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Assisi 2013 – L’Acquafobia e Le Cognizioni Di Mantenimento

L’acquafobia fa parte delle fobie specifiche “ambiente naturale”. Nella ricerca con acquafobia si intende la paura di nuotare da soli in acqua profonda.

Di Redazione

Pubblicato il 21 Ott. 2013

Aggiornato il 22 Ott. 2013 15:22

Barbara Postal

L’Acquafobia e Le Cognizioni Di Mantenimento

B. Postal, G. Caselli

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Come viene definita l’acquafobia? L’acquafobia fa parte delle fobie specifiche del sottotipo “ambiente naturale”. Come tutte le fobie, la paura varia da persona a persona. L’acquafobia, anche nota con il nome di talassofobia, è la paura di immergersi in acqua ed è anche inquadrata come paura di nuotare. Nella ricerca qui rappresentata con acquafobia si intende la paura di nuotare da soli in acqua profonda.

Attraverso il portale online “Surveymonkey” si è approntato un questionario per misurare l’acquafobia e le cognizioni collegate. Il questionario è stato inviato a più di cento persone, con l’ipotesi di diagnosi di sofferenza da acquafobia.

Il questionario era composto dai seguenti elementi:

1) Il FSS-II i cui item includono situazioni ansiogene relative agli animali, situazioni sociali, lesioni e morte, oggetti, suoni e altre situazioni, come l’acquafobia. L’acquafobia viene colta con 3 item: item 25 (“nuotare da soli”), item 34 (“stare su una barca”) e item 46 (“acqua fonda”). Per la ricerca qui rappresentata si è tenuto conto solo degli item 25 e 46.

2) L’ACS misura le credenze sugli stati emotivi. Nel questionario approntato è stata usata solo la sottoscala a)la paura dalla paura.

3) Il FDS-R è un questionario “self-report” il quale dà accesso alle credenze dell’intolleranza alla frustrazione. Nel questionario approntato è stata usata solo la sottoscala “intolleranza delle emozioni”.

4) L’ACQ aiuta a misurare meglio il controllo percepito sulle reazioni emozionali e sulle minacce esterne, che hanno una rilevanza diretta per i disturbi d’ansia; è composto da 30 item. 16 item misurano il fattore “eventi esterni” e 14 item il fattore “reazioni emozionali interne”.

5) Lo STAI le qui scale servono al rilevamento della paura come “stato” (“State- Anxiety”) e la paura come tratto (“Trait-Anxiety”). Nel questionario approntato è stata usata solo la sottoscala che rileva la paura di “stato”. La domanda iniziale è stata modificata, così da riferirsi ai momenti nei quali la persona testata si trova nell’acqua profonda.

76 persone hanno risposto al questionario, delle quali 28 maschi e 48 femmine. Per l’analisi dei dati sono stati selezionati i soggetti che avevano risposto agli item 25 (“nuotare da soli”) e 46 (“acqua fonda”) del FSS-II con uno score superiore a 4. Trentacinque soggetti hanno fatto parte di questo gruppo (chiamato in seguito “gruppo acquafobia”).

Con l’ipotesi 1 si intendeva dimostrare che le persone affette da acquafobia sono più ansiose rispetto a quelle che non ne soffrono. Il “gruppo acquafobia” è stato confrontato con il resto del campione. Non si è usato il cut-off dello score totale del FSS-II (≤ 118 nelle donne e ≤ 93 negli uomini), ma sono state confrontate le medie. Così si è potuto osservare se il “gruppo acquafobia” avesse punteggi significativamente più alti del resto del campione. L’ipotesi è stata confermata. Il campione del “gruppo acquafobia” è stato confrontato con tutti i questionari usati nel questionario approntato.

Dalla “tabella 1” si nota che il “gruppo acquafobia” ha punteggi significativamente diversi in tutti i totali.

Controllando le medie, i punteggi del “gruppo acquafobia” sono più alti in tutti i questionari, tranne nelle scale “e” (controllo tramite episodi esterni) e “r” (controllo tramite reazioni interne) dell’ACQ, nel quale i punteggi sono più bassi.

Con l’ipotesi 3 si è inteso dimostrare che il “gruppo acquafobia” avesse uno score più alto nell’anxiety-scale dell’ACS, che significherebbe che queste persone hanno un’alta paura della paura. Anche questa ipotesi è stata confermata, così come le ipotesi 5 e 7 (tabella 2). Con l’ipotesi 5 si intendeva dimostrare la difficoltà nella gestione delle emozioni da parte delle persone affette da acquafobia.

Con l’ipotesi 7 si intendeva dimostrare che le persone del “gruppo acquafobia” manifestassero un’alta intensità della tensione, della preoccupazione, della nervosità, dell’irrequietezza interiore e della paura degli eventi futuri. Il “gruppo acquafobia” dimostra quest’alta intensità pensando a momenti nei quali si trova nell’acqua profonda.

L’ipotesi 8 chiede cosa predice di più la tensione provata nuotando nell’acqua profonda, così come misurata dallo STAI-X1. Si è verificata una regressione in tutti i punteggi e lo STAI-X1 come variabile dipendente. Confrontando questi valori al netto degli altri si nota quali siano i più forti predittori dello STAI-X1. Gli unici predittori significativi sono l’ACQ scala “e” e l’ACS anxiety-scale. Vale a dire che queste variabili predicono il livello di ansia provato nuotando in acqua profonda al netto delle altre dimensioni.

Con l’ipotesi 2 si intendeva dimostrare che persone affette da acquafobia soffrono anche di un’intensa paura dell’altezza. Per confermare quest’ipotesi sono stati individuati i soggetti che soffrono di paura dell’altezza (punteggi ≥ 4 nell’item 23 “l’alto”). Anche qui la differenza è significativa. Significa che persone affette da acquafobia tendono ad avere anche più paura dell’altezza. Nella tabella 3 si nota che l’indice di correlazione su tutto il campione è più alto con l’item 25 (“nuotare da soli”).

Con l’analisi dell’ipotesi 4 si è potuto dimostrare soltanto che il “gruppo acquafobia” avesse la credenza di comportarsi male o fare brutta figura nei momenti d’ansia. L’ipotesi che questo gruppo abbia la credenza di nutrire poca fiducia in se stessi, ovvero di essere in grado di controllare la propria paura, non è stata confermata.

Poiché si è potuta confermare solo in parte l’ipotesi 4, l’analisi sull’ipotesi 6 più dettagliata non si è potuta svolgere. Tuttavia il confronto tra i due gruppi con l’ACQ si nota nelle tabelle 1 e 2. In effetti, vi si può notare che il “gruppo acquafobia” ha una percezione di controllo più bassa in entrambe le scale dell’ACQ (scala “e” e scala “r”).

Questa ricerca rappresenta un primo tentativo di capire meglio questa fobia specifica chiamata “aquafobia”. In parte si è riusciti a raggiungere questo obiettivo, c’è però ancora spazio per allargare questa ricerca.

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