sulla costituzione di precoci tracce mnestiche particolarmente resistenti anche a lungo termine e cosi difficilmente traferibile dalla modalità implicita a una modalità esplicita e verbalizzabile. 

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