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La singolarità come matrice di differenze: teoria del big bang e funzione relazionale del sintomo.

Nell’ambito della letteratura sistemica, grande importanza viene attribuita alla funzione del sintomo/problema a cui si conferisce l’attributo relazionale.

Di Simona Noviello

Pubblicato il 11 Set. 2013

La singolarità come matrice di differenze . -Immagine: © JohanSwanepoel - Fotolia.comNell’ambito della letteratura sistemica, grande importanza viene attribuita alla funzione del sintomo/problema a cui si conferisce l’attributo relazionale.

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Infatti questa qualifica consente al terapeuta che abbia questa forma mentis di avere come vademecum  osservativo e metodologico l’idea che il disagio della persona si alimenti “in relazione a….”.

Psicopedia - Immagine: © 2011-2012 State of Mind. Riproduzione riservata
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In virtù di questo,  grande importanza riveste il concetto di “relazione”  (di importanza primaria quella familiare) che consente al clinico di usufruire di una lente che favorisca una lettura delle dinamiche relazionali complesse.

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Rivedendo, anche se in modo sintetico, la teoria del “big bang” circa le origini dell’universo, secondo la quale a partire da una singolarità (la famosa particella di Dio) si è originata un fenomenologia variegata (pianeti, stelle, galassie) diversa per forma, contenuto e funzione, ma accomunata da una stessa presunta origine, ho pensato ad  una sorta di relazione, a mio avviso presente, tra questa teoria e la funzione relazionale del sintomo come matrice, per certi versi, della nascita di nuovi equilibri familiari.

Volendo, in seconda istanza, estendere il concetto sistemico di “circolarità” alla teoria del big bang, verrebbe da chiedersi quale sia il feedback che le galassie, i pianeti, le stelle, rimandano alla loro “ particella di Dio”? Beh, credo che proprio “la differenza” di questi non possa che confermare come  un qualcosa forse non del tutto definito nei suoi costituenti, in virtù di un big bang (un sintomo in chiave di teoria sistemica) possa favorire un processo di definizione e differenziazione (pianeti, galassie; sistemi familiari con pattern relazionali diversi), podromo di nuove possibili realtà.

Il terapeuta, così come lo scienziato fisico, si barcamenano nell’arduo compito di ricerca di una plausibile spiegazione di questo mare magnum con il quale si trovano a doversi relazionare  e, in virtù di questo, ciò che, a mio avviso, dovrebbe essere elemento indispensabile nel loro kit personale, non è la mera speranza di scorgere la vera origine delle cose (a mio avviso non facile da ricercare) bensì di usufruire delle risorse con le quali interagiscono (famiglia, contesto sociale per il terapeuta e elementi astrofisici per il fisico) al fine di cogliere la dinamica dell’incastro e comprendere come la diversità (personalità diverse; stelle, pianeti) possa coesistere in una danza relazionale promotrice di significati illuminanti circa l’equilibrio del loro essere.

 

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BIBLIOGRAFIA: 

 

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Simona Noviello
Simona Noviello

Psicologa, Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale

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