Bulimia nervosa: Una lieve stimolazione magnetica di una zona specifica del cervello potrebbe essere un trattamento efficace per alcuni pazienti bulimici.
Una donna di 42 anni dopo essersi sottoposta a stimolazione magnetica transcranica (TMS) per il trattamento della depressione, ha mostrato un inaspettato miglioramento della bulimia nervosa, di cui soffriva da 20 anni. Dopo questi risultati i suoi medici hanno condotto uno studio pilota per verificare se il trattamento può essere utile nel trattamento dei disturbi alimentari.
Lo studio pilota, presentato dal team di ricercatori della University of Toronto al meeting annuale della Society for Neuroscience, ha coinvolto 20 pazienti bulimici che hanno ricevuto la TMS (20 sessioni di stimolazione elettrica al giorno per quattro settimane) nella corteccia prefrontale dorsomediale, un’area dei lobi frontali situata vicino alla regione del cervello stimolata solitamente nel trattamento della depressione. Tutti i pazienti avevano già provato terapie convenzionali e farmaci, ma senza nessun miglioramento.
Alla fine del trattamento 6 dei 20 pazienti hanno avuto una remissione quasi totale dei sintomi bulimici (abbuffate e purghe); altri 4 hanno avuto un miglioramento sintomatologico del 50%; 8 pazienti invece hanno avuto solo un lieve miglioramento e 2 sono peggiorati.
Nello studio, i ricercatori hanno utilizzato l’imaging cerebrale per esaminare se le differenze di attività cerebrale possono spiegare perché alcuni pazienti rispondono bene al trattamento TMS mentre altri mostrano poco o nessun miglioramento.
Hanno scoperto che, prima del trattamento, i responders avevano minore connettività tra il lobo frontale e una serie di aree cerebrali (come lo striato) che sono collegate a ricompensa e craving. Questa bassa connettività potrebbe essere segno di impulsività e la stimolazione potrebbe avere contribuito a creare il collegamento mancante nel cervello dei pazienti. Anche se il cambiamento provocato dalla TMS è temporaneo e reversibile, con la stimolazione ripetuta è possibile creare cambiamenti duraturi dell’attività neuronale.
Al contrario i pazienti che non hanno risposto al trattamento avevano maggiori collegamenti tra le aree cerebrali in questione. L’ipotesi dei ricercatori è che il trattamento non abbia avuto effetto perchè è andato ad agire su qualcosa che già c’era, cioè la connettività tra le aree.
Anche se sono necessari studi più ampi e sperimentazioni cliniche per confermare i risultati dello studio pilota, i ricercatori si sono dichiarati ottimisti sulla possibilità di usare la TMS nel trattamento dei disturbi alimentari.
BIBLIOGRAFIA:
- Dunlop K, et al. (2013) Baseline and change resting-state functional correlates of rTMS of the DMPFC for medically refractory anorexia and bulimia nervosa SFN 2013; Abstract 540.01.