Una ricerca condotta dalla University of Liverpool ha scoperto che le persone che fanno esperienza di episodi depressivi durante tali episodi mostrano un aumento dell’attività cerebrale nel momento in cui viene loro chiesto di pensare a sé stessi.
Utilizzando la risonanza magnetica funzionale i ricercatori hanno scoperto che le persone con episodio depressivo processano differentemente l’informazione non solo nella loro mente ma anche nel loro cervello rispetto alle persone non depresse.
Ai soggetti è stato richiesto di scegliere alcuni aggettivi positivi, negativi e neutri sia per descrivere sé stessi che la Regina d’Inghilterra (una figura popolare e ben conosciuta ma distante dalla loro quotidianità).
Come ci si poteva aspettare i partecipanti con umore depresso scelsero in misura significativamente minore parole positive e un maggior numero di parole negative per descrivere sé stessi rispetto ai soggetti non depressi.
Il punto più interessante è però che a livello cerebrale durante il compito di autodescrizione di sé si è registrato un maggiore livello di attivazione nella corteccia frontale mediale superiore (area solitamente associata all’elaborazione di informazioni sul sé e sulla propria identità) nei pazienti depressi rispetto ai non depressi; tale effetto inoltre non si verifica se è in gioco la descrizione della Regina.
Lungi dal riduzionismo neurobiologico, gli autori auspicano futuri studi mirati a connettere maggiormente gli aspetti psicologici con quelli neurobiologici nella continua comprensione dei fenomeni depressivi.
LEGGI:
DEPRESSIONE – NEUROPSICOLOGIA – DEPRESSIONE MAGGIORE
BIBLIOGRAFIA:
- Sarsam M, Parkes LM, Roberts N, Reid GS, Kinderman P (2013) The Queen and I: Neural Correlates of Altered Self-Related Cognitions in Major Depressive Episode. PLoS ONE 8(10): e78844. doi:10.1371/journal.pone.0078844