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I nuovi media e il rischio del cyberbullismo: quali segnali?

Cyberbullismo: atto aggressivo condotto da un individuo usando varie forme di contatto elettronico contro una vittima che non può facilmente difendersi.

Di Valentina Gentile

Pubblicato il 10 Apr. 2014

Aggiornato il 19 Mar. 2018 10:20

 

 

 

I nuovi media e il rischio del cyberbullismo- quali segnali?. -Immagine:© rnl - Fotolia.com Il cyberbullismo è definito come un atto aggressivo, intenzionale condotto da un individuo o un gruppo usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima che non può facilmente difendersi. Esso ha però delle caratteristiche identificative proprie: il bullo può mantenere nella rete l’anonimato, ha un pubblico più vasto, ossia il Web, e può controllare le informazioni personali della sua vittima.

In tutti i paesi europei, un terzo dei bambini tra i 9 e i 10 anni e più dei due terzi (l’80%) dei quindici-sedicenni usano internet quotidianamente. In Italia il 60% usa internet tutti i giorni o quasi. Inoltre, l’età di chi utilizza tale strumento è diminuita, infatti i bambini cominciano a usare internet sempre prima. L’età media in cui si inizia ad andare online è 7 anni in Danimarca e Svezia, 8 anni negli altri paesi nordici e 10 anni in Grecia, Italia, Turchia, Cipro, Germania, Austria e Portogallo.

Molti bambini e ragazzi hanno dei profili in dei social network e l’accesso a internet da un dispositivo mobile è una pratica diffusa in oltre il 20% dei ragazzi e delle ragazze in Svezia, Regno Unito e Irlanda. In Italia il 59% dei ragazzi e delle ragazze accede a internet dalla propria camera e solo il 9% da un dispositivo mobile (Livingstone, S., Haddon, L., Görzig, A., & Ólafsson, K., 2010)).

Questi dati mettono in allarme poiché stiamo assistendo sempre più a dei fenomeni che in passato abbiamo conosciuto, come il bullismo, ma tuttavia, adesso hanno uno scenario diverso e pongono delle  questioni di classificazione e di prevenzione adeguata.

Andiamo ad esaminare il fenomeno del bullismo che può essere descritto come un comportamento, intenzionale e ripetitivo, da parte di un individuo o un gruppo, che hanno lo scopo di danneggiare un’altra persona e tra la vittima e l’aggressore c’è uno squilibrio di potere (Olweus, D., 2003).

Il bullismo è un fenomeno complesso che comprende sia fattori legati alla personalità di coloro che sono coinvolti (bulli, vittime e spettatori), sia fattori sociali, come ad esempio il clima scolastico, che è stato descritto come un fattore di rischio o di protezione.

Il cyberbullismo è definito come un atto aggressivo, intenzionale condotto da un individuo o un gruppo usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima che non può facilmente difendersi (Smith, P. K., del Barrio, C., & Tokunaga, R. S., 2013). Esso ha però delle caratteristiche identificative proprie: il bullo può mantenere nella rete l’anonimato, ha un pubblico più vasto, ossia il Web, e può controllare le informazioni personali della sua vittima.

La vittima invece, può avere delle difficoltà a scollegarsi dall’ambiente informatico, non sempre ha la possibilità di vedere il volto del suo aggressore, e può avere una scarsa conoscenza circa i rischi insiti nella condivisione delle informazioni personali su Internet (Casas, Del Rey,  Ortega-Ruiz, 2013).

Sono molti gli studi che si sono occupati dell’effetto della vittimizzazione da parte dei cyberbulli. Infatti, queste esperienze si associano a bassi livelli di rendimento scolastico, ad una inferiore qualità dei rapporti familiari e problemi legati inoltre a bassa autostima e problemi affettivi (Machmutow, K., Perren, S., Sticca, F., & Alsaker, F. D., 2012). Tuttavia, questi i risultati sono molto simili a quelli riportati dalle vittime di bullismo tradizionale. In entrambi i fenomeni l’intervento di prevenzione si basa sulla capacità di offrire consapevolezza ai giovani  della gravità e delle conseguenze che le diverse forme di bullismo può creare (Salmivalli, C., 2010).

Ecco sinteticamente alcune strategie di prevenzione per i minori:

1. Non fornire mai informazioni personali, le password, numeri PIN, ecc .

2. Non credere a tutto quello che si vede o si legge, non è detto che sia la verità.

3. Usare la gentilezza con gli altri che sono on-line, proprio come si farebbe off-line. Se qualcuno usa toni sgarbati o minacciosi è meglio non rispondere. I Bulli online sono proprio come off-line.

4. Non inviare un messaggio quando si è arrabbiati. Attendere fino a quando si ha avuto il tempo di pensare.

5. Non aprire un messaggio da qualcuno che non si conosce. In caso di dubbio è bene rivolgersi ai genitori, tutori o un altro adulto.

6. Durante la navigazione in Internet, se si trova qualcosa che non piace, che fa sentire a disagio o  spaventa, spegnere il computer e raccontare l’accaduto un adulto.

7. Concedetevi una pausa da Internet, mettendo la modalità off-line per trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici.

8. Se si è stati vittima di un cyberbullo è importante parlare con un adulto che si conosce e di cui si ha fiducia.

9. Non cancellare o eliminare i messaggi dei cyberbulli. Non c’è bisogno di rileggerlo, ma tenerlo è la prova.

10. Non organizzare un incontro con qualcuno conosciuto online a meno che i genitori non vengano con te.

Molti sono gli interrogativi che si pongono i genitori, ad esempio come fare a capire se il proprio figlio o figlia è vittima di Cyberbullismo.

I  segnali di vittimizzazione possono essere così sintetizzati:

• Utilizzo eccessivo di internet.

• Chiudere le finestre aperte del computer quando si entra nella camera.

• Rifiuto ad utilizzare Internet.

• Comportamenti diversi dal solito.

• Frequenti invii attraverso Internet dei compiti svolti.

• Lunghe chiamate telefoniche ed omissione dell’interlocutore.

• Immagini insolite trovate nel computer.

• Disturbi del sonno.

• Disturbi dell’alimentazione.

• Disturbi psicosomatici (mal di pancia, mal di testa, ecc).

• Mancanza di interesse in occasione di eventi sociali che includono altri studenti.

• Chiamate frequenti da scuola per essere riportati a casa.

• Bassa autostima.

• Inspiegabili beni personali guasti, perdita di denaro, perdita di oggetti personali.

Ma una cosa molto importante è insegnare ai vostri figli a comunicare con voi, a raccontare ciò che è accaduto per non rimanere nel dolore del silenzio.

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